di AMDuemila
Il presidente russo ha ribadito al premier quanto sia controproducente ogni tentativo di interferenza
Prima ha squillato il telefono di Angela Merkel, poi quello di Emmanuel Macron ieri, invece, a squillare è stato il telefono di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Dall’altra parte della cornetta sempre lui, Vladimir Putin. Il presidente russo è preoccupato per la crisi nella vicina Bielorussia e per eventuali ingerenze straniere nel Paese che potrebbero sovvertire lo status quo. Nell’arco di una settimana Putin ha telefonato ai principali leader europei per ribadire la propria posizione e intimare loro di non muovere un muscolo in Bielorussia. Parola d’ordine: “Non interferite”. Da quanto trapela, ieri alla cornetta Conte ha fatto presente all’omologo russo che di fronte a manifestazioni e proteste di queste dimensioni non si può far finta di nulla e ha sollevato l’importanza di una mediazione internazionale affidata all’Osce. Il problema però, come confermano anche fonti russe, è ciò quello che gli europei considerano “un tentativo di mediazione” è visto dai russi come “un’interferenza”. “Durante lo scambio di opinioni sulla situazione in Bielorussia dopo le elezioni presidenziali - si legge nella nota del Cremlino diffusa da Gazeta.ru - la parte russa ha sottolineato quanto controproducente possa essere ogni tentativo di interferire negli affari interni della Repubblica”. Il premier avrebbe chiesto a Putin chi si farebbe carico della gestione del Paese in caso Lukashenko perdesse il controllo della situazione. Il presidente russo ha fatto capire che una perdita di controllo da parte di Lukashenko sarebbe un disastro per tutti, e che per questo avrebbe consigliato lui stesso, a Lukashenko, di incontrare gli altri ex candidati alla Presidenza per cercare di trovare una soluzione di compromesso. E su un possibile sostegno militare a Lukashenko, Putin ha ricordato che in base al Trattato di Sicurezza Collettiva, la Russia, qualora fosse avanzata la richiesta, sarebbe “obbligata” a offrire il proprio aiuto. E ha anche detto che Lukashenko quella richiesta l’ha già avanzata, ma la Russia non ritiene che ci siano al momento le condizioni per un intervento. “Se però la situazione dovesse precipitare, e si dovessero verificare attacchi a palazzi delle istituzioni - ha detto Putin - allora la valutazione sarà diversa”. In base ai due trattati, ha spiegato Putin, Russia e Bielorussia devono infatti, assistersi a vicenda nella difesa della sovranità, dei confini esterni e della stabilità interna. “Per come la vedo io, stiamo agendo in maniera molto più contenuta e neutrale nei confronti degli eventi in Bielorussia rispetto a molti altri paesi, sia europei che americani”, ha detto ancora Putin.
“Ma la situazione in Bielorussia si sta stabilizzando”, ha rassicurato il presidente russo e ha auspicato che i problemi possano essere risolti in maniera pacifica, “senza estremismi”. L’importante, ha affermato ieri in un’intervista tv, è che Lukashenko ascolti il suo popolo: “Se la gente è scesa in strada, bisogna tenerne conto, ascoltarla, reagire”.
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