Oltre a Yesenia Lara Gutiérrez hanno perso la vita altre tre persone. Tra le vittime anche sua figlia
Continua a dilagare la violenza in Messico, dove neppure la democrazia viene risparmiata. L’ultima, tragica e sconvolgente conferma arriva dallo stato di Veracruz, dove un comizio politico, che si è svolto domenica scorsa per le strade della cittadina di Texistepec, si è trasformato in una scena di terrore. La candidata sindaca Yesenia Lara Gutiérrez, 49 anni, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco mentre sfilava circondata da una carovana di sostenitori del suo partito, Morena. I drammatici momenti sono stati immortalati in diretta Facebook, in un video che nel giro di poche ore è diventato simbolo del rischio che corre chi, come Gutiérrez, osa candidarsi a una carica pubblica in alcune aree del Paese. Nel filmato si vedono i volti sorridenti della folla che accompagna Gutiérrez, mentre si canta e si sventolano bandiere. All’improvviso si sentono spari secchi, seguiti dalle urla dei presenti. In sottofondo, i colpi d’arma da fuoco proseguono - se ne contano una ventina - mentre la diretta continua a registrare il caos che ne segue.
Il giorno successivo, la presidente Claudia Sheinbaum ha confermato l’accaduto durante la sua conferenza stampa mattutina, spiegando che non sono ancora noti i motivi dell’agguato e garantendo il pieno sostegno del governo federale alle autorità locali per le indagini. Sheinbaum ha anche citato la collaborazione con il Segretariato alla Sicurezza e con il procuratore generale dello stato, ribadendo l’intenzione di proteggere il processo elettorale in vista delle elezioni del 1° giugno. Durante la sparatoria, oltre a Gutiérrez, hanno perso la vita altre tre persone, tra cui anche la figlia di Gutiérrez. Il governatore di Veracruz, Rocío Nahle, ha definito l’agguato un “vile omicidio” e ha giurato che i responsabili saranno individuati, ricordando che “nessuna posizione politica vale la vita di una persona”.
Purtroppo non si tratta di un episodio isolato. In Messico, la violenza politica è diventata quasi una costante, soprattutto nei periodi elettorali. Candidarsi a sindaco, in particolare nelle aree più instabili o strategiche per il controllo del territorio, può significare diventare un bersaglio. Secondo i dati di Data Cívica, organizzazione che monitora la violenza legata alla politica, solo nell’ultimo anno si sono registrati ben 661 attacchi contro persone o infrastrutture legate a campagne elettorali. A maggio, nello stato meridionale di Guerrero, un altro candidato sindaco è stato assassinato nel pieno della campagna elettorale, anche in quel caso documentato da un video. Solo pochi giorni dopo, il sindaco di Cotija, nello stato di Michoacán, è stato freddato mentre rientrava a casa dalla palestra, nonostante fosse scortato da una guardia del corpo. A ottobre, il sindaco della capitale dello stesso stato di Guerrero, Chilpancingo, è stato ucciso appena una settimana dopo il suo insediamento.
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