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Si fa sempre più grave la situazione in Etiopia nella regione del Tigrè. Gli abitanti di Macallè sono scesi in strada per erigere barricate contro le forze armate eritree e le milizie amhara, alleate delle truppe federali etiopi contro il Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf), che avrebbero fatto irruzione in città con centinaia di camion iniziando a saccheggiare le proprietà pubbliche.
A riportare la notizia è il sito d’informazione “Eritrea Hub”, che cita diversi testimoni oculari e ha pubblicato delle foto sulla cui autenticità non è tuttavia possibile avere conferma.
La scorsa settimana il governo etiope ha annunciato di aver strappato il controllo di Macallè dalla giunta del Tplf, dichiarando così conclusa l’offensiva sferrata lo scorso 4 novembre. Ieri, tuttavia, il portavoce del Tplf, Getachew Reda, ha dichiarato all’emittente “Tigray Tv” - controllata dai tigrini - che i combattimenti nella regione del Tigrè non si sono conclusi, precisando che la leadership del Tplf ha abbandonato Macallè soltanto perché non vuole una guerra in città e aggiungendo che i combattimenti stanno proseguendo “su diversi fronti”.
Nel frattempo, i rifugiati etiopi continuano a fuggire nel vicino Sudan. Sono già oltre 47.000 le persone arrivate. Più di 1.000 sono arrivate nella sola giornata di ieri. I rifugiati raccontano all'Unchr (Agenzia Onu per i Rifugiati) di altre persone partite in cerca di sicurezza. Un numero contenuto di rifugiati eritrei è arrivato anche dalla regione del Tigray negli ultimi giorni. L'Unchr, insieme alle autorità sudanesi, ha trasferito circa 11.150 rifugiati dai valichi di frontiera di Hamdayet e Abderafi al campo di Um Rakuba, a 70 chilometri dal confine con l'Etiopia. Molti rifugiati - fra i quali i contadini, che sono fuggiti durante la stagione del raccolto - dicono che preferiscono rimanere vicino al confine per aspettare i familiari ancora in Etiopia, o nella speranza di poter tornare presto a casa. Ma i rifugiati dicono anche di temere altre violenze all'interno del Tigrè. A dimostrazione che la guerra è tutt'altro che finita.

Foto © Imagoeconomica

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