di Alejandro Díaz
La Dittatura Civile, Militare ed Ecclesiastica, che usurpò lo Stato argentino durante il periodo 1976-1983, si scagliò con estrema violenza contro la popolazione in generale, e in particolare contro alcuni settori. Operai, studenti e persino uomini d'affari furono vittime scelte in modo specifico perché ostacoli di una forza parastatale già presente prima della Dittatura Militare, durante la Dittatura Militare e che rimase presente anche dopo la Dittatura Militare.
Oggi, nonostante gli arresti di decine di repressori, appena adesso inizia a sollevarsi il velo che ci permette di comprendere le vere relazioni di potere che resero le Forze armate un burattino. A questo riguardo sono fondamentali i progressi fatti a livello investigativo per individuare le "Responsabilità imprenditoriali in Delitti di Lesa Umanità". A questo proposito vi voglio citare il libro: "Cuentas pendientes: Los cómplices económicos de la dictadura” (Conti in sospeso. I complici economici della dittatura), Siglo XXI Editores del 2013, dove numerosi specialisti in diversi campi, tra cui Juan Pablo Bohoslavsky (Dottore in Diritto), Claudio Tognonato (Sociologo e Filosofo), e Horacio Verbitsky (Giornalista, Scrittore ed astronauta honoris causa), forniscono i primi risultati delle investigazioni svolte, cercando di dimostrare scientificamente che esisteva un gruppo organizzato (proveniente dal settore privato, che includeva anche i principali dirigenti di compagnie multinazionali) che creò le condizioni previe al colpo di Stato, mentre si infiltrava nelle Forze armate incitandole a realizzarlo. E che, appena deposto il Governo Costituzionale, ricoprì posti nevralgici dell'amministrazione pubblica, in particolare i portafogli economici, che sfruttò per saccheggiare con foga lo Stato a beneficio proprio e dei suoi "amici". La Dittatura non rappresentò soltanto un movimento repressivo, ma era, ed è ancora, un progetto economico, sociale e, in definitiva, politico.
Come gli stessi autori dichiarano: "Gli intellettuali e gli esperti [civili ed ecclesiastici] non si limitarono ad essere istigatori e complici della dittatura. In alcuni casi furono i principali fautori, persino contro il parere di molti militari, delle trasformazioni più regressive legate al Processo di Riorganizzazione Nazionale”. Ed ancora: "La natura di quella relazione [tra Stato Criminale ed Economia] fu determinata dalla (imposta) supremazia delle Forze armate sull'ordine costituzionale e dalla sua vocazione di perpetuarsi al potere e di impadronirsi delle risorse (…) Alcuni settori dell'economia forgiarono lo scenario del colpo di stato ed il loro piano economico, e delle volte trattavano alla pari o dettavano ordini ai militari, o addirittura partecipavano al potere coercitivo statale per reprimere e delinquere…", da qui in avanti tutte le citazioni sono estratti di questo libro che raccomando di leggere, studiare e ponderare.
Negli anni precedenti il colpo di Stato, il movimento operaio organizzato rivendicava, in un contesto di progetto sociale (il consolidamento di una Repubblica Democratica), una nuova forma di distribuzione delle ricchezze della Nazione. Contrapposti a loro, un gruppo di imprenditori, latifondisti e soggetti non ancora identificati, influenzarono e fecero pressione sugli apparati dello Stato per mantenere le proprie posizioni di privilegio al di sopra della legge. Uno dei principali nuclei era a Villa Constitución, provincia di Santa Fe, dove sorgevano due dei principali poli industriali nell'ambito di progetti di sostituzione delle importazioni: SOMISA ed Acindar.
