L’intervista a “Che tempo che fa”
“Abbiamo cinque, poi sono diventati quattro, nel registro degli indagati, ma noi non ci fermeremo perché sappiamo che non sono solo quattro persone. E’ una catena enorme. Che va dal basso verso l'alto. Va molto verso l'alto. E sappiamo che può essere scomodo andare a toccare tutti, però sono tante tante persone". A dirlo è Paola Regeni, madre di Giulio, ospite a 'Che tempo che fa' su Rai3 commentando l’esito delle indagini della procura di Roma sull’omicidio del figlio. "Noi abbiamo sempre detto che non ci fermeremo e siamo qua, sono cinque anni, cinque anni di sacrificio per tutti quanti”, ha aggiunto. Sempre in merito alla ricerca della verità su delitto i familiari hanno parlato della scarna collaborazione dell’università di Cambridge per la quale Giulio Regeni stava svolgendo degli studi al Cairo. "Noi ci aspettavamo un atteggiamento un po' più attivo, dinamico da parte dell'università inglese. Questo purtroppo non è avvenuto. Abbiamo apprezzato l'intervento dell'università di Bologna su Zaki, quindi è un po' una delusione che abbiamo subito”, ha detto Claudio Regeni. "Tanti pensano che a noi non interessa rivolgerci a Cambridge, ma in questi cinque anni noi abbiamo dovuto rivolgere tutte le energie verso l'Egitto e quelli che a casa nostra chiamiamo i cattivi". Infine mamma e papà Regeni hanno chiesto nuovamente al governo il ritiro dell’ambasciatore dal Cairo.
"Noi l'avevamo già chiesto varie volte anche durante l'incontro che abbiamo avuto un anno fa con il ministro degli esteri Luigi di Maio. Perché a nostro avviso è giunta l'ora di dare un segnale concreto da parte dell'Italia verso l'Egitto di insoddisfazione per la evidente mancanza di collaborazione. E pertanto rinnoviamo la richiesta di richiamo per consultazioni dell'ambasciatore Cantini". "Già due anni fa il Primo Ministro Conte - ha aggiunto la famiglia - sottolineava i tempi lunghi e inaccettabili per arrivare alla verità e alla giustizia. E nel medesimo periodo il ministro degli Esteri di Maio proponeva di trarre conseguenze concrete dalla mancanza di risposte da parte egiziana. Credo sia giunta l'ora di agire”.
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