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di Jean Georges Almendras - Video
La ministra Patricia Bullrich prende le distanze dalla realta, negandola categoricamente

Studioso del fenomeno mafioso e collaboratore di Antimafia Dos Mil, l'avvocato argentino (originario di Cordoba) Raúl Blázquez, è stato più volte intervistato dai mezzi di comunicazione argentini. Intervistato a fine marzo dal giornalista Alejandro Maidana per il suo programma televisivo "Conclusión", è stato categorico nell’affermare che "in territorio argentino sta operando l'organizzazione criminale mafiosa ‘Ndrangheta" aggiungendo inoltre che si sta investigando sul "possibile coinvolgimento della famiglia Macri con questa organizzazione”.
Durante l’intervista, durata oltre trenta minuti, Blázquez è stato interpellato sulla molteplicità degli aspetti del fenomeno mafioso, ed in questo contesto l'esperto giurista è stato molto esplicito nelle sue risposte. Ha fornito al collega Maidana una serie di informazioni sulla conformazione e l'origine della Criminalità Organizzata, distinguendo molto bene le caratteristiche strutturali delle mafie, dei gruppi criminali locali o di altre regioni che non raggiungono i livelli di struttura, di ideologia e di legami delle mafie che da oltre un secolo operano in diverse regioni dello stivale italiano, citando Cosa Nostra, in Sicilia, come la più antica, insieme ad altre di uguale importanza e struttura come la Camorra, a Napoli, la Sacra Corona Unita, in Puglia, e la ‘Ndrangheta, in Calabria. Tutte loro, sebbene si presentano come diversi elementi indipendenti, costituiscono una sola mafia, una sola criminalità organizzata.
Riguardo la presenza dell'organizzazione mafiosa 'Ndrangheta in Argentina non possiamo non riesumare, da un alquanto recente passato, alcune affermazioni della Ministra di Sicurezza del Governo Macri, Patricia Bullrich. Precisamente quando il sottoscritto chiese a lei personalmente (in occasione del Seminario Antimafia Italo-argentino che si è svolto in una sede del Congresso Nazionale, in Via Rivadavia, a Buenos Aires, a fine marzo), non solo sulla presenza di elementi di quell'organizzazione in Argentina, ma anche sul fatto che, secondo le nostre solide fonti giudiziali della Magistratura italiana, già da alcuni anni stanno entrando nel paese tonnellate di cocaina, in transito per l'Europa, ovviamente con il "nullaosta" di elementi fidati del governo e dei servizi di sicurezza, di fatto corrotti con ingenti somme di denaro, risultato di patti o di accordi tra narcos argentini e componenti della 'Ndrangheta.
La risposta della Ministra Bullrich non si è fatta attendere: ha negato tutto, senza alcuna esitazione. Ed ancora con tono "rassicurante" ha detto che si sarebbe lavorato seriamente per evitare che questo possa succedere.
Ma è un fatto che sta già avvenendo.
In concreto, ed a proposito di queste recenti affermazioni del Ministro di Stato Bullrich, la testimonianza di Blázquez giunge opportuna per il lettore al quale suggeriamo di vedere attentamente il video qui allegato.
Molte domande troveranno risposte. Risposte che mettono in rilievo l'importanza di un'educazione alla legalità, a livello cittadino; e la necessità di creare consapevolezza che il fenomeno mafioso non si limita unicamente al mito cinematografico di "Il Padrino" o al telefilm "I Soprano", ma va molto oltre.
"Nel particolare non mi sorprende che in tre anni e mezzo di governo di ‘Cambiemos’ non sia stato arrestato nessun capo mafia. La mafia è un'enorme struttura di potere che include servizi di intelligence, giudici, magistrati, tra cui, ad esempio i Bonadio e gli Stornelli. Io ho il mio cellulare e non ho alcun problema se vogliono controllarlo, ma non ho dubbi che se il magistrato Stornelli consegnasse il suo avremmo elezioni anticipate" ha detto l'avvocato Blázquez, durante l’intervista.
Si sta indagando sulla verità del "vincolo tra Vincenzo Macri (fermato a San Pablo con un carico di cocaina e limoni), ed un caso di narcotraffico. Su un possibile collegamento della famiglia Macri con la 'Ndrangheta. Questa verità non tarderà a venire fuori".
Dopo questa premessa, non ci resta che guardare attentamente l'intervista: un dovere, per meglio dire. Vederla, per comprendere quello che sta succedendo, forse vicino, molto vicino, e davanti al nostro naso.
Più che una raccomandazione, è un'esortazione, a voi lettori che sapete perfettamente quello che pensiamo riguardo alla mafia, e di quanto essa sia dannosa per la democrazia e per l'economia mondiale.

Fonte: conclusion.com.ar

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