Il 24 marzo 1974, due anni prima del colpo di stato, “un distaccamento della polizia si istallò dentro la proprietà della fabbrica di Villa Constitución", che fu praticamente militarizzata, "al punto che (…) il vicino 'ostello' per single, dopo il colpo del 24 marzo del 1976, fu adibito a centro clandestino di detenzione". Le tensioni per la lotta sindacale aumentarono fino a che, a marzo del 1975, ci fu uno sciopero, che si protrasse per circa due mesi. Dopo qualche giorno della prova di forza (legale), "una carovana di oltre 150 veicoli provenienti dalla Capitale Federale occupò militarmente la città e arrestò cento sindacalisti, tra dirigenti di commissioni interne e delegati". La repressione militare ebbe inizio molto prima del golpe, e prima ancora di una "guerra anti-sovversiva", l'imposizione con l’uso della forza di un progetto politico (economico e sociale), statale e parastatale. "Circa trecento lavoratori metalmeccanici di quella località furono arrestati tra il 20 marzo del 1975 ed il 24 marzo del 1976. Ci furono 30 morti, diversi dei quali risultano ancora desaparecidos”.
Il Direttore di Acindar era José Alfredo Martínez de Hoz (morì agli arresti domiciliari accusato di Delitti di Lesa Umanità per il sequestro di due imprenditori), erede di una delle grandi fortune consolidate partendo dal genocidio delle comunità aborigene spogliate dalle loro terre, durante la "Campagna del Deserto”. Una volta installato il Governo de Facto, Martínez de Hoz assume il Ministero di Economia, da dove si predispone ad elargire importanti prestiti e benefici per l'Impresa che aveva appena "abbandonato" per servire lo Stato. Da questa sua posizione promosse l'attuazione di un modello economico basato sulla speculazione finanziaria che portò alla mutilazione delle Entità Bancarie che promuovevano le piccole e medie imprese, responsabili del 60% dei posti di lavoro nel settore privato del paese. Favorendo in questo modo l'eliminazione della concorrenza e al contempo il consolidamento, di Grandi Monopoli. Tra le prime misure adottate implementò un ciclo di indebitamento finanziario, pubblico e privato (successivamente nazionalizzato), con il FMI ed altri enti bancari predatori dove "è opportuno segnalare che, fatti salvi gli effetti che i prestiti generarono in termini di consolidamento del regime, il fatto che questi creditori abbiano ignorato le regole di base in materia di analisi del rischio creditizio preparò il terreno per la crisi del debito scoppiata nel 1982”.
Come spiegano gli autori "Questi uomini d'affari non furono convocati il giorno dopo il Colpo di stato per collaborare, ma rientravano a tutti gli effetti nella fase preparatoria, l'esecuzione e l'applicazione di un piano economico che eliminò il secondo processo di sostituzione delle importazioni. Non siamo in presenza di azioni isolate bensì di un piano sistematico di assalto al potere e riprogettazione sociale, economica e politica”.
In un'inserzione pubblicata a pagamento il 24 marzo del 1977 si legge: "A quel tempo, [i giorni del Colpo] eravamo tutti disposti a dare qualsiasi cosa per avere garanzie minime di vita e di beni, per tornare a respirare aria pura. E fu in mezzo a circostanze così gravi che le Forze armate presero le redini del paese con patriottico impegno, (…) La Società Rurale Argentina ribadisce il proprio sostegno ai produttori e a tutta la cittadinanza ed il suo sostegno ad ogni azione che completi il processo iniziato il 24 Marzo del 1976, per raggiungere così gli obiettivi preposti che in definitiva sono i grandi obiettivi nazionali". Da tener presente che la Società Rurale Argentina era stata fondata 100 anni prima e fu uno dei principali promotori, benefattori e beneficiari della "Campagna del Deserto”.
