Si avvicinano le ore decisive che decreteranno la fine della guerra in Ucraina o la sua prosecuzione fino all’ultimo ucraino.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha promesso di recarsi in Turchia indipendentemente dai piani di Vladimir Putin e chiede di vedere faccia a faccia l’omologo russo. Dunque giovedì si recherà ad Ankara, dove incontrerà il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e attenderà l'arrivo di Putin a Istanbul o in qualsiasi altra parte della Turchia.
"Se deciderà di dire di essere pronto per un cessate il fuoco, allora si aprirà la strada alla discussione di tutti gli elementi per porre fine alla guerra ", ha detto il leader ucraino ai giornalisti, precisando che, se invece l’omologo russo si rifiuta di presentarsi, "significa solo una cosa: che la Russia non è pronta per i negoziati".
Si tratta dello stesso Zelensky che nel 2022 aveva ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale in cui si afferma l'impossibilità di negoziare con il presidente della Federazione Russa.
Il Cremlino si è rifiutato di chiarire se il presidente russo parteciperà. Interpellato martedì sui piani di Putin, il portavoce Dmitrij Peskov ha dichiarato che "la Russia continua a prepararsi per i colloqui" e che annuncerà chi parteciperà "non appena il presidente lo riterrà necessario".
Sulla questione della tregua è intervenuto anche Emmanuel Macron. "La nostra sicurezza è in gioco in Ucraina. Vogliamo un cessate il fuoco su terra, in mare e in aria per 30 giorni", ha dichiarato il capo dell’Eliseo, precisando che la volontà della Francia “è adottare sanzioni nei prossimi giorni in stretta intesa con gli Stati Uniti”, se la Russia non la accetta.
Sulla stessa linea si è espresso il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, che ha dichiarato martedì che le nazioni europee stanno lavorando insieme per un "significativo inasprimento" delle misure coercitive qualora concordino sul fatto che Putin non compia "reali progressi".
La Russia, d’altra parte, pone come precondizione all'introduzione di una tregua lo stop dei rifornimenti di armi all'Ucraina da parte di Stati Uniti ed Europa, come spiegato due giorni fa dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una intervista alla Abc.
Secondo il docente di sociologia del terrorismo, Alessandro Orsini, la Russia non accetterà alcuna tregua se l’Occidente non si impegnerà a sospendere totalmente la fornitura di armi all’Ucraina, anche durante una pausa nei combattimenti. “Tuttavia, un simile scenario è irrealistico, perché “anche se l’Occidente si impegnasse in questo senso, quasi certamente consegnerebbe le munizioni a Zelensky di nascosto”, scrive Orsini su Sicurezza Internazionale, spiegando in seguito che un eventuale cessate il fuoco tra Russia e Ucraina sarebbe comunque “destinato a durare poco” se non verranno soddisfatte le tre richieste chiave di Vladimir Putin per un accordo di pace duraturo.
Tra l’altro, lo stesso Macron poi precisa che gli ucraini hanno la “lucidità per affermare” che non potranno riprendere tutti i loro territori alla fine del conflitto con la Russia.
Coloro che “vogliono male” alla Russia sono pronti ad adottare nuove sanzioni contro Mosca anche “a loro discapito” perché sono “deficienti”, ha affermato di tutta risposta il leader russo in una conferenza sull’economia. “Quindi ovviamente dobbiamo tenerlo a mente, che potrebbero fare ciò di cui parlano pubblicamente, e, naturalmente, dobbiamo ridurre al minimo gli effetti negativi su di noi”. “È necessario capire cosa potrebbe accadere – ha detto Putin, citato dall’agenzia Interfax – ed è necessario essere preparati per qualsiasi azione dei nostri possibili futuri detrattori. Lo fanno a discapito di sè stessi. Sembra che non potrebbero fare questo o altro, ma lo fanno, deficienti”, ha aggiunto il presidente.
Nella notte tra il 10 e l'11 maggio, Vladimir Putin ha rilasciato dichiarazioni ai media in risposta alla proposta congiunta avanzata da Stati Uniti, Ucraina e Unione Europea per un cessate il fuoco generale di almeno 30 giorni a partire dal 12 maggio. Il presidente russo ha respinto l’iniziativa occidentale e ha invece rilanciato l’idea di riaprire i negoziati diretti tra Russia e Ucraina, sostenendo che fosse Kiev ad averli interrotti nel 2022. Putin ha indicato il 15 maggio come possibile data per la ripresa del dialogo bilaterale.
Foto © Imagoeconomica
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- Francesco Ciotti