Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

baldieri terrafuochiTERRA DEI FUOCHI
di Antonio Mangione

Intervista esclusiva al fotoreporter e scrittore Nicola Baldieri: «Commistione tra Stato, imprenditoria criminale e camorra per avvelare il nostro territorio. Le bonifiche? Solo uno spot per De Luca».

Napoli. “La beffa oltre il danno”. Non usa mezzi termini Nicola Baldieri, fotoreporter e scrittore aversano, per commentare la sentenza del processo Resit. Dieci le persone condannate, venti gli assolti lo scorso 15 luglio dalla V sezione della Corte d’assise, presieduta da Adriana Pangia, dopo circa nove ore di camera di consiglio. Baldieri ha seguito quasi tutte le udienze del lungo processo, circa 180, ascoltando testimonianze, deposizioni e requisitorie sull’inquinamento della discarica Resit di Giugliano, un impianto nel quale per decenni (anche durante il periodo dell’emergenza rifiuti gestita dal Commissariato) sono stati sversati rifiuti tossici senza alcun controllo.
Nicola Baldieri da qualche mese è consulente della III Commissione Speciale Bonifiche, Ecomafie e Terra dei Fuochi della Regione Campania. Da giovane ha scoperto la sua passione per la fotografia, che nel corso degli anni si è trasformata nella sua attività principale. Nel 2009 diventa giornalista, segue le vicende principali della mafia locale quella casertana del clan dei Casalesi. Nel giugno del 2011 ha pubblicato insieme con lo storico Mimmo Franzinelli il suo primo libro, Il volto di Gomorra, edito da Mondadori. Nel settembre 2011, ha vinto il Premio Giancarlo Siani, premio fotografia collettiva dei fotogiornalisti napoletani a difesa della libertà di stampa e d’informazione. Nel settembre 2013 ha vinto l’International Siani Reportage Prize, sezione foto. Nel 2015 ha pubblicato con il magistrato della DDA di Napoli, Catello Maresca il libro Male Capitale.

Cominciamo dalla “fine”. Hai seguito gran parte delle udienze del processo Resit, conclusosi in primo grado con la condanna a 20 anni a Cipriano Chianese, pene ridotte rispetto alle richieste del pm e molte assoluzioni. In molti hanno detto che finalmente è stata fatta giustizia. Tu che giudizio ti sei fatto?
E’ una sentenza che farà la storia, ma sicuramente non giustizia. Anzi è stata una vera a propria beffa. E’ stato un processo mediatico, che non è servito a fare piena luce sui veri responsabili dell’avvelenamento della nostra terra. Basta leggere il dispositivo per rendersene conto. Certo, bisognerà aspettare le motivazioni per capire perchè i giudici da un lato abbiano accertato il disastro ambientale e, dall’altro, abbiano assolto o ridotto di molto le pene per gli imputati coinvolti. A Facchi ed a Chianese è stata tolta l’aggravante camorristica. La tesi del perito della Procura Balestri è stata quasi totalmente smantellata dai tecnici dell’Istituto superiore Sanità, Sogesid ed Arpac. Ma il punto non è questo. E’ il processo che fin dal principio è stato istruito in maniera sbagliata. E' monco.

In che senso?
Se è stato accertato, come pare, il disastro ambientale, perché non sono stati messi sotto processo tutti coloro che hanno effettuato i controlli nel corso dei 20 e più anni tra indagini giudiziarie e amministrative? Dov’è stata la magistratura in tutti questi anni? I capi di imputazione del Processo Resit partono dal 1988 fino al 2008. E’ mai possibile che solo il dott. Milita è riuscito a incastrare i presunti colpevoli del disastro ambientale? E tutti gli altri magistrati che hanno indagato sui traffici illeciti cosa hanno concluso? Nulla. Dove sono i personaggi politici che in quel tempo facevano il bello e cattivo tempo? I vari funzionari regionali, le forze dell’ordine, gli addetti alla vigilanza dove sono in questo processo? Polizia, carabinieri, forestale, vigili urbani che hanno fatto in quel periodo? Nulla.

Sono stati però condannati Chianese, definito il re delle ecomafie, ed il subcommissario Facchi.
Sì, ma ci sono state tante assoluzioni e condanne ridotte rispetto alle richieste del pm Milita che ha fatto un grande lavoro. Chianese è solo la punta finale di un sistema molto più grande e ramificato. La camorra è entrata nell’affare rifiuti molto dopo rispetto all’imprenditoria criminale ed allo Stato. Chi è che ha dato a Chianese le autorizzazioni per la discarica dei veleni? Possibile che in venti anni nessun camion sia stato fermato nelle nostre zone? Perché sono stati affossati quelle informative dei poliziotti sul traffico illecito di rifiuti, a parte Mancini di cui la Procura di Napoli in diverse occasioni ne aveva chiesto l'archiviazione? Chi deve pagare per ora non è stato coinvolto in nessun processo.

