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L’Ucraina in difficoltà si prepara a respingere un’offensiva su tre fronti

Ieri mattina la capitale ucraina è stata accolta da un denso fumo nero che ha avvolto la città durante tutta la giornata di oggi.
Lunedì notte, Kiev ha subito il più grande attacco notturno con droni dall'inizio della guerra. Sembra crescere, dunque, la pressione sulla città, in quella che sembra essere una risposta “a pezzi” dell’operazione ucraina Spider Web, che lo scorso 1° giugno avrebbe compromesso il 34% della flotta strategica russa. 
 L'Aeronautica Militare nazionale ha riferito che Mosca avrebbe utilizzato quasi 500 velivoli d'attacco, ovvero 479 droni e 20 missili da crociera.
“Il bilancio è di quattro feriti”, ha fatto sapere il sindaco di Kiev Vitali Klitschko che su Telegram ha invitato la popolazione a restare nei rifugi. Al contempo, il Kyiv Indipendent parla di almeno un morto e di danni a un ospedale neonatale e a diverse infrastrutture civili. 
"Nella notte, le Forze Armate russe hanno condotto un attacco combinato con armi ad alta precisione e droni da combattimento contro imprese ucraine delle industrie aeronautica, missilistica, corazzata e navale a Kiev, contro centri di comando e luoghi di dispiegamento delle Forze Armate ucraine, contro concentrazioni di armamenti e materiale militare delle formazioni ucraine, nonché contro l'infrastruttura degli aerodromi militari, depositi di munizioni e carburante. L'obiettivo degli attacchi è stato raggiunto. Tutti i bersagli designati sono stati colpiti", si legge nel comunicato del ministero della difesa russo. 
Tra gli obiettivi, ci sarebbe anche l’ambasciata britannica, completamente dilaniata dall’esplosione, come riportato dalle immagini divulgate dai residenti locali. Proprio Londra era stata accusata da Lavrov di essere coinvolta al 100% nelle azioni “terroristiche” di Kiev. In ogni caso il supporto della Gran Bretagna alle operazioni sotto copertura è cosa nota. È stato proprio il capo del Secret Intelligence Service (MI6), Richard Moore, a confermare pubblicamente il coinvolgimento della Gran Bretagna in operazioni segrete a sostegno dell'Ucraina. "Abbiamo a cuore la nostra tradizione di azioni segrete, che manteniamo viva oggi aiutando l'Ucraina a resistere all'invasione russa", ha dichiarato all’ambasciata britannica a Parigi. 
Numerose esplosioni di forte intensità hanno scosso anche Boryspol, sempre nella regione di Kiev. L'aeroporto locale è stato colpito pesantemente, mentre i corrispondenti di guerra hanno anche scritto della distruzione dell'impianto industriale Artem della capitale, che produceva missili seguendo la tecnologia occidentale.   


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L’Ucraina in difficoltà si prepara a respingere un’offensiva su tre fronti

Nel frattempo si aggrava la situazione al fronte che vede i russi ormai premere su tre direttrici.
Il Ministero della Difesa russo ha annunciato domenica 8 giugno che le sue forze sono entrate nella regione ucraina di Dnipropetrovsk in vista della creazione di una zona cuscinetto.
Un obiettivo ottenuto aggirando la città di Pokrovsk, dopo aver sfondato il fronte meridionale del Donbass.
Ora Kiev dovrà fortificare contemporaneamente il fronte di Dnipropetrovsk, insieme a quello settentrionale di Kharkov e a quello meridionale di Zaporozhye, per proteggersi dall'eventualità che la Russia utilizzi la sua nuova posizione per lanciare offensive in uno di questi tre fronti.
Ciò potrebbe mettere a dura prova le Forze Armate ucraine, che stanno già faticando a impedire un'importante irruzione nella regione di Sumy da Kursk.
Le truppe russe continuano a guadagnare terreno nel settore nord-orientale, puntando verso il centro regionale dell’Oblast’ di Sumy. Secondo Readovka, le forze ucraine hanno abbandonato le posizioni del primo scaglione difensivo, permettendo così alle unità russe di avanzare verso la linea Khoten-Pisarevka-Korchakovka-Khrapovshchina. Parallelamente, è stato lanciato un attacco di fianco dalla zona di Guevo e Gornal verso il villaggio di Sadki, con l'obiettivo tattico di liberare l’area dalla presenza di fanteria ucraina e preparare il terreno per un assalto su Mogritsa, località cruciale per il controllo del passaggio sul fiume Psel.
Questo punto è strategico sia per i russi, che potrebbero espandere l’offensiva su Sumy da est, sia per gli ucraini, che tentano di concentrare lì le forze per future contromisure. Tuttavia, la costruzione di fortificazioni difensive da parte ucraina nell’Oblast’ risulta incompleta – un elemento confermato anche dalle dichiarazioni della deputata Maryana Bezugla, che ha denunciato la presunta corruzione e l’impreparazione del comando militare ucraino.
Anche nel settore di Kostyantynivka, la situazione delle truppe ucraine si fa sempre più critica. La necessità di un ripiegamento dal perimetro difensivo esterno alla città è evidente, soprattutto nei settori orientale e nord-orientale, dove il fronte rischia lo sfondamento. Tuttavia, la leadership militare di Kiev sembra esitante a cedere posizioni senza un’adeguata preparazione dell’opinione pubblica. È in corso un’opera mediatica per giustificare una futura ritirata come strategica e necessaria a evitare un altro disastro sul modello di “Novogrodovka”.
Se a ciò si aggiungono la riduzione degli effettivi e i dubbi sulla continuazione degli aiuti militari e di intelligence statunitensi, questo potrebbe essere sufficiente a far crollare le linee del fronte entro poche settimane o mesi, come profetizzato dal capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov.

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