Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

jpmorgan-webdi Marco Franchi - 20 dicembre 2012
Sentenza storica a livello internazionale contro Deutsche Bank, Depfa, Ubs e Jp Morgan
L’Italia è stata terra di scorribande, non mi risulta che, tranne un caso, ci sia stato un solo ente pubblico che sia stato assistito da fisici quantistici o da matematici finanziari, cioè il tipo di assistenza tecnica richiesta nelle operazioni in derivati”.
Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, commenta così la sentenza emessa ieri dal tribunale di Milano contro le quattro banche che avevano proposto i cosiddetti “swap” al Comune. Uno dei primi processi al mondo su questo fronte.

IL GIUDICE Oscar Magi ha condannato in primo grado Deutsche Bank, Depfa, Jp Morgan e Ubs a una multa di un milione di euro ciascuno e a una confisca complessiva di oltre 89 milioni di euro, a conclusione del processo di primo grado. Sono stati inoltre condannati a pene comprese fra i sei e gli otto mesi di carcere nove funzionari bancari dei 13 manager imputati, per quattro dei quali la procura aveva chiesto l'assoluzione. Il giudice ha disposto la trasmissione degli atti del processo in procura perché si proceda per falsa testimonianza nei confronti di Angela Casiraghi, all'epoca direttore finanziario del Comune, e ora alla Cassa Depositi e Prestiti. Nelle note diffuse dopo la sentenza Deutsche Bank, Ubs e Jp Morgan hanno espresso il loro disappunto per la sentenza, ribadendo la correttezza del proprio operato e preannunciando il ricorso in appello. Ma per Robledo non c’è dubbio, si tratta di “una sentenza storica che dà ragione all’accusa” perché “per la prima volta si affronta il principio della mancata trasparenza nell'attività con la pubblica amministrazione” e perché “individua un meccanismo illecito nell'attività con la pubblica amministrazione che potrebbe essersi verificato anche in altri casi”. La causa riguarda i contratti derivati stipulati da Palazzo Marino sulla propria obbligazione da 1,68 miliardi di euro con scadenza 2035, su cui la procura milanese ipotizzava il carico di costi occulti per circa 100 milioni a danno dell'amministrazione cittadina. A inizio 2012 il Comune e le quattro banche hanno raggiunto un accordo extragiudiziale per la chiusura del procedimento civile, che consentirà a Palazzo Marino di contabilizzare entrate pari a 455 milioni di euro, più flussi di interessi attivi nel corso dei prossimi anni. A seguito dell'accordo, il Comune ha poi rinunciato al ruolo di parte civile nel processo penale. Le scorribande cui si riferisce il pm riguarderebbero una parte di quei derivati venduti in Italia per un controvalore di circa 36 miliardi e 600 enti locali coinvolti, secondo i numeri ufficiali del Tesoro (ma la realtà fotografata da una recente indagine della Bocconi parlerebbe invece di 1.500 enti locali e circa 45 miliardi di euro di sottostante). In base ai calcoli di Bankitalia, il totale che dovrebbe essere versato dagli enti qualora le operazioni venissero chiuse anticipatamente, è salito nel corso del 2011 a 1,2 miliardi di euro.

LA SENTENZA di ieri rappresenta un precedente “scivoloso” per gli istituti di credito che hanno ancora aperto contenziosi con amministrazioni locali e anche con soggetti privati. L’ultima partita era stata vinta dalle banche quando il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la Provincia di Pisa sul derivato finanziario congegnato dalla tedesca Depfa e dalla franco-belga Dexia Crediop. Ieri, però, per gli enti locali è arrivato il punto forse decisivo. Da giocare nei match futuri sul campo minato dei derivati: come quello combattuto in Sicilia dove il Tribunale ha cancellato il decreto di sequestro di 17 milioni nei confronti della Bnl che i Comuni di Messina e Taormina speravano potesse aiutarli nel contenzioso.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos