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201803 araya natalia intervista almendrasIntervista
di Jean Georges Almendras e José Guzmán*

Dal punto di vista giuridico, da quanto da noi notato, nella causa di Rafael Nahuel, in primo luogo sottolineamo la celerità con cui ha agito il giudice in prima istanza; ci sono voluti 40 minuti per il sequestro di tutte le armi presenti in zona. Questo ci sembra fondamentale per poter arrivare alla risoluzione della causa, in caso contrario non potevamo ottenere neppure i bossoli, né i pallettoni, né le armi, né gli abiti, e oggi noi disponiamo di tutto. Oggi abbiamo tutti gli elementi per procedere alla perizia e sono tutti periziabili. È  estremamente importante che si sia estratto il proiettile a Rafael Nahuel, soprattutto perchè è intatto ed è possibile sottoporlo alla perizia al cento per cento”. È quanto ci ha detto con enfasi Natalia Araya, avvocato del APDH Bariloche, pm nella causa di Rafael Manuel, giovane mapuche di 22 anni, colpito alle spalle da un proiettile e ucciso il 25 novembre a Villa Mascardi, circa 4 chilometri da Bariloche.
La morte del giovane mapuche è avvenuta a quasi quattro mesi dalla tragedia di Santiago Maldonado. Due fatti di violenza con un saldo di morti che hanno innescato una protesta generale di tutti i popoli originari dell’Argentina. Una protesta estesa anche agli organismi di difesa dei diritti umani e che coinvolge tutte le persone che hanno una sensibilità e non sono contaminati da dottrine o razzismo.
La letterale persecuzione dei popoli originari in Argentina è un fatto già di per sé irritante, che viene risaltata nei mezzi di comunicazione, alcuni più  impegnati nella diffusione, altri meno. Quello che però è certo è che la morte di un giovane di 22 anni, che aveva aspirazioni, studiava e lavorava per andare avanti nella vita, fa male. Fa male e genera rabbia.
La rabbia che precede qualunque ingiustizia, qualunque episodio arbitrario.
L’arbitrarietà che ci mette con le spalle al muro perchè  è ricorrente. È  dannosa. Erode la nostra coscienza perchè ci grida in faccia che continuiamo a piegarci davanti ai potenti, che in definitiva, sono gli ideologi delle violenze dello Stato. Violenze compiute alla vista di tutti nella più spudorata impunità.
Violenze che portano gli avvocati degli organismi di tutela dei diritti umani ad agire in base alle situazioni, con la mano di un chirurgo, per non nahuel rafaeltralasciare niente, senza prove, tanto meno indizi e circostanze.
La dottoressa in legge, Natalia Araya, ci ha dato un apporto molto prezioso sul caso di Rafael Nahuel, dalla sua posizione di querelante, spiegandoci passo a passo tutte le istanze del caso e del suo intervento per impedire che rimangano questioni in sospeso e che si possa spazzare l’impunità imperante così che, i responsabili vengano assoggettati alla Giustizia.
I periti erano sorpresi dallo sparo, il proiettile avrebbe dovuto avere qualche danneggiamento, ma non è  così; questo è  un bene. Le perizie sono in corso,  praticamente  già quasi concluse. Siamo in attesa delle relazioni conclusive delle perizie e crediamo di riuscire ad arrivare al responsabile. Se non giocherà  a nostro  sfavore quello di cui avete parlato anche voi, cioè la divisione sociale esistente che si vede bene evidenziata nella sfera giudiziaria e che si vede molto ben riflessa  nella fase politica. È  ovvio che le forze di sicurezza rispondono a un Ministero che stigmatizza totalmente il popolo mapuche ed è  improbabile che il Ministero della Sicurezza indaghi sul proprio personale, ma anzi, sta difendendo le azioni del personale della Prefettura. Dall'altro lato, dentro la sfera processuale ci sta costando moltissimo portare l'indagine su una base ideologica. Non vogliamo fermarci solo al autore materiale dello sparo, ma vogliamo andare oltre, a chi a dato l’ordine e perché  diede l’ordine, perchè  sappiamo che questo non è  stato dato dal tribunale e vogliamo sapere perchè  l'Albatros era in zona, perchè  era sul pendio della colline che non il suo settore, in un compito che non era il loro, soprattutto  in un caso di usurpazione, che per noi non è usurpazione. Ma anche se lo fosse stata, Albatros non ha facoltà  in caso di usurpazione. Allora perchè Albatros era in zona? (…)"

201803 araya natalia intervista almendras 2Un ordine governativo?
Noi crediamo di si. E vogliamo arrivare lì. Però  giudizialmente ci sta costando molto perchè  le nostre costanti richieste vengono respinte.
 