Dunque secondo te il primo responsabile della terra dei fuochi è lo Stato?
Senza ombra di dubbio. C’è stata una commistione tra pezzi dello Stato, compresi servizi segreti, imprenditoria criminale e camorra che ha portato il territorio tra Napoli e Caserta a diventare lo sversatoio d’Italia. La camorra, ripeto, è entrata nel business molto dopo ed ha messo a disposizione i mezzi di trasporto. Non è un caso che all’epoca Gaetano Cerci, diretta espressione del clan dei Casalesi, come dimostrano sentenze passate in giudicato, aveva una delle commerciali in odore di camorra e massoneria che imponeva la divisione degli spazi nelle discariche campane. Insomma un vero broker dell'ecologia criminale. Chianese era l’unico in Campania che aveva le autorizzazioni per smaltire i rifiuti speciale ed industriali di categoria 2B in discarica e si faceva pagare a caro prezzo dalle aziende del Nord. La camorra era al soldo dell’imprenditoria criminale che pagava laute somme per smaltire i propri materiali illeciti. Più o meno la stessa cosa che accade oggi con i roghi tossici. Molti se la prendono con i rom, ma loro sono solo l’ultimo anello di una catena criminale in giacca e cravatta. L’imprenditoria e borghesia criminale quando pagherà le sue colpe?

All’epoca anche la legislazione in materia ambientale era carente. I reati di inquinamento erano puniti con ammende.
Questo è un altro punto a fondamento del mio ragionamento. Ci siamo mai chiesti perché chi avvelenava il nostro territorio non era soggetto alle leggi penali? Era un disegno scritto a tavolino. La politica dell’epoca era coscientemente assente, per interessi, sulle questioni ambientali?

La legge sugli ecoreati ha cambiato qualcosa?
Sicuramente è servita per alzare il tiro su reati molti gravi, ma non è affatto sufficiente e al suo interno ha delle falle come l’allungamento dei tempi di prescrizione. Per chi si macchia di reati così gravi come l’inquinamento del territorio la prescrizione non dovrebbe proprio esistere. Ancora oggi c’è un buco nelle sanzioni, ma qualcosa è stato fatto.

Torniamo al processo Resit. Uno dei più importanti, eppure bistrattato da cittadini e gran parte della stampa.
Questa è un’altra vergogna. C’è stato un disinteresse totale per il processo madre, insieme a quello Adelphi. Gli avvocati delle parte civili come quelli della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Ambiente e quelli di molti Comuni che si sono costituiti non hanno partecipato nemmeno alla discussione. In aule per le udienze pochissimi cittadini, anche gran parte della stampa figlia del sopore e del disinteresse. C’è stato un menefreghismo totale.

La correlazione tumori-inquinamento secondo te sussiste?
Non sono un tecnico per dare una risposta scientifica. L’unica cosa che so è che è evidente un picco di morti per tumore nelle province di Napoli e Caserta. Perché non si analizza la qualità dell’aria? Ci dobbiamo fidare delle analisi? Io personalmente non mi fido più di nessuno. Se come è stato accertato dalla sentenza Resit c’è stato disastro ambientale perché non si provvede ad evacuare questi territori? La verità è che intorno alla questione terra dei fuochi c’è stata anche molta speculazione, ideata ad arte da certa imprenditoria collusa per distruggere la nostra economia. Ci sono tante Chernobyl in Italia, perché nessuno ne parla?

Dunque secondo te c’è stato un allarmismo esagerato?
La verità sta nel mezzo. C’è da preoccuparsi ma non bisogna dire che è tutto inquinato, così si fa il gioco di quelle aziende che vogliono distruggere la nostra Campania felix, la terra di lavoro.

Intanto De Luca ha dato avvio alla rimozione delle ecoballe ed alla bonifica della Resit che nelle intenzioni del presidente della Regione diventerà un grande parco urbano.
E’ solo uno spot. Lo scorso 27 luglio abbiamo assistito all'ennesima passarella politica e istituzionale per i lavori della sola messa in sicurezza dell'area ex Resit. L’idea del parco urbano mi fa ridere, inoltre era già prevista dallo stesso Cipriano Chianese il quale, in udienza il 15 maggio del 2015, riferì rispondendo al pubblico ministero che "una volta che si erano esaurite le fasi dell'attività di smaltimento, che avremmo fatto la messa in sicurezza degli smaltimenti, avrebbe fatto il piano di bonifica e di ripristino ambientale. Era in programma di fare questo, oltre al parco giochi, probabilmente ci avrebbe voluto mettere anche una discoteca ed anche delle piscine". Sulla questione ecoballe c’è un elevato rischio di infiltrazioni della criminalità. L’Anac di Cantone, dopo un anno, è stato sconfessato sull’appalto. Si faccia attenzione alla questione trasporti, il business sta tutto lì, proprio come negli anni Ottanta e Novanta.

Cosa ti aspetti dal processo d’Appello?
Niente, finirà con un nulla di fatto.

Credi ancora nella giustizia?
Sì, ma è molto, molto difficile farlo.

Tratto da: internapoli.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos