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Prosciolto da ogni accusa per un cavillo in quanto non è mai stato "convocato direttamente" per partecipare al procedimento. Così una corte boliviana ha annullato tutti i capi di accusa a carico del leader del Movimiento al socialismo (Mas) ed ex presidente Evo Morales, nell'ambito di un processo per "sedizione e terrorismo". Il tribunale, con sede nella capitale La Paz, ha quindi revocato il mandato di arresto spiccato ai suoi danni nel dicembre scorso.
Secondo la difesa di Morales, i giudici, una volta appreso che l'ex presidente si trovava in Argentina, avrebbero dovuto citarlo facendo ricorso a strumenti di diritto internazionale che invece non hanno utilizzato. Per la corte questa mancata procedura costituisce una violazione del "diritto al giusto processo" dell'imputato.
Nel fine-settimana Morales ha lasciato il suo esilio argentino per recarsi in Venezuela, in attesa di decidere se tornerà in Bolivia entro l'8 novembre, quando è previsto il giuramento, come capo dello Stato, per il neoeletto presidente Luis Arce.
Morales, che si sarebbe dovuto presentare oggi per un'udienza, ora annullata, era stato accusato di sedizione e terrorismo a partire da un audio nel quale avrebbe intimato al dirigente sindacale Faustino Yujra di chiudere gli accessi a una città durante le proteste seguite alle elezioni di un anno fa.
In quello stesso contesto, l'ex presidente ad interim Jeanine Anez, succeduta a Morales proprio dopo un pronunciamento militare avvenuto in quei giorni, era stata accusata dall'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani di responsabilità nella morte di almeno 20 persone durante le proteste nella località di Sacaba e Senkata.

Fonte: Dire

Foto © Imagoeconomica

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