di Massimo Ragnedda - 17 gennaio 2012
E no caro professore. No e ancora no. Giù le mani dall’acqua pubblica. L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale e deve essere gestito senza logiche di profitto. Credevo che su questo punto lo scorso 12 e 13 giugno gli italiani si fossero espressi in maniera chiara ed inequivocabile e che sull’argomento non si dovesse ritornare. Almeno per un bel po'.
E invece evidentemente mi sbagliavo, visto che Prof. Monti con un decreto cerca di sovvertire la volontà popolare. E il PD su questo punto che fa? Se a sacrificare l’interesse generale per favorire i pochi fosse stato il governo precedente si sarebbe gridato allo scandalo, si sarebbe cavalcata l’onda, si sarebbe parlato di dittatura.
Già le sento le dichiarazioni ufficiali di dirigenti nazionali che gettano benzina sul fuoco, che parlano di un governo lontano dagli interessi della popolazione e che sovverte la volontà popolare. Ma al governo ora c’è Monti, il professore che tutto può, in un paese governato senza opposizione e a colpi di decreto.
No, no e ancora no. La volontà popolare deve essere rispettata. Quando 26 milioni di italiani vanno alle urne e si esprimono democraticamente su un qualcosa, quel qualcosa si rispetta. Punto. Senza discussioni. Senza se e senza ma. Non si può sovvertire per decreto quanto deciso dalla maggioranza assoluta dei cittadini italiani meno di sette mesi fa. Eppure il professore ci prova, complice la maggioranza parlamentare e complice il silenzio dei grossi media.
Ed ecco allora che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Pubblica torna in campo e lancia un appello che in poche ore ha già raccolto 20 mila firma. Nell’appello si legge: “Con l’articolo 20 della bozza di decreto che verrà licenziato giovedì 19 gennaio dal Consiglio dei Ministri, infatti, si attaccano direttamente i risultati del referendum di giugno e la volontà di 26 milioni di cittadini”.
Tra i primi firmatari troviamo personaggi del calibro di Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Gino Strada, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Dario Fo e Padre Alex Zanotelli. Quest’ultimo sul forum ha scritto: “Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosiddetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta”. Eppure osa. Eppure ancora una volta Prof. Monti ha osato. Ma questo, caro Prof. Monti, è semplicemente inammissibile e intollerabile. Chi le dà il diritto di sovvertire la volontà popolare? Chi le dà il diritto di non rispettare la decisione di 26 milioni di italiani?
Se in questo paese commissariato, la volontà popolare ha ancora un senso, caro Prof. Monti metta giù le mani dall’acqua pubblica. Pubblico non è sinonimo di inefficienza e spreco: basta con questo luogo comune che ha dato vita ad ondate di privatizzazioni che spesso hanno messo in ginocchio intere economie e paesi. Non è con la privatizzazione, ovvero affidando alla cieca e libera legge del mercato, che si risolvono i problemi. Anzi, al contrario, vi è chi ha saputo valorizzare il bene pubblico e rimetterlo nelle mani dei cittadini. È il caso del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha addirittura istituito un’azienda speciale, denominata Acqua Bene Comune ed è stata la prima amministrazione a livello nazionale che ha dato concretezza al referendum e ha rispettato la volontà popolare con una rivoluzione che ha riportato il controllo delle risorse e della gestione in mano pubblica. Eppure gli sprechi non sono aumentati, anzi Napoli ha rispettato il piano di Stabilità, nonostante i tagli del governo. Sarà anche per questo che De Magistris è risultato primo nella classifica nazionale dei gradimenti per il sindaco, con il 70 percento dei consensi?
Fonte: notizie.tiscali.it