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La giornalista presenta il libro “Attraverso i tuoi occhi” al Festival del giornalismo di Ronchi

“Una volta ho incontrato un padre, che affranto mi ha chiesto di aiutarlo a trovare suo figlio di due anni. Lo aveva perso, non era riuscito a trattenerlo. Con difficoltà gli ho detto che, probabilmente, suo figlio sarebbe stato una delle tante vittime di quel cimitero liquido. Lui, sorprendentemente, mi ha sorriso e mi ha detto solo grazie. Ho ancora quell’immagine nel cuore. Dare una mano, tirare le persone fuori dall’acqua, è un qualcosa che ti resta dentro”.

Sono queste le parole di una grandissima donna. Stiamo parlando di Angela Caponnetto, inviata di RaiNews24, presente al Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari (GO), lo scorso 23 settembre. La giornalista, intervenuta per la presentazione del suo ultimo libro “Attraverso i tuoi occhi: cronache delle migrazioni”, da anni segue il fenomeno migratorio sotto ogni aspetto: dagli sbarchi a numerose missioni su navi militari e ONG in soccorso nel Mediterraneo centrale, documentando ciò che accade durante la traversata fino ai paesi dai quali migranti, profughi e richiedenti asilo fuggono in cerca di una vita migliore.

Tanti gli argomenti trattati dalla giornalista durante il suo intervento: razzismo, tratta di esseri umani, trafficanti, giornalisti che non fanno la loro parte. Argomenti e tematiche corollati dalla grande professionalità della Caponnetto, dal suo grande spirito di solidarietà, e dalla sua grande esperienza sul campo.

Noi occidentali pensiamo che il tema Africa, il tema immigrazione sia lontano da noi, sia un tema che non ci tocchi, che non ci riguardi. Pensiamo che, in fondo, non sia così importante parlarne. Tuttavia, spesso e volentieri ci dimentichiamo che il nostro comfort e la nostra comodità sono impregnati di sangue, di sofferenza, di fame, di morte. Sangue, sofferenza, fame e morte che, spesso e volentieri, hanno origine proprio nel “continente nero”. È anche logico pensare, come ci ha ricordato la Caponnetto, che se noi arrechiamo squilibri e disarmonia in giro per il mondo, questa sofferenza, prima o poi, ci ritorna. Prima o poi tutti respireremo la stessa particella d’aria, berremo la stessa goccia d’acqua, calpesteremo lo stesso tratto di terra. “Quello che succede in Africa, prima o poi”, ha spiegato “si ripercuote in Italia. Come anche quello che succede in Cina. Noi facciamo l’errore di pensare che ciò che accade in Africa non abbia ripercussioni qui. E’ tutto circolare, tutto, prima o poi, tocca tutti. Siamo tutti figli dello stesso pianeta”.

“Il razzismo è figlio della paura”, ha detto la giornalista, ricordando la grave situazione che si vive in Italia sotto questo aspetto, “i razzisti hanno paura, paura che queste persone rubino il lavoro, rovinino le nostre tradizioni e la nostra cultura”.
Tuttavia, secondo Angela Caponnetto, il nostro Paese funziona in quanto ad accoglienza, a solidarietà, a spirito di condivisione. E questo soprattutto se paragonato ad altri paesi europei che, però, sono più attenti, meglio organizzati, più pratici, “non fanno pasticci”.
“C’è tanto spirito di accoglienza nel nostro paese. Siamo uno dei paesi europei che fanno probabilmente il lavoro migliore, non siamo aiutati da nessuno. Si fa un grandissimo lavoro. Esistono persone adulte e famiglie che hanno in affidamento moltissimi ragazzi. La paura ci porta a mettere delle barricate. Ma non siamo un Paese che non vuole accogliere, non ci credo. Noi siamo accoglienti, anche se ci lamentiamo un po’ troppo. Noi siamo più avvolgenti, siamo più calorosi. Siamo migliori nell’accoglienza che nell’integrazione. Nei paesi del nord sono eccellenti nell’integrazione; danno loro una casa, una istruzione, sanità… Negli altri paesi sono più attenti di noi. Nei paesi del Nord Europa sono più freddi, più distaccati, ma non fanno pasticci; sono meglio organizzati, e così non si compromette la sicurezza, la salute di nessuno. Anche noi dovremmo essere più attenti”.

Il tema migrazione, ovviamente, non si esaurisce qui. Infatti, come tutti i fenomeni umani, questo è prima di tutto un fenomeno economico, basato sul profitto. All’interno del paradigma attuale, quello dell’Homo Economicus, tutto diventa merce: ogni attimo, ogni istante, ogni sentimento, ogni pensiero, ogni azione, ogni elemento dell’agire umano, della sua esistenza e della sua realtà, viene sottomesso a becere logiche di profitto, di utilità meramente economico-aziendale. Tante sono le persone che si sono arricchite, continuano ad arricchirsi, e si arricchiranno sempre di più grazie a questo sporco gioco, dietro il quale ci sono vite, vite che non valgono meno delle nostre. In tal senso Angela Caponnetto ha trattato il tema del “trafficante”, ma anche del politico di turno e della sua infima ricerca di consenso.
“Tante persone si arricchiscono sulle spalle degli esseri umani. Una cosa che ho voluto indagare è stata la figura del ‘trafficante’. Si parla di una stima di 30 miliardi annui derivanti dal traffico di esseri umani. Ci guadagna una rete capillare enorme, che può essere costituita da trafficanti, ma anche da soggetti che ci guadagnano in loco. Quante persone hanno guadagnato dall’accoglienza, ad esempio? A Capo Rizzuto è stato condannato un prete per concorrenza in associazione a delinquere, per la gestione dei migranti assieme alle cosche del luogo… E’ ovvio che ci guadagnano tanti, tantissimi. Ci si guadagna anche in politica, perché fa comodo il migrante per accaparrarsi qualche voto in più, sia a destra che a sinistra”.

Tanti i giornalisti che non svolgono bene il loro mestiere. Tanti i giornalisti che disinformano, piuttosto che cercare la verità. Il tema immigrazione è un tema delicato, che non può essere lasciato al caso, a dati non attendibili o a descrizioni approssimative, tantomeno alla “mala fede”, come la definisce la relatrice dell’evento. Non c’è un’informazione oggettiva, almeno da parte dei media main-stream. E questo, purtroppo, lo vediamo un po’ in tutti i campi, non solo sul tema immigrazione. “Noi operatori dei media dobbiamo informare; in base alle informazioni che diamo, ognuno si può fare una opinione diversa. Ma l’informazione che diamo deve essere obiettiva. C’è molta disinformazione sul tema immigrazione. Azzarderei anche che qualche giornalista sia in mala fede, perché il nostro lavoro deve essere corollato da un continuo fact-checking.

Tra i tanti argomenti toccati, non poteva sicuramente mancare un accenno alla pandemia del Covid-19, la quale ha sconvolto totalmente le nostre vite. Molti giornalisti e molte testate, secondo la Caponnetto, hanno posto in secondo piano il tema immigrazione, facendolo quasi passare come “secondario”.
“La pandemia ha sconvolto tutti. Non è vero che ne abbiamo parlato troppo. Un evento di questa portata ha richiesto, giustamente, un grande dibattito. Ad ogni modo, almeno noi di Rai News, non abbiamo smesso di parlare di immigrazione.

Foto © Imagoeconomica

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