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udienza medina 2018L'udienza per “Neneco” Acosta era fissata per il 2018
di Jean Georges Almendras
Pochi giorni fa, a sorpresa, il giudice del Tribunale (Yanine Rios) designato per condurre il processo contro l’ex sindaco di Ypehjú Vilmar “Neneco” Acosta, ha annunciato ufficialmente che l'udienza è stata posticipata al prossimo 23 ottobre, invece che a marzo 2018 come era inizialmente previsto. La decisione ha causato stupore, così come l’annuncio dato pochi giorni prima dal Presidente del Tribunale, il giudice Ramón Trinidad Zelaya, sul rinvio del processo contro Acosta all’anno prossimo.
Non è detto che il prossimo 23 ottobre la difesa di Vilmar Acosta non ricorra ancora una volta a degli “stratagemmi”, e che il processo sia nuovamente rimandato posticipando ancora il giorno in cui l’ex sindaco farà il suo ingresso al Palazzo di Giustizia. Ma è comunque una piccola luce di speranza affinchè i crimini contro Pablo Medina e la sua assistente Antonia Almada possano essere giudicati a dovere, e che l’unico responsabile ad oggi a disposizione della Giustizia possa essere condannato a dura pena, in funzione della gravità del delitto di cui è imputato: autore morale – mandante – del duplice omicidio.
Per quanto riguarda i sicari, invece, uno si trova detenuto in Brasile in attesa di estradizione e l’altro risulta ancora latitante.
Allo stato dell'arte, l’unica cosa concreta è che adesso il Tribunale (composto dai giudici Benito González, Yanine Rios e il presidente Ramón Trinidad Zelaya) dovrà prepararsi affinché lunedì 23 ottobre ci siano tutte le condizioni per far sì che l’impunità attorno al duplice omicidio perda terreno e sia fatta giustizia.
Nonostante i continui e inattesi spostamenti di data abbiano generato un clima di indignazione e di sfiducia nel sistema giudiziario, non c’è dubbio che il processo contro “Neneco” Acosta sia estremamente necessario per pretendere che la Giustizia recuperi credibilità.
C'è da dire che lo spostamento di data non si deve ad uno “stratagemma” della difesa Acosta, ma a un’insolita (e significativa) mossa di scacchi da parte del Tribunale legittimamente designato. Il presidente, infatti, ha spiegato che il rinvio al 2018 era dovuto ad un “sopraccarico lavorativo” che impediva l’inizio del processo. Una risoluzione mai vista prima ad Asuncion.
Speriamo che nel giorno dell'udienza non ci siano altre sorprese. Nel frattempo Vilmar Acosta, dal carcere di Tacumbú, non ha potuto evitare le commemorazioni in ricordo di Pablo e Antonia lo scorso 16 ottobre. Nè tantomeno che alle porte del Palazzo di Giustizia siano stati esibiti dei cartelloni reclamanti giustizia per le vittime e la rivendicazione che l’impunità non continui ancora a fare stragi nella società paraguaiana.

Foto di copertina: www.portaldecuruguaty.com

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