di Alejandro Díaz
50 agenti della Polizia di Cordoba partecipano ad una lezione con il dr. Raúl Blázquez
Martedì 17 settembre 2019 abbiamo partecipato insieme ai membri dell'equipe all'Incontro informativo Antimafia con il Personale di Polizia della Provincia di Cordoba".
L'evento si è svolto nella sala conferenze dell'Unione di Educatori della Provincia di Cordoba (UEPC), sezione Salsacate. Siamo stati convocati dal Personale della Polizia di Cordoba, Dipartimento Regionale Pocho, nell’ambito di un progetto di formazione integrale al quale partecipano gli agenti delle forze dell’ordine. Hanno assistito all’incontro circa 50 agenti ed ufficiali di polizia, di diverso grado e di diverse aree di specializzazione.
Il relatore, l'avvocato Raúl Eduardo Blázquez, rappresentante di ANTIMAFIADuemila, ha spiegato in modo approfondito cos’è la Mafia, le sue abitudini, comportamenti e metodi.
Ha esordito con una citazione categorica: "La Mafia è un'organizzazione, una struttura di potere, che ha una straordinaria capacità di infiltrazione nella società civile e nello Stato". Aggiungendo: "Per parlare di Mafia, bisogna parlare di Boss, di politici, di massoneria, di 'colletti bianchi'".
Nel suo discorso ha parlato di territorialità, mafiosità, legami di sangue, omertà, pizzo, elencando le Organizzazioni Criminali italiane di tipo mafioso: Cosa Nostra, Sacra Corona Unita, Camorra e ´Ndrangheta.
Blázquez è stato categorico e deciso nel descrivere la violenza della Mafia, raccontando degli omicidi dei bambini Claudio Domino e Giuseppe Di Matteo. Così come delle stragi di Via D'Amelio e Capaci, dove furono assassinati i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ha ricordato la storica presenza della Mafia in Argentina, attraverso personaggi come Gaetano Pendino, Juan Galiffi e Francisco Marrone. Ed anche mafiosi attuali come: Gaetano Fidanzatti, Rocco Morabito, Pantaleone Mancuso e Giancarlo Massida.
Ha descritto gli aspetti dell'economia mafiosa, sia nelle attività legali che illegali. Ponendo enfasi nella condotta parassitaria negli appalti e nelle concessioni per infrastrutture e servizi dello Stato. Soffermandosi sui casi di "ManLiBA" e dei Parchi Eolici.
Si è dato spazio alle domande degli agenti, molto varie e di notevole importanza per lo sviluppo di un'ulteriore approfondimento della materia. Vorrei riportare una in particolare…
Si può combattere la Mafia?
A questa domanda Raúl ha risposto così: “Indubbiamente si può combattere, è quello che stiamo facendo [riferendosi alla riunione in corso]. La Mafia non vuole manifestazioni contro la Mafia. Quello che disturba loro è che ci sia un’antimafia. Un antimafia formata da giudici, pubblici ministeri, giornalisti come il direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni, o Gianni Bisiach e Lorenzo Baldo, ma anche persone comuni, le vittime di attentati ed altri. L'unico modo di combatterla è organizzare una rete antimafia. Che dovrebbe riunire giudici e pubblici ministeri, legislatori… E con ogni rispetto dico, voi conoscete qualche legislatore che abbia la capacità di fare una "legge antimafia”? Il motivo è che non conoscono l'argomento. Che legge posso fare su una pietra se non so cosa sia una pietra? Un fattore importante è che la Mafia non vuole che si parli di lei. Quindi adesso la stiamo smascherando, più si affronta il tema, più si inizia ad avere consapevolezza al riguardo. Fatelo per i vostri figli, fratelli, nipoti"! Ed ha aggiunto: "L'abbraccio della Mafia uccide. Molti imprenditori in una situazione di crisi e di disastro economico, si rivolgono alla Mafia per chiedere aiuto. Quindi il mafioso pretende poi metà dell’impresa”.
La Psicologa e Pedagogista Alicia Zampatti, che affiancava l'avvocato, ha aggiunto: "Nelle università, nelle scuole non si nomina la Mafia, si parla di Mussolini, di Hitler. I libri di testo includono lo scioglimento del sistema feudale e la nascita dello Stato, ma non si parla di Mafia. Ci nascondono questa informazione”.
Un altro agente ha chiesto: "È possibile che un figlio di mafioso non sia anche lui mafioso?" Raúl ha risposto: "Nel sistema giudiziario italiano, ci sono programmi di protezione per giovani di 14, 15, 16 anni che sono andati via da casa, sono usciti dalla "famiglia", ed ovviamente sono condannati a morte per questo”.
La Mafia è ben altro che una fantasia. La Mafia è una realtà, un fatto storico. Le sue attività, benché portate avanti sempre in modo nascosto e criptico, sono visibili a tutti. Il narcotraffico, i grandi attentati, i magnicidi, gli scandalosi fatti di corruzione, sono visibili a tutti. Visibili a tutti coloro che vogliono trovare la verità, che rifiutano l'indifferenza.
L'Antimafia non è solo un fenomeno di denuncia della criminalità organizzata, è anche, anzi soprattutto, un movimento a favore dell'idea di Stato, di Repubblica, di Democrazia, di Diritto e Cultura della Legalità. Da questo deriva la necessità di organizzare delle attività congiunte tra i rappresentanti Civili dello Stato (i cittadini), ed i rappresentanti Istituzionali dello Stato (i funzionari).
Non voglio chiudere l'articolo senza ringraziare le autorità della Polizia di Cordoba che ci hanno accolto con grande cortesia e con cui ci auguriamo di continuare a lavorare congiuntamente. Ringraziamo anche i membri della nostra equipe tecnica, Pablo Scarampy, Nicolás Fernández ed Anabel Oyola.
Foto © Anabel Oyola