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La situazione sanitaria è al collasso. Secondo un monitoraggio richiesto dal presidente della Regione Renato Schifani, ci sono 90.000 ricoveri sospesi e 140.000 visite specialistiche arretrate.
È il quadro allarmante della regione Sicilia che si prepara, tuttavia, a conseguire numeri da primato nel supporto alle guerre USA.
Sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35. Così come siamo l'unico Paese al mondo dove vengono assemblati gli F-35, a Cameri”, ha dichiarato in pompa magna il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto che ha poi santificato le magnifiche sorti e progressive del riarmo.
Perché il futuro si costruisce non limitandosi alla difesa ma facendo diventare la difesa un motore sociale, economico e di innovazione tecnologica. E questo ne è l'esempio”, ha aggiunto il ministro.
Peccato che i numeri dicano totalmente l’opposto e evidenziano come il crescente riarmo non farà altro che deteriorare ulteriormente uno stato sociale già in rovina. Portare al 5% la spesa per al difesa, come stabilito dall’ultimo vertice NATO all’Aia, significherebbe per l’Italia spendere 110 miliardi l’anno, ovvero 78,7 miliardi in più di quanto spendiamo ora. Con un debito pubblico tra i più alti al mondo, pari a 3.000 miliardi di euro e un deficit del 3% – già oltre il limite del 3% del Patto di stabilità – ci sono limiti strutturali per ulteriori i margini di manovre fiscali nel nostro Paese.
Tradotto: per finanziare il riarmo senza far esplodere il debito pubblico, lo Stato dovrà tagliare la spesa pubblica proprio dove pesa di più: sanità, istruzione, pensioni, investimenti e pubblico impiego. La storia recente mostra come aumenti della spesa militare siano stati accompagnati da riduzioni in altri settori. Negli ultimi 10 anni, mentre la spesa militare italiana cresceva del 26%, 37 miliardi sono stati sottratti alla sanità, i cui investimenti sono passati dal 7% del PIL nel 2001 al 6,2% nel 2023.
Non è un caso che sia stata proprio la Sicilia come prima base estera al di fuori degli USA per l’addestramento dei caccia. La regione è già principale crocevia di tutte le guerre portate avanti da Washington e i suoi alleati. In particolare Sigonella, indicata come candidata principale per il training, è già sede del 41° Stormo AM e della Naval Air Station statunitense.
Per i teatri di guerra ucraini, proprio da Sigonella partono i droni RQ-4 e MQ-4C per sorvolare il Baltico e Mar Nero fornendo informazioni di intelligence in tempo reale alle forze di Kiev.
La base funge anche da ponte aereo per parti di ricambio e munizioni dirette alla base israeliana di Nevatim. Sono stati documentati sorvoli dei C-17 USA sulla rotta Ramstein–Sigonella–Israele già nei primi giorni di bombardamenti indiscriminati a Gaza.
Anche per quanto riguarda l’Iran, dopo il loro dispiegamento nel marzo 2024, i droni MQ-4C Triton della US Navy, specializzati in ricognizione SIGINT (Signals Intelligence), sono stati utilizzati con regolarità per missioni di sorveglianza e raccolta di intelligence nell’area del Golfo Persico e dello Stretto di Hormuz.
Il loro impiego si è intensificato in particolare in seguito ai bombardamenti statunitensi del 21 e 22 giugno contro i siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan.
Poche ore dopo questi attacchi, uno di questi droni, identificato con il numero 169661 e il callsign OVERLORD, ha condotto una prolungata missione di ricognizione nell’area, sorvolando lo Stretto di Hormuz, l’Oman e gli Emirati Arabi. L’obiettivo principale era monitorare in tempo reale le reazioni iraniane all’azione dei bombardieri strategici B-2, offrendo così un quadro costantemente aggiornato della situazione alle forze navali statunitensi presenti nella regione.
Sebbene il punto esatto di decollo non sia stato confermato ufficialmente, il drone MQ-4C Triton in questione è solitamente operativo dalla base di Sigonella, dove è assegnato nell’ambito del programma BAMS (Broad Area Maritime Surveillance). 
Il futuro per il complesso militare industriale è più radioso che mai. 

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