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di Jean Georges Almendras
Lourenzo "Leo" Veras ucciso a Pedro Juan Caballero (Paraguay)

Aveva 62 anni, era cittadino brasiliano, lavorava in territorio paraguaiano ed era direttore del Portal Web Porä News, oltre che corrispondente per dei quotidiani brasiliani. L'attacco mortale è avvenuto attorno alle 21 di mercoledì 12 febbraio. Il collega stava cenando nel cortile interno della sua abitazione nel quartiere Jardín Aurora. Secondo le informazioni raccolte sulla scena, tre uomini sarebbero arrivati alla casa del giornalista a bordo di una jeep Cherokee introducendosi velocemente nella proprietà. Il collega si è reso conto della loro presenza e ha cercato di fuggire ma gli sconosciuti gli hanno sparato contro a bruciapelo per poi salire sul veicolo e fuggire con destinazione sconosciuta. Uno degli assalitori sarebbe rimasto ferito nel tentativo di fermare il giornalista rimanendo sulla linea di tiro dei sicari. Il ferito è stato portato via dai suoi complici. A cena con il giornalista c’erano sua moglie Cinthia González, suo suocero e suo figlio, che per fortuna non sono stati raggiunti dai proiettili e hanno prestato soccorso al ferito trasportandolo in un ospedale vicino, ma purtroppo è deceduto lungo il tragitto.
Dopo la dittatura stronista, in tempi di democrazia, il giornalismo paraguaiano è stato costantemente preso di mira dalla violenza criminale legata alla narco politica. Il primo giornalista assassinato fu Santiago Leguizamón e quando tutti pensavamo che dopo il suo attentato non ce ne sarebbero stati altri, purtroppo gli attacchi contro il giornalismo non si sono fermati. Ci sono state altre morti, come quella del nostro redattore Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada, fino a quello di ieri sera, arrivando ad un totale di 18 giornalisti uccisi.
Il crimine organizzato - sicuramente strettamente legato al potere politico ed economico - nelle sue diverse configurazioni, sceglie le proprie vittime ed agisce in modo di farle tacere.

veras lourenzo leo omicidio

In questo caso, sebbene non siano stati ancora definiti i moventi dell’attentato, non si scarta l'ipotesi che la tragedia sia strettamente legata alle denunce che il giornalista stava facendo dal suo sito web. Il collega, colpito da una dozzina di proiettili, nelle ultime settimane stava scrivendo su argomenti legati al crimine organizzato.
Collaboreranno alle indagini, per chiarire ogni aspetto dell’attentato, i pm Alicia Sapricia, (dell'Unità per il Crimine Organizzato), il pm ‘Anti-sequestri’ Federico Delfino ed il Pubblico Ministero per gli Affari Internazionali, Manuel Doldán. Il pool di investigatori è diretto dal pm Marco Amarilla, dal primo momento impegnato sulla scena del delitto.
Proprio lo stesso Amarilla, parlando con i giornalisti locali, avrebbe fatto intendere che Lourenzo "Leo" Veras aveva ricevuto minacce. Da parte sua, la moglie del giornalista, sebbene non abbia potuto confermare questa affermazione, ha dichiarato che ultimamente suo marito si era nervoso e teso.
Il giornalismo locale, i membri del Foro dei Giornalisti Uruguaiani (FOPEP) e del Sindacato di Giornalisti del Paraguay, SPP, hanno condannato il fatto sollecitando maggiore protezione per lo svolgimento del lavoro di informazione, affermando che "lo Stato è infettato dalla mafia e dalla narco politica”.
Dalla redazione di Antimafia Dos Mil, la nostra solidarietà alla famiglia del collega assassinato ed ovviamente il nostro ripudio per l'accaduto. Chiedendo con rabbia alle autorità impegnate nelle indagini che l'attentato non rimanga impunito e che il peso della Legge colpisca non solo chi ha premuto il grilletto, ma anche i mandanti del mortale attacco.
Mandanti che in genere rimangono protetti nell’ombra sotto l'ala del Potere di turno.

*Foto di Copertina: www.diarioabccolor.com
*Foto 2: www.diarioultimahora.comt

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