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Il Calcio esente da indagini

Oggi come oggi il calcio è largamente commercializzato ed è diventato molto più di uno sport. Mediante l'acquisto di club o il trasferimento di giocatori, tra le altre operazioni, si muovono grandi somme di denaro di provenienza illegale, frutto del narcotraffico o del crimine organizzato. Questo malaffare continua a guadagnare terreno ogni giorno, considerando che questo sport è molto seguito e ben accetto dalla società, e questo aiuta le strutture mafiose a continuare ad operare nel riciclaggio di denaro. La cosa terribile è che le istituzioni incaricate di vigilare su questi fatti sono incredibilmente deboli o inefficaci. In molti casi non si è arrivati ad una soluzione efficace, anche se la maggior parte delle volte non c’è stata neanche una denuncia. In Paraguay, le istituzioni come la Segretaria di Prevenzione di Riciclaggio di denaro (Seprelad) incaricata di controllare questi reati perseguibili, non hanno poteri sufficienti per una supervisione rigorosa, perché la legge stessa ne limita le indagini. Attualmente, dopo l’allerta lanciata dagli enti finanziari, banche, agenzie di cambio, ecc. la denuncia può essere presentata al Ministero Pubblico, e avviare quindi un'investigazione.
Sono diversi i giovani legati al riciclaggio. Gli stessi cadono nella rete, nell’affanno di riuscire ad avere un futuro migliore, o di realizzare i loro sogni come giocare in un club prestigioso.
Secondo "la Caja Negra", programma di Unical, nell'anno 2015 un calciatore è stato ceduto per la somma di 3,1 milioni di dollari; il giocatore non era famoso, ma la cosa più sorprendente è che tutto è stato fatto nel silenzio.
Si stima che il giocatore abbia ricevuto almeno circa 600 mila dollari, che è il 20% che corrisponde generalmente all'atleta, in questo tipo di transazione. Ma né il Club Rubio Ñu, né l'atleta hanno dichiarato questa somma all’Agenzia delle Entrate.
Tutto ebbe inizio oltre cinque anni fa, il 1° luglio 2015, quando si chiudeva uno degli ingaggi più curiosi nel calcio portoghese, dove il Benfica, una delle squadre più rinomate d’Europa, contrattava i servizi dell'attaccante paraguaiano del club Rubio Gñú, Francisco Vera González, pagando una somma niente meno che di 3.140.000 dollari (circa 2,8 milioni di euro), una cifra piuttosto elevata, in confronto a quelle pagate per altri giocatori molto più noti. Come appunto, a suo tempo, Miguel Almirón de Cerro Porteño, per il quale il club Lanús di Argentina, pagò 2 milioni di dollari.
Vera Gonzales, che allora aveva 21 anni, non aveva giocato neanche un minuto nella squadra principale Benfica, la squadra dove giocava e nella quale aveva giocato 16 partite e segnato un solo goal, era in serie B.
Il contratto fu firmato dal presidente e dall'amministratore del Benfica, Luis Felipe Vieira e Domingo Soares, e anche da Rubén Díaz e Carlos Alberto Gamarra, presidente e supervisore del club Rubio Ñu.
Il Club Rubio Ñu non pagò le tasse dell’elevato investimento fatto allora dal Benfica, come figura nei registri della Secretaría de Tributación (SET) (Agenzia delle Entrate). Stiamo parlando di una cifra di circa 9.184.000.000 di guaranies; solo come Imposta sul Reddito avrebbe dovuto versare il 10%, circa 900 milioni di guaranies; tuttavia, nel 2015 dichiarò come entrate lorde 3.144 milioni di guaranies ed altri 2.995 milioni di guaranies come perdita.
Può essere considerato solo un caso di evasione fiscale? O può essere collegato ad un programma di riciclaggio di denaro?

Altri antecedenti
Anche il club Sportivo Luqueño del Paraguay fu denunciato circa un anno fa per riciclaggio di denaro. Il suo dirigente era l'ex senatore Ramón Gonzales Daher. Ci sono diversi casi di calciatori che non hanno mai indossato la maglia dello Sportivo Luqueño, ma che figurano nei registri del club, al momento dei loro trasferimenti.
Da ricordare anche che l'ex presidente Horacio Cartes è attualmente uno dei maggiori finanziatori del club Libertad, anche esso sotto indagine nel caso “Lava Jato”, dalle autorità del Brasile e degli USA, attraverso un'operazione denominata "Corazón de Piedra”.
Tuttavia, ai gravi fatti sopra elencati, non si presta la dovuta attenzione essendo dietro le quinte dello spettacolo più amato dai paraguaiani e dal mondo, che è il calcio. Questo sport è il travestimento perfetto per far passare questi reati, che continuano ad aumentare, nel silenzio. E quel che è peggio è che a gestire il tutto sono grandi mafiosi che si nascondono dietro immagini fittizie, ma che prima o poi finiranno per crollare.

* dal Paraguay

Foto © Imagoeconomica

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