L'opera della Commissione Nazionale di Valori merita un'attenzione speciale. L'organismo regolatore del mercato di capitali argentini si occupa di "vigilare sulla trasparenza della borsa valori e la corretta formazione di prezzi". Il 25 marzo del 2013, la CNV presentò i risultati di un'indagine interna riguardo gli anni della Dittatura e sulla gestione dell'istituzione, allora diretta da Juan Alfredo Etchebarne, legato al Gruppo Azcuénaga. La relazione seguiva la richiesta di informazioni richieste dai tribunali che portano avanti cause su Crimini di Lesa Umanità. Nella relazione si stabilisce che "la CNV di Etchebarne figura come una 'centrale di intelligence', simile ai settori che dentro le Forze armate fungevano come centri di raccolta di informazioni. (…) Il rapporto descrive una macchina amministrativa che operava con un doppio standard: proteggeva o stimolava la crescita di certi settori al tempo mentre perseguitava altri, imprenditori, finanzieri ed agenti di Borsa, alcuni dei quali furono sequestrati ed in alcuni casi spogliati dei loro beni”.
Numerose testimonianze di vittime affermano che lo stesso Etchebarne era presente durante gli interrogatori nei Centri Clandestini di Detenzione. Dalle indagini condotte del Giudice Daniel Rafecas “emerge che Suarez Masón [Generale a capo della Prigione Militare di Campo de Mayo] creò una 'squadra di lavoro' speciale per eseguire i sequestri", guidata dal colonello Roberto Leopoldo Roualdes che, come risulta dai documenti annessi alla causa, "chiese otto esperti per interrogare i sequestrati: quattro alla Banca Centrale e quattro alla CNV". Dato che "l'Esercito aveva venti o trenta persone, proprietari di imprese, ma non sapeva cosa doveva chiedere. A quel punto la CNV collaborò fornendo gli esperti che erano contabili ed avvocati che sapevano cosa possedeva ognuno di loro". Numerosi sono i casi descritti in dettaglio, forse il più noto è quello della causa Papel Prensa, dove vengono raccontati i dettagli del sequestro, tortura e spoglio dei beni dei famigliari e delle persone vicine a David Graiver, e l'appropriazione indebita (la causa è finita in un "cassetto", da parte dei titolari dei quotidiani, Clarín, La Nación e La Razón.
Tra 1976 e 1983 furono sequestrati centotrentuno imprenditori. Questo sequestro risponde a tre motivazioni: la ricerca del denaro delle organizzazioni considerate "guerrigliere", l'implementazione (ad ogni costo) di un progetto economico (e quindi politico), ed i sequestri di iniziativa "privata" o di "furto" da parte dei cosiddetti "Grupos de tareas" (gruppi di militari in borghese, ndr.). Da considerare che molti dei membri di questi "Grupos de tareas", già in Democrazia, ricorrevano ai sequestri a fini di estorsione, lo dico perché attualmente il Giudice Ramos Padilla sta conducendo l'investigazione di una "associazione illecita" dedita alle estorsioni mediante la "costruzione" di cause giudiziali e la diffamazione pubblica sui mezzi di comunicazione con la complicità di funzionari della Magistratura, di giornalisti della stampa ambigua e di agenti dei servizi di intelligence. Un proseguo di modalità criminali adattate ai tempi moderni.
La partecipazione di una componente di "intellettuali organici", come gli autori li definiscono oggi, è stata, ed è, indispensabile al funzionamento della Dittatura Civile, Militare ed Ecclesiastica. Non solo i "riciclatori" di denaro e i prestanomi, ma quelle "menti raffinate" che Giovanni Falcone denunciava, le che determinano il flusso di enormi somme di denaro ed il finanziamento di progetti economici della portata di "Vaca Muerta", per citare solo un esempio. In definitiva, questi colletti bianchi, determinano il corso delle società.
Si potrebbe cercare di "giustificare" la voracità di alcuni settori economici, determinanti nell'idea di sviluppo e di progresso sociale. Gruppi come Techint che ha una trascendenza internazionale in questioni di Geopolitica e Macroeconomia. Per tale motivo credo sia fondamentale l'ampia analisi che offrono gli autori considerando le diverse prospettive di uno stesso Sistema Criminale che si è mosso all'unisono, seguendo una stessa linea comportamentale, nei diversi strati del quadro sociale ed economico.
