Lo scandalo è emerso pubblicamente nel 2011, grazie alle inchieste del giornalista del Times Andrew Norfolk, che ha rivelato come bande organizzate di uomini, spesso di origine pachistana e musulmana, avessero preso di mira adolescenti vulnerabili, prevalentemente bianche, in città del Nord dell’Inghilterra. Le vittime, spesso di età compresa tra i 12 e i 16 anni, provenivano da contesti di disagio sociale, con famiglie problematiche o in affidamento. I numeri sono agghiaccianti: si parla di almeno 1.400 ragazze minorenni abusate tra il 1997 e il 2013.
Il fenomeno fu insabbiato e messo a tacere perché le autorità locali, spesso guidate dal Partito Laburista in città come Rotherham e Rochdale, avrebbero evitato di perseguire i colpevoli per paura di alimentare stereotipi razziali o di provocare disordini, come quelli avvenuti a Oldham nel 2001. In sostanza, l’origine etnica dei colpevoli, prevalentemente pachistani, fu spesso ignorata per non essere accusati di razzismo.
In alcuni casi, i responsabili avevano ruoli nelle comunità locali: ad esempio, Shabir Ahmed, leader di una gang a Rochdale, lavorava nel dipartimento del welfare di Oldham, contribuendo a un clima di protezione per gli abusatori.
Questa è una delle poche inchieste che certifica come la politica e la classe dirigente ignorino colpevolmente il fenomeno della pedofilia w degli abusi sui minori pur di mantenere il potere e raccogliere voti.
L’inchiesta ufficiale, che ora verrà lanciata, rischia di essere imbarazzante per i laburisti, poiché molte delle amministrazioni locali coinvolte nello scandalo erano guidate dalla sinistra, e la comunità pachistana ha sempre rappresentato un bacino elettorale sicuro per il Labour, che ora dovrà affrontare verità scomode.
La vicenda riemerge a intervalli regolari. Proprio due giorni fa, sette pachistani di Rochdale sono stati condannati per aver abusato per anni di due ragazzine bianche, a partire da quando avevano tredici anni. Questo caso, risalente a vent’anni fa, è paradigmatico di quanto avveniva su vasta scala: le due adolescenti, provenienti da contesti familiari e sociali altamente problematici, furono circuite con sigarette, alcol e droghe, ridotte a schiave sessuali e passate di mano in mano fra centinaia di uomini. Un eccesso di politicamente corretto ha coinvolto tutti, dai servizi sociali alle scuole, dalla polizia agli enti locali.
Le vittime, spesso provenienti da contesti svantaggiati, erano considerate “inaffidabili” o “colpevoli” del loro comportamento, con denunce liquidate come non credibili. Questo atteggiamento rifletteva un pregiudizio verso le classi lavorative povere e le giovani donne. La nuova inchiesta, avviata dal primo ministro britannico laburista Keir Starmer, precedentemente direttore della Procura della Corona (CPS) tra il 2008 e il 2013, scenderà nei dettagli.
Il nome di Starmer, però, è al centro di pesanti accuse. Elon Musk, Nigel Farage e figure dell’ultradestra come Tommy Robinson lo hanno accusato di aver ignorato i casi di abusi durante il suo mandato alla CPS, per motivi politici o per evitare tensioni razziali. Musk, in particolare, ha pubblicato oltre 60 post su X, definendo Starmer “complice” degli abusi e chiedendo indagini nazionali. Il primo ministro ha respinto queste accuse, sottolineando che: durante il suo mandato, la CPS non ricevette mai denunce specifiche su questi casi (ad esempio, il caso di Rochdale del 2009 fu gestito a livello locale e archiviato per mancanza di credibilità della vittima); introdusse riforme per facilitare le incriminazioni per reati sessuali, rendendo più efficace la persecuzione di questi crimini; quando i casi emersero con clamore mediatico nel 2011, il procuratore regionale Nazir Afzal, con il supporto di Starmer, riaprì le indagini, portando a decine di condanne.
Nonostante queste difese, persiste la percezione che Starmer abbia sottovalutato il problema, alimentata dalla sua iniziale opposizione a una nuova inchiesta nazionale. Dopo mesi di resistenze, il 14 giugno 2025, alla vigilia del G7 in Canada, Starmer ha annunciato un’inchiesta pubblica statutaria e un’operazione nazionale coordinata dall’Agenzia Nazionale per il Crimine (NCA). L’inchiesta esaminerà come le istituzioni, inclusi i consigli locali, le forze di polizia e i funzionari eletti, abbiano fallito nel proteggere le ragazze vulnerabili in tutto il Regno Unito, con un focus specifico sulle denunce gestite male o ignorate. Avrà il potere di obbligare indagini locali approfondite su casi storici e richiedere risposte in caso di denunce di illeciti o insabbiamenti, grazie ai poteri concessi dall’Inquiries Act del 2005. Sarà presieduta da una singola figura e riferirà in modo indipendente, con la facoltà di obbligare testimonianze e accedere ai registri istituzionali.
Il documento, firmato da Louise Casey, funzionaria governativa esperta di questioni sociali e membro della Camera dei Lord, aggrava l’imbarazzo del governo laburista di Starmer, costretto ad annunciare in extremis l’apertura di un’inchiesta indipendente nazionale a vasto raggio su questo fenomeno. Si tratta di un cambio di rotta improvviso, proclamato dopo mesi di sollecitazioni da parte delle opposizioni di destra, sia dal Partito Conservatore di Kemi Badenoch sia dal leader di Reform UK Nigel Farage, mai ascoltate. A queste si sono aggiunte le polemiche di Elon Musk, che, in una raffica di post su X, ha accusato alti esponenti del Partito Laburista di “profonda complicità” negli abusi, sostenendo che Starmer, all’epoca capo della Procura della Corona, avrebbe ignorato il dossier. Starmer, tuttavia, ha dichiarato di non aver mai ricevuto quel dossier.
Il rapporto Casey include 12 raccomandazioni, che il gabinetto britannico promette di attuare interamente, per mano della ministra dell’Interno Yvette Cooper. Tra queste, l’impegno a far luce sui sospetti di inadempienza da parte delle strutture pubbliche e la possibilità per la polizia di raccogliere dati sull’origine etnica dei colpevoli di pedofilia e abusi sessuali di gruppo su minorenni.
Gli abusi hanno riguardato decine di vittime, tutte bambine e ragazzine bianche, provenienti da realtà sociali caratterizzate da abbandono e marginalità. Stuprate da gruppi di uomini di etnia pachistana, furono sfruttate come prostitute-schiave e avviate alla dipendenza da droghe, alcol e sigarette. Questi fatti rimasero a lungo coperti non solo grazie a forme di omertà nelle comunità locali, ma anche a lacune investigative ed esitazioni attribuite alle autorità politico-amministrative, in zone tradizionalmente dominate dal Labour, per ragioni di consenso, adesione al politicamente corretto e timore di alimentare ostilità verso i britannici di origini asiatiche.
Come spesso accade, si preferisce rincorrere voti piuttosto che assicurare un futuro alle nuove generazioni.
I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno scoperto che il 12,6% dei bambini nel mondo è stato vittima di conversazioni, condivisioni ed esposizioni non consensuali a immagini e video sessuali nell’ultimo anno, equivalente a circa 302 milioni di giovani. L’iniziativa Childlight dell’università, che mira a comprendere la prevalenza degli abusi sui minori, include un nuovo indice globale. Questo ha rilevato che uno su nove uomini negli Stati Uniti, pari a quasi 14 milioni, ha ammesso di aver commesso reati online contro i bambini. Nel Regno Unito, il 7% degli uomini, equivalente a 1,8 milioni, ha fatto lo stesso. La ricerca ha anche scoperto che molti uomini hanno ammesso che commetterebbero reati sessuali fisici contro i bambini se pensassero di poterlo fare in segreto.
L’amministratore delegato di Childlight, Paul Stanfield, ha dichiarato: “Questo fenomeno è su una scala sbalorditiva. Nel solo Regno Unito, equivarrebbe a una linea di trasgressori maschi che si estende da Glasgow a Londra o che riempirebbe lo stadio di Wembley 20 volte. Il materiale di abuso sui minori è così diffuso che i file vengono segnalati alle organizzazioni di controllo e alle forze di polizia una volta al secondo. Questa è una pandemia sanitaria globale, rimasta nascosta per troppo tempo. Si verifica in ogni paese, sta crescendo esponenzialmente e richiede una risposta globale. Dobbiamo agire con urgenza e trattarlo come un problema di salute pubblica prevenibile. I bambini non possono aspettare.”
Stephen Kavanagh, direttore esecutivo di Interpol, ha aggiunto che gli approcci tradizionali delle forze dell’ordine faticano a tenere il passo. “Dobbiamo fare molto di più insieme a livello globale, inclusa la formazione di investigatori specializzati, una migliore condivisione dei dati e attrezzature per combattere efficacemente questa pandemia e il danno che infligge a milioni di giovani vite in tutto il mondo,” ha concluso.
ARTICOLI CORRELATI
Abusi rituali sui minori e violenze in Israele: testimonianze shock alla Knesset
Europol: pedofilia è una delle principali minacce per la sicurezza dell’UE
Chi era Jeffrey Epstein, il magnate pedofilo accostato a Trump da Elon Musk?
Gratteri: ''I pedofili escono dalle fogne. I genitori facciano i genitori, proteggete i figli''