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di AMDuemila
La reazione del presidente dell'ANP alla promessa di annessione dei territori occupati da parte del neo governo israeliano
"Gli USA saranno pienamente responsabili insieme a Israele dell'oppressione del popolo palestinese''

Mahmoud Abbas non ci sta, e alla nascita del nuovo governo di Israele che avrà come primo punto in agenda l'annessione dei territori occupati, rompe definitivamente sia con Tel Aviv che con Washington, promotore del discutissimo "Century Deal". Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese ieri sera ha annunciato durante una conferenza stampa d'emergenza di voler interrompere tutti gli accordi e le intese sin qui raggiunte, comprese quelle che riguardano la sicurezza. ''L'Organizzazione per la liberazione della Palestina e lo Stato della Palestina vengono sollevati, a partire da oggi, da tutti gli accordi e le intese con i governi americano e israeliano, e da tutti gli impegni conseguenti, compresi quelli che riguardano la sicurezza'', ha detto Abbas con tono furioso nel corso della riunione con gli altri membri dell'ANP. Già in passato il presidente palestinese aveva più volte minacciato una simile azione, senza però mai portarla a compimento. Abbas ha aggiunto che Israele dovrà ora ''condividere le sue responsabilità e i suoi doveri di fronte alla comunità internazionale, in quanto potere occupante di un territorio che appartiene allo Stato della Palestina'', riporta la Wafa. Allo stesso modo gli Stati Uniti, in quanto ''partner principale del governo di occupazione israeliana'', saranno ''pienamente responsabili dell'oppressione del popolo palestinese'', ha aggiunto Abbas. Il piano del nuovo governo israeliano di annettere circa il 30 per cento dei territori della Cisgiordania si basa sul piano per il Medioriente elaborato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La leadership palestinese sta boicottando il governo americano da quando Trump ha riconosciuto unilateralmente Gerusalemme come capitale di Israele nel 2017.

Foto © Imagoeconomica

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