Il caso di Ingenio Ledesma offre un esempio su piccola scala del condizionamento culturale che crea l'imposizione di un progetto sociale, economico e politico al di fuori dai parametri della Repubblica.
"Ingenio Ledesma è un’impresa che si trova in una località di Jujuy chiamata Libertador San Martin, nel dipartimento di Ledesma. Attorno al Ingenio si svilupparono altre due località (Ledesma e Calilegua), una specie di quartieri operai su terre cedute o espropriate all'impresa". Durante la fase istruttoria nel Tribunale Federale n°1 di San Salvador de Jujuy, per Crimini di Lesa Umanità, il presidente e principale azionista dell'Impresa zuccheriera, dichiarò: "Ledesma SAII è andata oltre il proprio ruolo di impresa ed ha adempiuto a funzioni che sembrano proprie dello Stato nel suo ruolo di assistenza e sviluppo sociale, come la costruzione di abitazioni e di urbanizzazione, e la contribuzione economica per strutture sanitarie", di fronte a questa autoproclamazione di "Ingenio-Stato", il giudice Fernando Poviña sentenziò: "La fornitura di abitazioni e di assistenza sanitaria per operai ed impiegati, di Ledesma non può dipendere solo della generosa predisposizione e disinteressata buona volontà dei suoi dirigenti e padroni per migliorare le condizioni di vita dei suoi lavoratori come sbandierato dagli accusati bensì, fondamentalmente, da un obbligo derivato dalla legge". La legge 1814, del 1947 imponeva agli stabilimenti con più di duecento impiegati di costruire abitazioni, scuole ed ospedali.
Riguardo questi temi, è da sottolineare il peso e la posizione dominante che l'impresa esercitava, ed esercita, sulla popolazione circostante. Perfino il Decreto Nazionale 2379, del 1966 prevedeva una Sezione della Gendarmeria Nazionale all'interno della proprietà dell'Impresa. Come dichiara il Giudice nella causa: "… sin dalla sua origine il distaccamento non avrebbe contato affatto su una gran infrastruttura né tanto meno con i propri veicoli, forniti dall’Impresa in cambio del servizio di sicurezza (…) [che] includeva, tra altre cose, il controllo e la repressione delle attività sindacali". Una vera e propria guardia pretoriana.
La presenza trasversale durante la Dittatura, in determinate posizioni di potere, di membri di un'organizzazione transnazionale come la Loggia Massonica P2 (López Rega, Massera, Vignes, tra altri), controllata da Licio Gelli ed il trattamento di favore che ricevettero e ricevono, alcuni settori economici, dimostra che c'è un ordine, gerarchico, sistematico, capace di infiltrare e condizionare i meccanismi della Democrazia. Queste organizzazioni si muovono dentro i vuoti della legge, e nelle dilatazioni burocratiche proprie di un apparato giudiziario che svia la verità. Verità scomode, come le definisce il giornalista Jean Georges Almendras.
I poteri antidemocratici che condizionano l'Argentina parteciparono attivamente alla violenza esplicita ai danni della cittadinanza, non solo sulla pelle delle sue vittime, ma anche nell'usurpazione e lo sfacelo delle istituzioni. Questi modelli di corruzione strutturale vanno oltre il superficiale gesto della corruzione. Dietro questi atteggiamenti che oscillano tra l'intimidazione, la corruzione e l'Omertá ci sono prove sufficienti dell'esistenza di organizzazioni criminali complesse che non devono essere considerate passeggere.
La Dittatura Civile Militare ed Ecclesiastica ha lasciato a riposo soltanto il suo braccio armato, ma non ha mai abbandonato la propria attività nell'esercizio del potere.
Foto di copertina: YouTube
Foto 2: www.télam.com/José Alfredo Martínez de Hoz e Rafael Videla
Foto 3: www.ansalatina.com/Giunta militare argentina
Foto 4: www.proyectoallen.com/'Grupos de tareas’ nella dittatura militare argentina
Foto 5: www.lanuovasardegna.com /Licio Gelli
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