di AMDuemila
Il Pontefice: "Ridurrà notevolmente il rischio corruzione di chi gestirà gli Enti della Santa Sede e del Vaticano"
Arriva il nuovo codice degli appalti voluto per il Vaticano e la Santa Sede da Papa Francesco. Un codice audace composto da 86 articoli ai quali se ne aggiungono altri 12 relativi alla tutela giurisdizionale nei casi di contenzioso con il quale si interverrà sulla delicatissima questione degli appalti e dei beni immobili appartenenti alla Chiesa. All'art. 1 vengono spiegate le finalità, ovvero l'impiego sostenibile dei fondi interni, la trasparenza delle procedure di aggiudicazione, "la parità di trattamento e la non discriminazione degli offerenti, in particolare mediante misure in grado di contrastare gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione". Si entra quindi nel dettaglio. L'art. 5 elenca i principi fondamentali che sono "l'eticità nell'orientamento delle scelte economiche e degli interlocutori su parametri di rispetto della Dottrina sociale della Chiesa; l'autonomia amministrativa e la sussidiarietà nelle scelte gestionali dell'Ente; la leale collaborazione tra gli Enti e le diverse direzioni del Governatorato", così da ottenere "economicità, efficacia ed efficienza", "programmazione e razionalizzazione della spesa" evitando operazioni non necessarie, e in particolare una procedura di aggiudicazione che "deve essere trasparente, oggettiva e imparziale".
Nel codice sono contenute anche misure contro il conflitto di interesse, gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione. Così da evitare "qualsiasi distorsione della concorrenza e garantire la parità di trattamento tra tutti gli operatori economici". Inoltre dovranno essere esclusi dall'iscrizione all'apposito Albo e dalla partecipazione alle gare operatori economici che siano in quel momento sottoposti a indagini, a misure di prevenzione o condanne in primo grado per "partecipazione a un'organizzazione criminale, corruzione, frode, reati terroristici", per "riciclaggio di proventi di attività criminose" e "sfruttamento del lavoro minorile". Ma tra le cause di esclusione c'è anche il non aver ottemperato "agli obblighi relativi al pagamento di imposte o contributi previdenziali secondo le normative del Paese in cui si è stabilito", come pure risiedere o essersi stabilito in Stati "aventi regimi fiscali privilegiati". E ancora. Salvo alcuni casi stabiliti come eccezione "tutti i beni e servizi, sotto pena di nullità del relativo contratto, sono ordinariamente acquisiti dagli enti in modo centralizzato". Le "autorità centralizzate", si legge nell'articolo 15, sono da una parte l'Apsa "relativamente ai dicasteri della Curia romana" e alle istituzioni collegate alla Santa Sede; dall'altra il Governatorato. Sono previste deroghe alla centralizzazione, ma andranno debitamente motivate. La Segreteria per l'Economia, sentita l'Apsa con procedimento congiunto con il Governatorato, pubblicherà e aggiornerà ogni sei mesi "l'elenco dei prezzi e i corrispettivi di riferimento dei beni e servizi" insieme al costo del lavoro dei professionisti iscritti all'Albo: saranno calcolati prendendo in considerazione prezzi e corrispettivi nei mercati in cui gli enti vaticani si approvvigionano. Gli enti vaticani dovranno pianificare gli acquisti entro il 31 ottobre di ogni anno. In aggiunta presso la Segreteria per l'Economia viene istituito un elenco dei dipendenti e degli incaricati professionali temporanei abilitati a svolgere la funzione di progettista perito e di membro della commissione giudicatrice. Saranno sorteggiati e parteciperanno a rotazione alle commissioni, sempre in base alle loro specifiche qualifiche professionali. Sono molto dettagliate le "incompatibilità" con l'iscrizione all'elenco, tra le quali c'è la parentela "fino al quarto grado" o l'affinità "fino al secondo grado" di un soggetto riferibile a un operatore economico che abbia presentato offerta, e anche l'essere socio o l'esserlo stato nei cinque anni precedenti di un operatore economico che abbia presentato offerta. Pur tenendo ben presenti i principi fondamentali e le finalità dell'ordinamento canonico, insieme alla peculiarità dello Stato della Città del Vaticano, con il nuovo codice unico promulgato dal Papa si fa tesoro delle regole più efficaci e delle "buone pratiche" in vigore in molti Stati. La nuova normativa in materia di appalti e contratti in Vaticano "consentirà di ridurre in modo notevole il pericolo di corruzione di quanti sono chiamati alla responsabilità di governo e di gestione degli Enti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano", ha detto Papa Francesco.
Dalla sala stampa del Vaticano hanno fatto sapere che il codice ha come "principio ispiratore la diligenza del buon padre di famiglia, che desidera una gestione efficace ed etica delle proprie risorse, che favorisca al contempo la trasparenza, il controllo e un equo trattamento di reale concorrenza tra quanti desiderano stabilire un rapporto economico con gli enti interessati". Il testo, si apprende, sarà promulgato mediante la pubblicazione su L'Osservatore Romano ed entrerà in vigore in trenta giorni da oggi. "Il documento - ricorda ancora il Vaticano - è il frutto di un lavoro sinergico coordinato dalla Segreteria di Stato, tra i vari enti della Curia Romana, tra cui il Consiglio per l'Economia, la Segreteria per l'Economia, l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Si tratta di un codice unico, che supera la regolamentazione attualmente in vigore presso alcune singole realtà e si applica ora a tutti gli enti riferibili alla Santa Sede e allo Stato della Città del Vaticano. La normativa si inscrive nella più avanzata legislazione internazionale in materia".
Fonte: AdnKronos
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