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carro armato preso turchiaArrestati alcuni comandanti dei golpisti
da rainews.it
E' fallito il golpe militare in Turchia. Decine di migliaia di persone sono scese per le strade, sollecitate dall'appello del Presidente Erdogan, e hanno costretto i soldati infedeli a ritirarsi. Tutto questo dopo ore di caos nel Paese in cui ci sono stati scontri a fuoco, esplosioni e decine di morti e feriti. Arrestati 1500 golpisti e rimossi 5 generali e 29 colonnelli.
E' fallito il golpe militare in Turchia. Decine di migliaia di persone sono scese per le strade, sollecitate dall'appello del Presidente Erdogan, e hanno costretto i soldati infedeli a ritirarsi. Tutto questo dopo ore di caos nel Paese in cui ci sono stati scontri a fuoco, esplosioni e decine di morti e feriti. Il Presidente Erdogan, che si era detto avesse tentato di chiedere asilo prima in Germania e poi in Gran Bretagna, è ricomparso all'aeroporto internazionale di Istanbul e, circondato dalla folla festante, ha promesso che i "golpisti la pagheranno molto cara", saranno puniti molto duramente. Ci sono però nel Paese ancora scontri tra militari golpisti e forze fedeli al governo. La situazione sembra non essere ancora totalmente sotto controllo. Sono oltre 1500 i golpisti arrestati mentre sono stati rimossi 5 generali e 29 colonnelli.

L'ultimo alto grado di cui è stata annunciata stamattina la detenzione è l'ammiraglio Nejat Atilla Demirhan, che avrebbe giocato un ruolo importantissimo nel tentativo di colpo di stato. Secondo la procura generale di Mersin, Demirhan, che era comandante del dipartimento Mediterraneo e della guarnigione di Mersin, ha inviato un comunicato alla gendarmeria dell'area di sua competenza, annunciando la presa del potere da parte dell'esercito.

Secondo l'agenzia Anadolu, il cervello del tentato golpe è il colonnello Muharrem Kose, braccio destro del capo di Stato maggiore: sarebbe stato lui a progettare l'azione per la presa del potere. Non vi sono notizie certe sulla sua sorte e non si parla per ora esplicitamente di un suo arresto.

Il popolo si schiera con Erdogan

Migliaia di persone a Istanbul e ad Ankara hanno risposto all'appello del presidente Erdogan scendendo in strada e tentando di bloccare i tank e i blindati degli insorti. Dopo scontri e violenze i militari si sono arresi: in queste immagini scattate a Istanbul civili tengono in pugno i reparti che avevano seguito gli ordini dei golpisti. ​

Una notte di guerra
Il bilancio degli scontri in strada parla di 190 morti, centinaia di feriti. Secondo il ministro della Giustizia Bekir Bozdag, gli arrestati, in maggioranza ufficiali, sarebbero almeno 1563, mentre un generale golpista sarebbe rimasto ucciso. Nonostante l'annuncio del fallimento del colpo di stato, scontri e bombardamenti sono proseguiti per tutta la notte, in particolare intorno all'area del palazzo presidenziale ad Ankara. Dove, intorno alle 5:30, un F-16 avrebbe colpito i carri armati schierati intorno al palazzo. Il presidente Erdogan, dopo un rocambolesco tentativo di fuga in aereo nella notte, ha fatto ritorno a Istanbul una volta avuto certezza del fallimento del golpe. Dall'aereo, quando la situazione era ancora estremamente incerta, Erdogan avrebbe provato a chiedere asilo alla Germania e, secondo alcuni, anche alla Gran Bretagna.

Il comunicato dei golpisti
"Le Forze armate turche hanno preso il completo controllo dell'amministrazione del Paese per ristabilire l'ordine costituzionale, i diritti umani e le libertà, lo stato di diritto e la sicurezza generale che erano stati danneggiati. Tutti gli accordi internazionali rimangono validi. Speriamo che tutte le nostre buone relazioni con tutti i Paesi continuino". E' questo il testo del comunicato con il quale l'esercito aveva annunciato di aver preso il controllo del Paese.

Erdogan su smartphone giornalista tv: sono ancora al potere, resistete
Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha successivamente parlato in diretta ad uno smartphone di una giornalista tv: "Sono ancora il presidente della Turchia e il comandante in capo, resistete al colpo di stato nelle piazze e negli aeroporti".

Tratto da: rainews.it
  

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