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NEWS 192781di Francesco De Dominicis - 24 marzo 2014
Il gigante d'investimento USA - il più grande fondo finanziario del mondo - prepara l'assalto alle medie imprese italiane. Perciò sale in tutte le banche
L'appetito vien mangiando e il boccone Mps, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit, non ha saziato la fame di Blackrock per i«prodotti » made in Italy. Il gigante d'investimento americano - il più grande fondo finanziario del mondo - sta preparando l'assalto alle medie imprese italiane. Il colosso USA venerdì è salito al 5,75% del Monte dei Paschi di Siena e ora è il secondo socio della banca presieduta da Alessandro Profumo dopo la Fondazione di palazzo Sansedoni, scesa al 15%.

Un'operazione che conferma il vivo interesse per le banche della Penisola (secondo azionista sia di Unicredit col 5,2% sia di Intesa col 5%, è poco sotto il 5% in Ubibanca) e, in generale, per il listino di piazza Affari: Blackrock ha infatti una posizione di primo piano in Telecom (attorno al 5%), Generali (3%), Fiat Industrial (4%), Mediaset (2%) e ha circa il 5% di Atlantia, Azimut e Prysmian.
Lo shopping sul listino milanese non si è certamente esaurito venerdì con l'ingresso nel capitale di Rocca Salimbeni. Del resto, le scelte vengono dettate da un algoritmo e per ora l'Italia è tra le mete preferite, tenuto conto che Brasile e Russia sono da poco finite nella lista nera di Blackrock.
Sta di fatto il colosso guidato da Larry Fink (in foto) - ebreo della California che in 20 anni ha creato un colosso da 4.300 miliardi di dollari di investimenti su scala globale - potrebbe far scattare l'operazione «PMI».
fink-larryIl progetto, per ora a livelli embrionali, è allo studio con i vertici della CDP (Cassa depositi e prestiti). Pochi giorni fa, secondo indiscrezioni, emissari di Blackrock arrivati dalla sede di Londra hanno incontrato a Roma Bernardo Bini Smaghi, responsabile progetti speciali di CDP. Sul tavolo, la creazione di un «fondo dei fondi» volto a incentivare il mercato dei mini bond. Si tratta di strumenti di indebitamento, sostenuti,ma senza successo, dal decreto «Destinazione Italia» varato a febbraio dal governo di Enrico Letta.
La CDP sta passando al setaccio varie soluzioni volte ad aiutare le aziende per utilizzare queste speciali obbligazioni che hanno l'obiettivo di aggirare il credit crunch. I prestiti bancari ormai vengono sistematicamente negati e servono alternative per finanziare lo sviluppo delle imprese. La Cassa vuole sfruttare l'enorme liquidità inutilizzata di Blackrock e dare così un nuovo sostegno alle medie aziende del Belpaese.
Il piano sembra trovare il gradimento del colosso USA che, proprio per studiare a fondo l'economia italiana, ha intensificato le visite dentro i nostri confini: dal quartier generale londinese, i «pellegrinaggi» di manager Blackrock in Italia si sarebbero intensificati da inizio anno. D'altra parte, per comprare un titolo sul listino di piazza Affari bastano grafici e slide, mentre per investire nella cosiddetta economia reale serve una conoscenza diretta del territorio. E forse non è un caso che quest'anno la convention dei 150 top manager Blackrock si terrà in Italia, a Milano.
Comunque, non sarebbero solo i soldi dello «zio Sam» ad alimentare il fondo disegnato dalla CDP. I soldi americani potrebbero essere accompagnati da altre fonti di liquidità: la Cassa intenderebbe coinvolgere nel progetto enti di previdenza e fondi pensione.
Alcuni approfondimenti su questa opzione dovrebbero essere al centro di una riunione, in programma l'1 aprile, tra l'alta dirigenza della CDP e i rappresentanti della COVIP, l'autorità di vigilanza sulla previdenza complementare. Il tutto sotto l'attenta regia del presidente della spa controllata dal Tesoro, Franco Bassanini. Che sta progressivamente mutando la natura della CDP. Senza dimenticare, che lo stesso esecutivo di Matteo Renzi scommette sulla Cassa per sbloccare definitivamente il pagamento dello stock di debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. La crescita del PIL italiano, insomma, passa da via Goito.

Fonte: liberoquotidiano.it

Tratto da: megachip.globalist.it

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