di Jean Georges Almendras
È stato un cittadino cordovese (della città di Cordova, Argentina), che leggeva le contraddizioni dell'umanità e le criticava. Un protagonista molto attivo per una nuova società. Un attivista incondizionato della lotta sociale. Un uomo di grande nobiltà e fedeltà che si incontra raramente lungo il cammino. Coerente con le sue idee e con le idee rivoluzionarie dei leader della lotta del suo tempo, come Agustín Tosco. Coerente con le idee e la lotta per la giustizia degli uomini di questo tempo, come Nino Di Matteo. Un faro di luce dell'Antimafia in Argentina, ispirato nei martiri dell'Antimafia italiana, come i giudici uccisi da Cosa Nostra, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, senza dimenticare il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa e molti altri. Un protagonista dell’attivismo incondizionato che portiamo avanti attualmente tutti i redattori. Un protagonista dell'attivismo incondizionato che in questi ultimi tempi, tutti noi redattori delle redazioni di Antimafia del Sud-America e della redazione di ANTIMAFIADuemila in Italia portiamo avanti.
Era un uomo degno della fiducia e un amico personale del nostro direttore e fondatore Giorgio Bongiovanni verso il quale provava una lealtà e una profonda ammirazione, considerandolo la sua guida nel suo lavoro di combattente per la Verità e la Giustizia, nel suo impegno Antimafia. Un ideologo e un acerrimo nemico delle ipocrisie che molte volte lo hanno reso un ribelle determinato ed un provocatore insolente. È stato un umanista per eccellenza, con l'umiltà propria dei combattenti che operano vicino ai disederati e a chi soffre la solitudine e l’arbitrarietà. Un nemico dei demagoghi e dei tiepidi. Un uomo diretto che non faceva giri di parole. Uno stretto collaboratore della nostra redazione in Uruguay. Un amico e fratello molto caro. È stato anche uno dei miei più stretti compagni di militanza e di lotta durante i nostri viaggi in Paraguay in occasione delle commemorazioni in memoria del giornalista Pablo Medina, assassinato dalla narco politica non molti anni fa.
Un personaggio incomparabile nelle nostre manifestazioni in difesa dei giusti. Un uomo che conosceva molto bene la professione di avvocato, con tutti i privilegi del mestiere, fino a che un giorno lasciò tutto, compreso il suo titolo, per andare sui monti di Chancaní, Cordoba, per dedicarsi ad un'opera umanitaria a favore dei più deboli e degli umili. Un uomo che ha fatto delle proprie idee una modello di vita. Un uomo che dava la faccia, mettendo il suo nome e cognome, per denunciare le ingiustizie sociali, per denunciare la mafia e creare coscienza, molte volte contornato da incomprensioni, delusioni, e critiche verso il suo stile di vita che sorprendentemente provenivano anche da persone a lui vicine. Un uomo che non si arrestava di fronte ai contrattempi né tanto meno si piegava di fronte ai tradimenti e alle critiche. Un uomo che sposò la lotta dei giovani del Movimento Culturale Our Voice; che fece proprio il loro attivismo attraverso l'arte. Uno tra i pochi uomini che ha compreso subito il senso che ispirò Sonia Tabita Bongiovanni a fondare il Movimento, quando era ancora un'adolescente.
Raúl Blázquez è stato un combattente come pochi. Un essere molto rispettato.
Negli ultimi due anni una malattia lo ha colpito e messo a dura prova. Ciononostante, è andato avanti lo stesso combattendo il male, senza abbassare la guardia e senza smettere di lavorare per le sue idee, sempre assistito incondizionatamente dagli esseri cari che lo hanno accompagnato sui monti di Chancani: sua moglie Alicia e i suoi compagni attivisti nell'Antimafia e nell’opera umanitaria in quella desolata regione della terra argentina, Alejandro e Nicolás.
Oggi abbiamo ricevuto la notizia del suo decesso. Oggi raccogliamo il suo esempio. Oggi noi redattori di Antimafia Dos Mil e di ANTIMAFIADuemila, ed i giovani di Our Voice viviamo ore di angoscia. L'angoscia, egoista, di non averlo più tra noi: come attivista, combattente ed essere umano affascinante ed integro.
Voglio ricordare un'esperienza vissuta: prima che l'implacabile malattia lo debilitasse nel fisico (mai nello spirito, perché Raúl era un uomo di profonda fede in Dio, militante della Teologia della Liberazione, ma mai un seguace della Chiesa come istituzione), abbiamo partecipato insieme a una marcia nelle strade della città di Curuguaty, portando un cartello che rivendicava giustizia per Pablo Medina. Sotto un sole cuocente camminavamo lungo isolati e isolati insieme a Jorge Figueredo, Matías Gufanti di Our Voice, Dyrsen Medina, gomito a gomito, gridando a gran voce il nome di Pablo Medina. È stata una delle sue ultime apparizioni pubbliche, momenti di attivismo intenso di aneddoti, di scherzi tipici dei ‘cordobesi’ (era di Cordoba, Argentina). Un'esperienza indimenticabile.
Anche negli ultini tempi, sempre fortificato dalle sue idee, dai suoi collaboratori e da sua moglie, Raúl Blázquez veniva invitato nei canali di televisione argentini e in programmi radio.
La sua voce andava in un unico senso: denunciare i mafiosi argentini; denunciare il Sistema Criminale Integrato; denunciare la mafia italiana; sostenere Pubblici ministeri, Giudici e giornalisti antimafia del Sud-America e dell'Italia.
La sua voce era forte. Tanto forte che nelle ultime ore - questo sabato 15 febbraio - quando la sua vita si stava spegnendo, in un servizio della C5N (Argentina), sugli antenati mafiosi di Macri, (non a caso), è stata mandata in onda la sua immagine mentre parlava dei mafiosi dell'Argentina, principalmente Vincenzo Macri, zio dell'ex presidente.
La sua voce e la sua potente denuncia della mafia, continuerà ad essere forte. Rimarrà in noi, i suoi compagni sudamericani dell'Argentina, di Paraguay, Cile e Uruguay. Rimarrà nei redattori dell'Italia. Nei giovani di Our Voice, quando gireranno il mondo.
Grazie Raúl Blázquez, per essere stato quello che sei stato. E per avere fatto quello che hai fatto. Dalla redazione di Antimafia Dos Mil ti diciamo e ti diremo molto forte: "Raúl Blázquez: Presente! Ora, e sempre".
Foto di Copertina: Antimafia Dos Mil e ANTIMAFIADuemila