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terremoto-aquila-web0di Emilio Fabio Torsello - 15 ottobre 2012
A tre anni dal sisma sono in continuo aumento disturbi, squilibri e attacchi depressivi tra gli abitanti. Lo denuncia in una lettera aperta l'ex direttore del Centro diurno psichiatrico: 'Siamo all'emergenza sociale, i Tso sono stati 96 negli ultimi otto mesi'

L'Aquila come Kabul, almeno per le conseguenze di quello che viene definito disturbo post-traumatico da stress, sindrome ben nota ai soldati di ritorno dalle zone di guerra. A tre anni dal terremoto, infatti, molti aquilani ancora soffrono attacchi depressivi, squilibri e disturbi anche gravi nella vita quotidiana, in una parola: la disperazione.

Trattamenti Sanitari Obbligatori: 96 in 8 mesi. A lanciare l'allarme, lo psicologo Alessandro Sirolli, presidente della onlus "180amici L'Aquila" ed ex direttore del Centro diurno psichiatrico della Asl che in una lettera aperta denuncia come nei primi otto mesi dell'anno siano stati ben 96 i Trattamenti Sanitari Obbligatori (Tso) autorizzati nel territorio di L'Aquila, Avezzano e Sulmona. Un terzo nel solo capoluogo. Considerando che in cinque anni (dal 2004 all'aprile 2009) erano stati appena otto, risulta particolarmente evidente la situazione di grave criticità che il territorio sta vivendo a tre anni e mezzo dal sisma, con una vera e propria emergenza sociale ignorata. E nella sola giornata del 28 settembre scorso, i Tso registrati sono stati nove.

Secondo gli ultimi dati disponibili, inoltre, ad essere coinvolti sarebbero anche giovanissimi, in un contesto di precarietà abitativa che acuisce e spesso compromette in modo grave la già delicata condizione di quanti vivono situazioni psicologiche a rischio. Gli sfollati all'Aquila - giova ricordarlo - sono ancora trentamila. "Gli studi di clinica psichiatrica dell'università dell'Aquila condotti dal professor Massimo Casacchia hanno dimostrato l'aumento del disagio e dell'uso di farmaci psicotropi soprattutto nella fascia più anziana della popolazione - ha spiegato nei giorni scorsi il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente - Da cosa dipenda questo aumento vertiginoso dei Tso possiamo immaginarlo: il terremoto ha disarticolato i punti di riferimento, mentre le peggiorate condizioni economiche e sanitarie di chi vive in strutture temporanee hanno fatto aumentare la disperazione".

Precarietà e disoccupazione. Secondo i dati comunicati un mese fa da Inps e Cgil, infatti, quella aquilana è la provincia che in Abruzzo registra il peggior andamento dal punto di vista occupazionale. Al 31 agosto 2012, si contavano 1.200 disoccupati in più rispetto ad otto mesi prima, con circa tremila lavoratori in cassa integrazione e 1.400 in mobilità. E nel 2011, secondo i dati Istat e Union Camere (maggio 2012), il tasso di disoccupazione è stato pari all'8,3%, contro il 7% del 2010 e il 9,9% del 2009, anno del terremoto. Un territorio, quello aquilano, che sembra incapace di rialzarsi, con una ricostruzione lenta e una città svuotata dall'interno, "rinata" in insediamenti esterni, lontani dal centro, con pochi servizi, quasi nessun punto di aggregazione e una viabilità fortemente compromessa.

Il dramma delle frazioni minori. E la situazione è anche peggiore nelle frazioni e nei centri minori come Onna, vero e proprio villaggio a ridosso di quel che resta del paese, dove quest'anno alcune associazioni e imprese (Chicco, Ai.Bi, 4Media e Aicem), insieme a Onna Onlus hanno messo in campo alcune attività nell'unico centro polifunzionale prefabbricato: un laboratorio di giornalismo, per permettere ai giovani di raccontare il proprio territorio e un laboratorio di gioco e disegno presso l'asilo. Ma si tratta di eventi occasionali e il territorio ha ormai perso la scorta mediatica di un tempo.

L'emergenza nei servizi. E mentre cresce l'abuso di alcol e psicofarmaci - come denunciato da medici e dallo stesso sindaco dell'Aquila - a versare in condizioni critiche sono anche le strutture preposte ad accogliere i pazienti con problemi e necessità psichiatriche. "Dal 2009 ad oggi denuncia ancora Sirolli nella lettera - i Servizi Psichiatrici all'Aquila vivono uno stato di sofferenza dovuto alla sistemazione logistica e alla scarsa dotazione di risorse umane. Dopo sette mesi di lavoro in tenda il Centro di Salute Mentale e il Centro Diurno Psichiatrico sono stati collocati in container nel parco dell'ex Ospedale Psichiatrico S.Maria di Collemaggio. A niente sono servite le proteste degli utenti e dei familiari per il dover frequentare servizi assolutamente inadeguati , non accoglienti come dovrebbero essere i Servizi di Salute Mentale, privi di possibilità di tutela della riservatezza durante i colloqui e le visite psichiatriche".

Segni evidente di una necessaria e non più rinviabile ricostruzione sociale prima ancora che materiale della zona.

Tratto da: espresso.repubblica.it

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