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di Jorge Figueredo
Ha avuto grande risonanza nei media locali e nelle reti sociali la triplice vittoria cittadina contro la corruzione e per la trasparenza della gestione degli alti funzionari pubblici, ottenuta in questi giorni. Innanzitutto la storica sentenza della Corte Suprema di Giustizia che ha deciso di non dare seguito all’Azione di Incostituzionalità promossa dalla Corte dei Conti della Repubblica e rendere effettivo l'ordine di pubblicare le dichiarazioni giurate delle proprietà e dei redditi di tutti i funzionari pubblici.
Il secondo risultato raggiunto dalla cittadinanza è stato il veto del Presidente della Repubblica Mario Abdo Benítez contro la legge che mirava a depenalizzare le dichiarazioni giurate false, approvata dalla Camera dei Deputati - meglio conosciuta negli ultimi anni come la “camera della vergogna” - per la costante opera di protezione della corruzione e dei parlamentari che hanno commesso vari illeciti. Il terzo colpo inferto è stata una ricusazione contro i ministri della Corte, ma è stata respinta.
Il quotidiano Ultima Hora della capitale riferisce: "Come se non bastasse lo schiacciante intervento dello schieramento ‘colorado e liberal’ alla Camera Bassa sulla controversa legge, è emerso che 18 deputati del partito colorado, cartistas e abdistas (sostenitori dei governi di Cartes e Mario Abdo, rispettivamente, ndr.), con due alleati liberali, hanno tentato un'azione disperata per evitare che vengano rese pubbliche le loro dichiarazioni giurate, presentando una ricusazione contro i ministri della Corte come "terzi interessati", ma la richiesta è stata tempestivamente respinta. In questo modo, la maggioranza dei membri della Camera dei Deputati hanno ricevuto un duro colpo e una triplice sconfitta politica nel loro spudorato tentativo di proteggere il segreto sull'incremento dei loro patrimoni e l'ottenimento dell'impunità nel caso in cui venga dimostrato che hanno mentito sulla dichiarazione dei loro beni".
Malgrado il ricorso risalga alla settimana scorsa, i nomi dei firmatari sono stati resi noti solo questo lunedì. Tra loro, secondo il quotidiano Ultima Hora i ‘cartistas’ Pedro Alliana, Basilio Bachi Núñez, Cristina Villalba, Rocío Abed, Miguel Tadeo Rojas, Del Pilar Medina, Nazario Rojas, Hugo Ramírez, Blanca Vargas, Justo Zacarías Irún, Néstor Ferrer e Derlis Maidana; i ‘colorados abdistas’ Freddy D’Ecclessiis, Rubén Balbuena, Pastor Soria, Carlos Núñez Salinas e Roberto González; e i liberali Édgar Ortiz e Andrés Rojas Feris, Hugo Capurro e Enrique Mineur, oltre ad altre firme che non sono state identificate.
Particolare attenzione merita la posizione assunta dalla Corte Suprema di Giustizia per quanto riguarda il rendere pubbliche le dichiarazioni giurate sui beni e i redditi dei funzionari pubblici senza la necessità di un'autorizzazione giudiziaria. Come già menzionato, La Corte dei Conti della Repubblica aveva fatto ricorso alla Corte Suprema di Giustizia per promuovere l’Azione di Incostituzionalità contro le risoluzioni prese alla Camera Bassa e inserite nel fascicolo rubricato come "Difesa Costituzionale promossa dal Sig. Juan Carlos Lezcano Flecha contro la Corte Generale dei Conti della Repubblica”.
Nel contesto dei tanti fatti politici, economici e giudiziali, degli ultimi anni in Paraguay, dove il più delle volte la mafia ha sempre vinto, quanto accaduto in questi giorni è una piccola luce nel buio dell'impunità e contro le grandi disuguaglianze sociali ottenuta soprattutto attraverso la lotta dei cittadini, come quella del movimento guidato dalla leader parlamentare María Esther Roa (escrachadores a los corruptos) e Rocío Vallejo per nominare alcuni. A ciò si aggiunge la pressione cittadina attraverso le reti social e le varie mobilitazioni contro la corruzione che hanno avuto luogo in questo mese e per i quali sono stati deplorevolmente accusati alcuni leader cittadini, per aver apparentemente violato la quarantena; tuttavia secondo l'opinione di diversi referenti della società civile, il Ministero Pubblico viene usato per frenare le interrogazioni fatte ai corruttori e ai corrotti che non solo hanno colpito funzionari dipendenti del Potere Esecutivo, ma anche i politici e il settore privato, abituati a guadagnare vincere appalti in collusione con i settori criminali dello Stato.
Nonostante le gravi contraddizioni del governo di Mario Abdo in materia di lotta alla corruzione e per la trasparenza, così come questa vittoria cittadina, bisogna continuare ad insistere nelle denunce contro la corruzione e far sì che il popolo abbia il controllo su come i governanti di turno amministrano le ricchezze del paese, attraverso le reti sociali e anche con manifestazioni fisiche, nel rispetto di tutti i protocolli sanitari, perché la salute etica e morale del nostro amato Paraguay è uguale o persino più cruciale della sua salute fisica.

Foto di Copertina: www.celag.com

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