di AMDuemila
Stamattina l’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta
“Sin dai primi giorni dalla scomparsa di Giulio non potei fare a meno di notare che c'era un contrasto tra gli ottimi rapporti con l'Egitto e l'elusività delle autorità egiziane sul caso nonostante le mie pressioni". A dirlo il Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea ed ex ambasciatore d'Italia al Cairo dal 2013 al 2016, Maurizio Massari, sentito davanti alla Commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Massari, audito questa mattina a Palazzo San Macuto, ha ripercorso i giorni della scomparsa del giovane ricercatore friulano, elencando tutta una serie di anomalie registrate attorno alla vicenda. "Il 3 febbraio del 2016 il corpo senza vita di Giulio Regeni venne ritrovato nelle prime ore della mattina alla periferia del Cairo lungo la strada che conduce ad Alessandria ma non ne avemmo immediata notizia da parte delle autorità egiziane", ha raccontato Massari. "Fu soltanto la sera di quel giorno, durante un ricevimento in residenza in onore del ministro Guidi (in quei giorni in visita al Cairo, ndr) e degli imprenditori, che il vice ministro per gli Affari europei del ministero degli Esteri, l'ambasciatore Zaki, mi informò ufficiosamente del ritrovamento di un corpo di un giovane che sarebbe stato corrispondente a quello di Giulio Regeni. Poco dopo, mi giunse notizia sul mio cellulare da una mia fonte egiziana non istituzionale dell'American University del Cairo che mi informava che era stato effettivamente ritrovato il corpo di Giulio Regeni". Quindi, ha proseguito Massari, “suggerii al ministro Guidi di richiedere immediatamente alle autorità egiziane conferma ufficiale della morte di Giulio Regeni e spiegazioni delle circostanze del suo decesso prima di recarsi al ricevimento. Considerando - ha aggiunto - che soltanto poche ore prima il nostro ministro aveva avuto rassicurazioni dal presidente Sisi". Ma nulla da fare. Vani sono stati i tentativi di ottenere informazioni a nome del Governo italiano e del ministro da parte delle autorità egiziane. “Ricordo che mi rivolsi immediatamente e con insistenza oltre che al rappresentante del ministero degli Esteri egiziano presente al ricevimento anche, telefonicamente, agli altri interlocutori egiziani incluso gli uffici del presidente”, ha sottolineato Massari. “Non avendo avuto riscontro di questa richiesta di ufficializzazione della morte del nostro connazionale e delle spiegazioni sulle circostanze, suggerii al ministro Guidi di annullare il ricevimento e interrompere la visita. Ritenevo che continuare un evento sociale e una missione di business quando un cittadino italiano era appena stato ritrovato morto in circostanze misteriose - con le autorità egiziane che con ambiguità e imbarazzo rifiutavano persino di ufficializzare la notizia - fosse incompatibile in primo luogo con il rispetto per la vita di Giulio e per i suoi familiari. E poi dell'Italia stessa".
L’impegno per la ricerca della verità
Durante la sua permanenza in Egitto nei giorni del rapimento di Regeni, Massari ha assicurato che c’è stato un ”fortissimo impegno a tutto campo profuso da me e dall'ambasciata, in raccordo con il governo di Roma, sin da subito dopo la scomparsa di Giulio".
Un impegno anche a sostegno dei "nostri organi inquirenti". "Non abbiamo mai lesinato sforzi sia nella ricerca di Giulio che della verità”, ha affermato l’ex Ambasciatore.
L’immagine del corpo torturato di Giulio ha ”lasciato una traccia indelebile nella mia memoria - ha continuato Massari - la sua tragica fine riguarda anche l'Europa, l'Ue è stata in varie occasioni interessata sul caso su impulso delle autorità italiane e dovrà mantenere alta l'attenzione". "Sarebbe da assicurare da parte dell'Università di Cambridge, presso cui Regeni svolgeva il suo dottorato, tutta la necessaria collaborazione", ha continuato il Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea. "Auspico che piena luce possa essere fatta e che, attraverso la verità, la piena fiducia nei rapporti dell'Italia e dell'Europa con l'Egitto possa essere ripristinata", ha concluso Massari ribadendo la propria vicinanza ai genitori del giovane “che hanno dimostrato un coraggio e forza d'animo eccezionale”.
In foto: © Imagoeconomica