Questo riflette il non rispetto dei poteri, l’intromissione di un ordine governativo che ostacola e pone in essere il problema: anche a questo si sta mirando?
Si, ovvio, e questo posso dirlo perchè è  pubblico, il Ministero della Sicurezza lo ha dichiarato apertamente. Hanno interferito, hanno voluto entrare in maniera diretta e mediatica nella sfera giudiziale. Loro stessi hanno indetto conferenze stampa cercando di esprimere come dovrebbe agire giudice un giudice, soprattutto questo giudice, nel portare avanti le indagini sui supposti comportamenti del popolo mapuche.

Si sta forse pensando di promuovere ed affrontare un vero processo politico contro il Governo?
Noi come APDH lo abbiamo valutato in varie occasioni. Siamo molto rispettosi del metodo di difesa che abbiamo adottato dei differenti diritti, abbiamo la necessità  di poter contare su prove concrete per portare avanti una richiesta di giudizio politico. Oggi, al di là che quanto sta succedendo è di dominio pubblico, non abbiamo prove concrete, necessitiamo di prove oggettive. Noi oltre ad essere militanti dei diritti, siamo persone di diritto e come tali ci basiamo su prove concrete.

Quali sono i passi successivi che farete?
Siamo in attesa di prove fondamentali che devono essere completate, una è  la perizia balistica, che si occupa di tutti i riscontri sul proiettile estrattonahuel rafael bossoli pistola da Rafael Nahuel, dei bossoli e dei proiettili sequestrati durante l'ispezione visiva della zona di Moscardi, come anche dei proiettili contenuti in ogni caricatore. Questo è  fondamentale, noi siamo sicuri che è da qui che scaturirà la soluzione: la risoluzione. Da un altro lato abbiamo anche una relazione tecnica redatta dal Centro Atomico di Bariloche che il giudice non ha voluto ammettere. Non possiamo dargli il valore di una perizia perchè non lo è. È una relazione tecnica e la riteniamo tale, ma ci può  dare l'idea su quanto è accaduto, se ci possono essere o no alcuni elementi inerenti uno sparo. Un o più  elementi, niente di più  di questo è ciò  non significa che ci sia stato lo sparo di un'arma. Ci serve che una volta conclusa la relazione tecnica del Centro Atomico passi nelle mani dei periti balistici che sono gli unici che possono determinare se ci sia stata o meno una deflagrazione di polvere da sparo. Abbiamo bisogno di questo. Perché ne abbiamo bisogno? Perchè una volta che lo hanno fatto i periti balistici, allora sì che è una perizia. Abbiamo bisogno di una conformazione di queste due perizie in primo luogo per abbattere una volta per tutte – ciò  che per noi oggi non ha nessun riscontro – la questione del conflitto che è proprio quello che ha voluto far passare il Ministero di Sicurezza sostenendo che ci sia stato uno scontro tra due parti totalmente dissimili. Noi crediamo che queste due perizie lo smentiscano,  e dall'altro lato avremo l'autore materiale dello sparo a Rafael Nahuel e da lì affrontiamo  direttamente ad un omicidio classificato, in caso contrario, se c’è stato uno scontro questo sarebbe un omicidio avvenuto durante un arresto e la classificazione giuridica come anche la pena corrispondente cambia molto.

Tutto porta ad una sola direzione: il Ministero di Sicurezza?
Sì, il Ministero di Sicurezza, il Potere Esecutivo in generale, perchè  come sappiamo, qui ci sono due cause differenti, una è  l’usurpazione e l’altra la morte di Rafael Nahuael. Nella prima causa, quella di usurpazione, se l'Esecutivo avesse agito come avrebbe dovuto, avvalendosi dei mezzi esistenti di dialogo e mediazione, non si sarebbe arrivati ad una denuncia di usurpazione e non si sarebbe arrivati ad uno sgombero forzato come è invece accaduto. Perchè oggi Parques Nacionales può contare su tutti gli strumenti per poter dialogare all'interno dei Parchi Nazionali, cioè, lo strumento c’è, ma non lo hanno usato. Questo è responsabilità del Potere Esecutivo. Come anche lo sgombero successivo è il rastrellamento fatto dove è stato ucciso Rafael Nahuael sono altresì responsabilità del Potere Esecutivo.

