di AMDuemila
Assolta anche Alena Zsuzsova, 25 anni per il sicario Tomas Szabo
Indignati familiari e presidente Zuzana Caputova
Sentenza shock in Slovacchia. Il faccendiere milionario Marian Kocner (in foto) è stato prosciolto dal tribunale dall'accusa di avere ordinato nel 2018 l'assassinio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova. Kocner, riconosciuto colpevole di un'accusa legata al possesso di armi, era a giudizio da gennaio davanti al tribunale speciale di Pezinok, a nord est di Bratislava. Per il tribunale non ci sono prove sufficienti che Kocner abbia ordinato e finanziato la loro eliminazione. Una donna identificata come Alena Zsuzsova e un ex poliziotto identificato come Tomas S erano indicati dal principale testimone, Zoltan Andrusko, come complici nei due omicidi. Il tribunale non ha trovato prove sufficienti a carico di Alena Zsusova, mentre Tomas Szabo è stato riconosciuto colpevole di complicità nei due delitti e condannato a 25 anni di carcere. La Procura potrà appellare le sentenze. Zoltan A, insieme all'uomo che ha ammesso di avere materialmente premuto il grilletto, Miroslav M, era già stato precedentemente condannato. Kuciak si era occupato delle attività imprenditoriali di Kocner e di alcuni presunti casi di corruzione. La morte del giornalista innescò una serie di proteste di piazza che portarono alla caduta dell'allora governo. Indignati i familiari del giovane assassinato a Velka Maca. Il padre, Jozef Kuciak, si è detto “disgustato”. Stessa reazione è quella avuta dalla presidente della Slovacchia, Zuzana Caputova, che ha dichiarato: "Devo dire che sono stata scioccata dalla sentenza", precisando di rispettare il verdetto della Corte. "Al momento penso ai genitori dei due giovani", ha proseguito, concludendo che "dobbiamo sapere la verità”. Anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, ha espresso la sua amarezza per la sentenza. “La decisione presa oggi dal tribunale" slovacco di Pezinok "mostra che c'è ancora molto lavoro da fare per garantire la giustizia e prevenire l'impunità”, ha detto. Questo “è dovuto alle famiglie e ai colleghi di entrambe le vittime, ma anche all'intera società slovacca".
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