Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
Dalle conversazioni con il magistrato Deltan Dallagnol le prove dell’accanimento giudiziario nei confronti dell’ex presidente Lula

Dopo il licenziamento del ministro dell’istruzione Ricardo Vèlez, congedato da Bolsonaro in persona per “incapacità” lo scorso aprile, il governo brasiliano rischia di perdere un altro dei suoi membri. E non uno qualsiasi, ma il popolarissimo Sergio Moro, ministro della giustizia brasiliano, battezzato a simbolo della lotta alla corruzione nel paese dopo essere stato il protagonista dell’inchiesta giudiziaria “Lava Jato” sulla tangentopoli brasiliana che ha messo alla sbarra il padre della sinistra latino americana, Lula. Negli ultimi giorni una serie ininterrotta di pubblicazioni di chat segrete scambiate su Telegram tra Moro e il capo del pool di pm, Deltan Dallagnol, rese pubbliche sta rischiando di macchiare definitivamente l'immagine di “paladino della giustizia” dell'ex giudice.
Al loro interno dialoghi continui tra giudice e pubblici ministeri nei quali l’attuale ministro della Giustizia suggeriva le piste investigative da seguire, le prove da trovare, le notizie da filtrare alla stampa per sondare le reazioni, fino all’insistenza nel trovare altri testimoni e ulteriori riscontri a sostegno proprio delle accuse nei confronti di Lula condannato a 8 anni e 10 mesi di carcere per corruzione. A seguito della diffusione delle chat Moro ha deciso quindi, sollecitato dall’attuale premier Bolsonaro preoccupato dall’indice di gradimento in netto calo (33%), di prendersi 5 giorni di pausa, dal 15 al 19 luglio, “per risolvere”, come recita un comunicato della presidenza, “delle questioni personali” astenendosi dalle sue funzioni istituzionali. Segno chiaro di un mare mosso che potrebbe non accennare a placarsi all’interno dell’esecutivo Bolsonaro.
Dal canto suo Sergio Moro si è difeso dalle rivelazioni di The Intercept , la rivista investigativa creata e diretta da Glenn Greenwald, contestando l’attendibilità delle chat e sostenendo che essere state estrapolate da un discorso più generale. Infine ha condannato la loro pubblicazione perché ritiene essere frutto di “hackeraggio criminale”. Una tesi smentita sia da Folha de S. Paolo sia dal settimanale Veja, che stanno collaborando alla pubblicazione, le quali hanno esaminato le conversazioni e hanno affermato trattarsi di materiale originale privo di contraffazioni. La lista di materiale scottante sull’ex giudice di "Lava Jato" è molto lunga, al momento solo una piccola parte è stata resa accessibile, la diffusione di conversazioni private potrebbe dunque continuare per mesi svelando possibili sfaccettature inedite. E’ comunque poco probabile, almeno per ora, che lo scandalo possa in qualche maniera intaccare la situazione giudiziaria dell’ex presidente Lula, più volte oggetto di discussione nelle conversazioni tra Moro e Deltan Dallagnol. Per adesso non esistono i presupposti giuridici per sostenere che la condanna del due volte presidente del Brasile sia stata frutto di un accanimento che comunque traspare dalle conversazioni tra giudice e pm.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos