Pietro Orlandi: "L’ho già bannato più volte per le falsità deliranti che racconta"
Un nuovo sviluppo ruota attorno al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno del 1983. Un blogger italiano è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito delle indagini attualmente in corso sul caso. L’uomo, un cinquantenne romano, noto per essere un blogger, è attualmente indagato per favoreggiamento dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia. Stando a quanto si apprende dal sito di informazione “Ciociariaoggi”, il blogger, residente in provincia di Frosinone e identificato con le iniziali M.B., secondo gli inquirenti avrebbe pubblicato di recente alcune informazioni ritenute rilevanti e potenzialmente compromettenti sui social, riferendosi esplicitamente alla vicenda di Emanuela. Le autorità giudiziarie hanno reagito disponendo una perquisizione domiciliare e personale, arrivando a sequestrare anche il suo computer. La Procura di Roma, che ha riaperto ufficialmente il caso nel 2023, si sta muovendo in parallelo a quella del Vaticano, ed è la prima volta, da quando le indagini sono state riattivate, che un cittadino risulta essere formalmente indagato. Dal canto suo, il blogger, attraverso il suo avvocato Luigi Tozzi, ha respinto ogni accusa, dichiarandosi estraneo ai fatti e annunciando l’intenzione di chiedere di essere ascoltato quanto prima dai magistrati titolari dell’indagine. Secondo la linea difensiva, i post pubblicati non avrebbero contenuti tali da giustificare un’accusa di favoreggiamento, e la divulgazione di notizie - per quanto sensibili - rientrerebbe nella libertà d’espressione.
Sulla vicenda - ha reso noto “Il Fatto Quotidiano” - è intervenuto anche il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che ha attaccato duramente il blogger romano, ora indagato dall’antimafia. “La persona di cui si parla nei recenti articoli e che sarebbe stata, sempre in base a quanto scritto sui giornali, indagata dall’antimafia (cosa non da poco), è una persona che io ho bannato ogni volta che potevo per le deliranti e false cose che racconta, naturalmente contro di me e la mia famiglia, compresa Emanuela, nel suo blog o sulla pagina del giornalista Pino Nicotri. Quest’uomo - ha spiegato Orlandi - si permette di scrivere che Emanuela non era quella ragazza acqua e sapone che si pensava fosse, e mi mette in bocca frasi che non ho mai detto: che Emanuela è stata portata in Inghilterra perché incinta, cosa che non avrei mai potuto dire visto che, quando è stata rapita, aveva il ciclo. E naturalmente, per questa persona, il Vaticano non ha nulla a che vedere con la vicenda o con un eventuale abuso, ma scrive che la responsabilità di quanto accaduto è solo della famiglia”. Un dettaglio importante è che l’ipotesi di reato avanzata dalla Procura non è quella di diffamazione, come ci si potrebbe aspettare viste le affermazioni controverse pubblicate online, ma quella di favoreggiamento. Ciò lascia intendere che l’attenzione degli investigatori potrebbe non essere rivolta tanto alla veridicità delle affermazioni, quanto a qualche altro aspetto. Forse un tentativo di ostacolare le indagini in corso?
Foto © Imagoeconomica
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