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La multinazionale tedesca Rheinmetall avvia la produzione dei droni kamikaze HERO nel Sulcis, in partnership con Israele

Una nuova triste frontiera si apre nella militarizzazione delle terre sarde, già dilaniate quest’anno dalle esercitazioni NATO "Joint Stars 2025" e "Mare Aperto 2025".
L’isola si prepara infatti a divenire un importante avamposto della produzione militare all’avanguardia. Il 9 ottobre Rheinmetall ha annunciato l'avvio della produzione in serie di droni kamikaze negli stabilimenti di Domusnovas e Musei. La multinazionale tedesca, attraverso la sua controllata italiana RWM Italia, ha completato nei mesi precedenti un moderno impianto produttivo dedicato alle munizioni vaganti.

Un'operazione che, tra l’altro, si sviluppa attraverso una partnership strategica con l'azienda israeliana UVision Air Ltd., specialista mondiale nel settore delle munizioni circuitanti, nell’ottica di trasformare il Sulcis in un hub tecnologico avanzato per una delle tecnologie militari più richieste nei conflitti moderni e – aggiungiamo anche – nei genocidi moderni.
Nei dettagli la linea di produzione è stata intelligentemente suddivisa tra i due siti sardi per massimizzare efficienza e sicurezza. Nello stabilimento di Musei avviene l'assemblaggio e il collaudo dei componenti inerti ed elettronici, la fase più delicata dal punto di vista tecnologico che comprende i sistemi di guida e controllo dei droni.
Nello stabilimento di Domusnovas –che detiene una lunga tradizione nella produzione di esplosivi – vengono invece prodotte le testate belliche e completata l'integrazione finale nei sistemi d'arma.
La gamma di droni kamikaze prodotta in Sardegna comprende i sistemi della famiglia HERO di UVision, sviluppati per rispondere a diverse esigenze operative. Il HERO 30 è un sistema tattico portatile destinato alla fanteria, dal peso di circa 3 chilogrammi, dotato di una testata da 0,5 chilogrammi, con un’autonomia di 30 minuti e un raggio operativo compreso tra 5 e 40 chilometri. Il HERO 120 rappresenta invece una munizione vagante di medie dimensioni, progettata per attacchi di precisione contro veicoli corazzati e installazioni fisse, con la capacità di operare oltre la linea di vista. A completare la famiglia, il HERO 400 è un sistema a medio-lungo raggio pensato per colpire posizioni fortificate, equipaggiato con una testata da 8 chilogrammi e un’autonomia di circa quattro ore.

Dal punto di vista economico, il portafoglio ordini di Rheinmetall per le munizioni HERO supera i 200 milioni di euro, con consegne destinate a otto paesi europei, sia membri della NATO che non. Nel 2024, il gruppo ha registrato circa 120 milioni di euro di fatturato proveniente dai suoi sistemi aerei senza equipaggio. L’espansione produttiva prevede inoltre l’assunzione di altri 250 dipendenti, che si aggiungeranno ai 350 già in forza, portando così la forza lavoro complessiva a circa 600 unità. Si tratta di un incremento significativo, in grado di offrire un importante impulso occupazionale al territorio del Sulcis-Iglesiente.
Parallelamente alla produzione militare, le terre sarde ospitano già attività di sviluppo e testing di droni per altri scopi. Leonardo, ad esempio, utilizza il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ) per testare i suoi droni bersaglio della famiglia Mirach. Il Mirach-40 (M-40) è l'ultimo modello sviluppato dal gruppo, autorizzato per uso operativo nel 2018 dopo i test presso il PISQ. Questi sistemi simulano minacce aeree per l'addestramento delle forze armate con missili aria-aria e superficie-aria.
Una terra dilaniata dalle prove di guerra dove a pagarne lo scotto è prima di tutto la popolazione locale. Le indagini epidemiologiche dell’Istituto Superiore di Sanità hanno evidenziato una forte incidenza di malattie nelle aree della Sardegna situate in prossimità dei poligoni militari, con dati allarmanti soprattutto nella frazione di Quirra, nel comune di Villaputzu. In questa piccola comunità di 64 abitanti, il tasso di ospedalizzazione per tumori maligni risulta circa doppio rispetto al resto del comune, e nel periodo 2007-2013 sono stati registrati tre casi di tumori rari — encefalico, osseo e leucemia — un dato statisticamente rilevante vista la limitata popolazione.

Anche nella zona di Foxi, vicino al poligono di Capo Teulada, si registra un’incidenza anomala di leucemie e altri tumori, tanto da portare il Tribunale Amministrativo Regionale della Sardegna a definire l’area “fortemente contaminata e a forte rischio sanitario”. Nel complesso, gli studi mostrano che nelle aree adiacenti ai poligoni la mortalità generale è raddoppiata, con un rischio triplo di malattie cardiache rispetto alla media. I tumori del sistema emolinfopoietico (come leucemie, mielomi e linfomi) presentano eccessi significativi: a Salto di Quirra la mortalità per mieloma è più che doppia rispetto all’atteso, mentre a Capo Teulada i ricoveri per tumori linfoematopoietici sono aumentati del 43% e i linfomi non-Hodgkin del 135%. 

Foto © Imagoeconomica 

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