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trump donald 1di Arturo Zampaglione - Intervista all'interno
Le rivelazioni che alimentano il Russiagate e l’immagine del leader inetto. Wolff racconta l’inchiesta-denuncia: “Bugie? È tutto vero
Ma che cos’è del libro di Wolff che più dà fastidio a Trump? Essenzialmente tre cose: 1) l’attacco frontale ai suoi familiari che sarebbero incompetenti (il figlio Donald Junior), ambiziosi (la figlia Ivanka, che sogna la Casa Bianca) o spregiudicati (il genero Jared Kushner); 2) l’immagine di un presidente inetto, distratto, superficiale, volubile e che - come dice l’ex- Rasputin, Steve Bannon - "ha ormai perso la testa" ; 3) i nuovi dettagli sul Russiagate, che resta il suo tallone di Achille.
Non solo il libro riporta le accuse di Bannon sul “tradimento anti- patriottico” di quell’incontro del giugno 2016 alla Trump Tower con gli emissari del Cremlino che promettevano notizie infamanti sulla Clinton, ma racconta come Trump dichiarò il falso e negò di esserne al corrente. Una vicenda, questa, che è ora all’esame del giudice speciale Robert Mueller che indaga sulle interferenze russe: si potrebbe infatti configurare come un tentativo di “ ostruzione della giustizia”, un reato che in America è considerato molto grave.
Ma Trump ha cercato veramente di sviare l’inchiesta? A corroborare questa ipotesi è anche un articolo del New York Times secondo cui il presidente incaricò il consigliere giuridico della Casa Bianca, McGahn, di chiedere al ministro della giustizia Jeff Sessions di non ricusarsi dal Russiagate in modo da proteggere Trump e i suoi familiari. Sessions decise di non assecondare il presidente, e ancora adesso è un bersaglio abituale della Casa Bianca. In compenso l’episodio potrebbe aggiungersi al dossier di Mueller: che però, a dire di Bannon, punterà più sul riciclaggio di denaro sporco da parte delle società di Trump, che non sul reato di “ostruzione della giustizia”.
Non c’è dubbio che il libro di Wolff abbia fatto entrare la presidenza Trump in una fase molto delicata, a dispetto dei record di Wall Street: alcuni gruppi liberal vogliono rilanciare l’offensiva per l’impeachment; molti repubblicani temono di rimanere ostaggio della Casa Bianca; e tra dieci mesi ci saranno le elezioni politiche che potrebbero cambiare gli equilibri. E forse non è un caso che in questo clima il ministero della Giustizia abbia riaperto a sorpresa le indagini per corruzione sulla Fondazione Clinton.
Come ai tempi di Harry Potter, centinaia di americani si sono messi in fila, sfidando la neve, il freddo e il “ciclone-bomba”, per essere i primi a comprare alla mezzanotte in punto Fire and Fury, il libro- denuncia di Michael Wolff sulla Casa Bianca trumpiana che sta mettendo a soqquadro il mondo politico e ha aperto nuovi filoni nell’inchiesta Russiagate. Gli avvocati del presidente avevano cercato di bloccare l’uscita del volume, minacciando una querela per diffamazione. Ma per tutta risposta Wolff e il suo editore hanno anticipato l’inizio delle vendite. Alle dieci di ieri mattina la libreria KramerBooks di Washington aveva già esaurito tutte le copie. E il libro è già al primo posto nelle hit parade dei bestseller americani.
A Donald Trump, sempre più irritato per le rivelazioni di Fire and Fury, e soprattutto spaventato per le ripercussioni politiche, giudiziarie e di immagine, non è restato che ricorrere al solito Twitter: ha trattato Wolff da bugiardo, gli ha vietato ogni futuro accesso alla Casa Bianca e ha negato di essersi mai fatto intervistare.
"Ovviamente è falso. Gli ho parlato faccia a faccia, anche se forse non si è reso conto che si trattava di una intervista", ha subito risposto Wolff in una intervista alla rete Nbc, facendo capire che non è la prima volta che il presidente stravolge la realtà. Del resto, il Washington Post ha calcolato che nel primo anno alla Casa Bianca Trump ha fatto 2000 dichiarazioni false o ingannevoli.


“Ma il peggio per lui deve ancora venire E Bannon si vendicherà”

di Antonello Guerrera
Ian Bremmer, presidente del think tank Eurasia Group e coniatore del termine “G Zero” (un mondo oramai senza superpotenze che possano influenzarlo e quindi governarlo), che cosa ne pensa del caso Wolff?
"L’America non aveva mai avuto in passato un presidente come Trump. Mai. Dopo le rivelazioni di Fire and Fury, per gli Stati Uniti si apre uno scenario davvero incerto".

In che senso?
"Ciò che si evince dal libro di Wolff è un affresco disarmante di Trump e della sua presidenza.
Certo, Wolff in qualche passaggio sicuramente esagera e in alcuni casi ha ottenuto informazioni in modo scorretto, per esempio registrando conversazioni all’insaputa degli interlocutori. Ma al netto di questo, la situazione alla Casa Bianca è davvero preoccupante: a Washington Trump è sempre stato uno “strange bird”, uno strambo, mai a suo agio. Leggendo le pagine di Wolff è evidente come il presidente non venga quasi mai preso sul serio, che la sua autorità e legittimità abbiano toccato il fondo".

E ora che cosa succederà?
"Succederà che il peggio deve ancora venire".

Vale a dire?
"Io non ho mai creduto che Trump sia un presidente autoritario.
Piuttosto - e questo libro lo dimostra - Trump è incredibilmente incompetente e disfunzionale alla Casa Bianca.
Uno che giorno dopo giorno perde influenza a Washington e nel Paese e che, allo stesso tempo, fa perdere influenza e peso agli Stati Uniti nel mondo. Questo è il vero problema. E il peggio deve ancora venire perché anche l’inchiesta Russiagate sta stringendo le maglie nei confronti del suo staff e della famiglia e, conoscendo il soggetto, Trump reagirà in maniera sempre più sguaiata e impulsiva. Di conseguenza, sarà sempre più difficile da tenere a bada. Basta vedere la sua crescente raffica di tweet, improperi, insulti. Lo stesso tentativo di bloccare il libro di Wolff è stata una mossa talmente stupida ed esemplare del momento che sta vivendo Trump.
Ciò avrà conseguenze più vaste di quello che si pensa, anche in importanti decisioni di sicurezza".

Che impatto politico avranno, soprattutto nella base elettorale della destra “alt-right” americana, queste ultime rivelazioni su Trump e lo scontro col suo ex consigliere strategico Steve Bannon, oramai caduto in disgrazia?
"Diverse. Innanzitutto, la “alt-right” infragilita è un sollievo per l’establishment del partito repubblicano, che ora avrà più potere in ottica delle prossime elezioni di medio termine. Del resto, Bannon è stato tra i protagonisti della recente disfatta elettorale in Alabama. Inoltre, Bannon potrebbe vendicarsi spietatamente di Trump, dopo che quest’ultimo lo ha “scomunicato”. Nei mesi alla Casa Bianca, Bannon aveva un potere assoluto. Sa molti segreti di Trump e della sua Amministrazione. È una mina vagante pericolosissima per il presidente".

Tratto da: La Repubblica

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