Direttamente?
Secondo me sì.

Le prove confermano questo?
Per me sì.

La posizione  in cui si trova in questo momento Villanueva è con le spalle al muro tra il Governo, i diritti umani e la legge argentina. Stiamo parlando del caso di Jones Huala,  giudicato per la seconda volta da Otranto a Esquel, un caso molto simile a quanto accaduto a Maldonado, ma a Bariloche. Ora Otranto si ritrova una patata bollente tra le mani, tutte le prove che non ci sono state nel caso di Santiago Maldonado, di Jones  Huala, sono rese pubbliche, e in più l'APDH lo ha dimostrato, potrebbe accadere lo stesso anche con Rafael?
Voglio fare una distinzione, oltre la posizione politica che ognuno può avere e oltre la militanza per i diritti umani che noi abbiamo, voglio essere sincera e rispettosa in questo senso: nel caso di Rafael Nahuael, il giudice Villanueva si è  comportato come si può  sperare si comporti un magistrato, ad oggi non possiamo dire niente in merito delle azioni dello stesso. È  stato rispettoso dei diritti umani nel andare al Lof; fu molto rispettoso con i membri della comunità, permise la loro presenza  sul luogo, permettendo di essere osservatori in tutte le situazioni, ha ricevuto i familiari di Rafael Nahuael, che sappiamo essere una cosa non comune. Non posso affermare che nel caso di Rafael Nahuael stia agendo male, anzi tutto il contrario. Credo che la causa stia andando avanti grazie al segretario  e al giudice,  e che oltre alle pressioni politiche a cui possono essere sottoposti, stanno agendo in maniera  obiettiva. In realtà è tutto il loro gruppo di lavoro che sta lavorando in maniera impeccabile, non posso dire il contrario. Quello che invece sta succedendo con Jones Juala mi sembra completamente diverso. Mi sembra totalmente illegale, mi sembra che ci sia un doppio processo, sono completamente differenti le due cause.

manifestazione rafael nahuelChe strade si prenderanno d'ora in poi per contrastare una ricorrente situazione di arbitrarietà, che  nasce dall’ambito politico o dall'ambito del Esecutivo?
Dal momento in cui Mauricio Macrì assunse la presidenza e confermò il Ministero di Sicurezza ci siamo resi conto che gli organismi per i Diritti Umani dovevano scendere in campo. Ci siamo resi conto che la battaglia iniziava in maniera molto forte e che ancora una volta dovevamo stare attenti e in guardia di fronte ai differenti accadimenti si sarebbero susseguiti. Oggi la repressione si vede in una maniera totalmente esagerata, oggi la stigmatizzazione è tale che non si può negare che la discriminazione verso le diverse etnie culturali e verso i settori più  vulnerabili della società  è  evidente. Come organismo per i Diritti  Umani ci siamo dovuti conformare come tale. Ci fu un tempo in cui questi organismi si stavano dissolvendo, non perchè  non ci fosse da fare, ma perchè la società poteva difendere da sola i propri diritti. Oggi, invece, ci stiamo rendendo conto ancora una volta che questo non sta accadendo e che è necessaria la presenza degli organismi a difesa dei Diritti Umani. Non solamente come presenza nelle marce, non presenti solo con le bandiere, ma anche giorno dopo giorno. Per questo noi di APDH abbiamo sentito la necessità di rappresentare molte più persone. Oggi al APDH si è unita molta più gente, siamo molti compagni di lavoro, ma non abbastanza.

C'erano anche membri della comunità mapuche nel Parco?
Dove stavamo noi sì, c'erano e non se ne sono andati, stavano lì con la loro guida, hanno fatto le cerimonie necessarie e sono rimasti in questo luogo che considerano un luogo ancestrale.

*Inviati speciali di Antimafia Dos Mil a Bariloche, Argentina

Foto di copertina: Antimafia Dos Mil e Our Voice
Foto 2: www.diariolaciudad.com
Foto 3: Antimafia Dos Mil e Our Voice
Foto 4: www.diariok.com
Foto 5: www.auno.com

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