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pablo figueredodi Jorge Figueredo
Cos'è Curuguaty? Un’isola circondata di terra, come ebbe a definire il Paraguay lo scrittore paraguaiano Augusto Roa Bastos? Una città storica, che ospitò per molti anni il liberatore uruguaiano José Gervasio Artigas e che fu dichiarata quarta capitale della Repubblica del Paraguay durante la guerra della triplice alleanza. Una città che assomiglia a Macondo, paese fittizio descritto dal giornalista e letterato Gabriel García Marquez nei suoi romanzi ma, dove invece di abbondare le banane o qualsiasi altro frutto tropicale, abbondano nei dintorni la marijuana e la soia transgenica.
Percorrendo le strade rosse di questa città, nei meandri dei suoi edifici, della sua geografia fisica e mentale, si percepisce parafrasando il giornalista Joan Queralt un’atmosfera atroce, inquietante, fatta di silenzi complici, paura ed impunità per la grande quantità di crimini commessi su questa terra, in questa regione che è territorio di mafia.
Lo scorso 15 e 16 Ottobre 2016 si sono svolte in questa città diverse attività in commemorazione del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada, assassinati per mano di sicari della mafia. Tuttavia la maggior parte degli abitanti non ha partecipato alla presentazione del documentario “Pablo” nella parrocchia della Chiesa, e tanto meno alla manifestazione realizzata nella Plaza 34 Curuguateños. Prevale in loro l’“omertà”, la legge del silenzio, la passività ed il conformismo.
Il substrato sul quale si è retta la dittatura di Stroessner è stata la cultura dell’illegalità che ancora oggi impregna l’economia, la politica, l’educazione, la giustizia in tutto il paese. In questa zona specialmente si è sviluppata spinta dalle diverse bande criminali e mafiose che hanno trovato terreno fertile nella corruzione e nell’impunità che prevalgono nella maggior parte delle istituzioni dello Stato, i cui funzionari, invece di servire il bene comune con integrità ed onestà, diventano i boia dei combattenti della verità e della giustizia come lo è stato senza alcun dubbio il giornalista Pablo Medina.
Nonostante le avversità e gli ostacoli che Pablo trovò nell’esercitare la sua professione di giornalista nel Dipartimento di Canindeyú, dove il crimine organizzato comprava le coscienze, “noleggiava” al suo servizio la maggior parte dei funzionari pubblici, trafficava droga, legname, veicoli, portava avanti ogni sorta di attività illecita, uccidendo impunemente senza trovare opposizione, lui, con molto coraggio e patriottismo, denunciò e smascherò tutti i prestanome e delinquenti narcotrafficanti mirando sempre alle connivenze politiche dei mafiosi locali e della regione, i cui tentacoli si diramavano su tutta la geografia nazionale fino alle più alte cariche della politica e dell’economia paraguaiana.
Il miglior modo di commemorare Pablo Medina, a due anni dal suo omicidio, è che i suoi compagni di lotta e di ideali compiano il massimo sforzo per aiutare a scoprire chi sono i veri mandanti della sua morte, fino ad arrivare al vertice del potere e smascherare i suoi veri assassini in modo da sottoporli alla condanna che meritano. Solo così arriveremo alla Verità e alla Giustizia che Pablo e Antonia meritano. E, ancora più importante, Curuguaty, terra di mafia, si trasformerà in territorio dell’Antimafia, dove la cultura della legalità e lo Stato di Diritto prevarranno per sempre.     
Foto di copertina ABC color

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