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di AMDuemila - Video
Le immagini hanno fatto il giro del mondo. Il vent'enne non è in pericolo di vita
Avviata indagine che avrà 5 mesi di tempo. Nel mentre l’agente rimane in libertà, avrà solo l'obbligo di firma mensile in commissariato

Proseguono le proteste in Cile contro il governo Piñera, e con loro prosegue anche l’azione repressiva intrapresa da mesi dalle forze di sicurezza contro i manifestanti. Un nuovo video che sta circolando in rete in queste ore ha scioccato l’opinione pubblica nel Paese. Nelle immagini si vede un giovane vent’enne sceso in piazza durante i disordini di venerdì mattina a Santiago del Cile rimasto schiacciato tra due blindati dei Carabineros. Uno dei mezzi ha tentato chiaramente di investire il manifestante seguendo la sua direzione e dopo averlo scaraventato contro l’altro blindato è stato assalito dalla folla che ha assistito alla scena, dandosi poi alla fuga. Fonti dicono che fortunatamente il ragazzo non è in pericolo di vita ma ha riscontrato gravi fratture. Il filmato sta diventato di ora in ora più cliccato sui social e ha già causato l’indignazione delle istituzioni e delle organizzazioni per i diritti umani.
Oltre quattromila persone, secondo dati ufficiali, hanno marciato fino a piazza Italia nel decimo venerdì di protesta, nonostante la decisione del prefetto di schierare a protezione della zona mille agenti di polizia. Ma i manifestanti, in gran parte giovani, non hanno per questo desistito a scendere in piazza, reiterando le richieste di maggiore equità sociale avanzate a gran voce dal 18 ottobre scorso. Dall’inizio dei disordini si contano già almeno 23 morti e quasi tremila arresti.
Quello che a detta il generale Enrique Monras si tratterebbe di “incidente” è avvenuto in una giornata, quella di venerdì appunto, caratterizzata dove si sono registrati “25 arresti per atti violenti tra i quali uno per il lancio di una molotov. Un poliziotto - ha proseguito nel su racconto dei fatti il generale - è stato ferito mentre era in sella alla sua motocicletta, e a un altro è stato rubato il mezzo, gettato poi nel fiume Mapocho”.
Stando alla sua versione, quindi, ”due blindati stavano facendo manovra nel tentativo di recuperare la motocicletta rubata quando uno dei violenti è rimasto schiacciato tra i veicoli, apparentemente in modo grave". Ciononostante, ha aggiunto, "i Carabineros hanno avviato un'indagine amministrativa e, parallelamente, sono stati informati la procura e il ministero dell'Interno affinché diano corso ad una inchiesta giudiziaria sull'accaduto".
Nel frattempo però il direttore per le Americhe di Human Rights Watch Jose' Miguel Vivanco (che ha documentato per due settimane le violazioni commesse dalle forze di sicurezza durante le proteste) ha chiesto l'allontanamento e sanzioni penali per i responsabili del brutale investimento. "Se questo non accade, e presto - ha scritto su Twitter - gli abusi proseguiranno". Mentre il capogruppo della Democrazia Cristiana, all'opposizione in parlamento, il deputato Gabriel Ascencio, ha annunciato che chiederà conto al prefetto Felipe Guevara per il massiccio schieramento di polizia volto ad evitare le manifestazioni nel centro della capitale cilena. "Dovrà darci precise spiegazioni - ha detto - sulle ragioni che lo hanno portato ad impedire la libertà di movimento e il diritto di riunione”.

5 mesi di indagini
Dagli ultimi sviluppi risulta che le indagini sull’accaduto avranno al durata di 5 mesi e per il momento non produrranno sanzioni severe per Mauricio Carrillo Castillo, questo il nome dell’agente di polizia alla guida del blindato che ha investito il ragazzo. La magistratura cilena, infatti, sembra essersi subito attivata e il membro dei 'carabineros', è stato presentato davanti ad un giudice di garanzia che ha ascoltato la relazione del Pubblico ministero e ha deciso una formalizzazione dell'istruttoria con l'accusa di 'lesioni gravi preterintenzionali' ai danni del giovane Oscar Ignacio Pe'rez Corte'z. A sua difesa l'agente Carrillo Castillo ha giurato di non aver visto né il giovane in questione né l'altro veicolo contro cui è stato schiacciato. A conclusione dell'udienza il pm aggiunto della Procura centro-nord della capitale, Sergio Ortiz, ha disposto per l'accusato l'obbligo di firma mensile in un commissariato di polizia per tutta la durata dell'indagine, che dovrà’ concludersi in 150 giorni. Respinto invece la richiesta di Pablo Rivera, coordinatore per questa vicenda dell'Istituto nazionale dei diritti umani (Indh), che aveva chiesto per l'imputato l'arresto preventivo.

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