Dopo settimane di conferme, smentite, clamorosi passi indietro, alla fine il fatidico accordo sulle terre rare è stato ufficialmente firmato dalle controparti statunitense e ucraina.
"Questo accordo segnala chiaramente alla Russia che l'amministrazione Trump è impegnata in un processo di pace incentrato su un'Ucraina libera, sovrana e prospera a lungo termine", ha dichiarato il Segretario al Tesoro Scott Bessent in una nota, spiegando che rappresenta un chiaro messaggio alla Russia e ribadisce il sostegno degli Stati Uniti a un’Ucraina libera, sovrana e prospera, e manifestando l’intenzione di accelerare il rilancio economico del Paese.
L’intesa prevede la creazione dell’"Ukraine Recovery Investment Fund", un fondo congiunto destinato a sostenere la ripresa economica dell'Ucraina, con particolare attenzione allo sviluppo delle risorse naturali, tra cui minerali critici, petrolio e gas.
Secondo quanto dichiarato dal ministro ucraino dell’Economia, Yulia Sviridenko, il fondo sarà gestito in maniera paritaria, con un controllo equamente suddiviso tra i due Paesi, senza che nessuno abbia diritto di veto o maggioranza nelle decisioni. Il capitale iniziale del fondo sarà alimentato con metà dei proventi derivanti dalle licenze rilasciate per nuovi progetti a partire dalla firma dell’accordo. Le attività già avviate e i relativi ricavi, così come gli aiuti americani già concessi all’Ucraina, non rientrano nel meccanismo di finanziamento del fondo.
La titolarità delle risorse naturali ucraine rimarrà allo Stato ucraino. L’accordo non comporta privatizzazioni: le principali aziende statali nel settore energetico, come Ukrnafta ed Energoatom, resteranno di proprietà pubblica. Tuttavia, per rendere pienamente operativo il fondo, sarà necessario modificare il Codice di bilancio ucraino e ottenere l’approvazione del Parlamento (Verkhovna Rada).
I progetti che saranno finanziati dal fondo verranno decisi congiuntamente da Ucraina e Stati Uniti, e riguarderanno attività estrattive, infrastrutture collegate e iniziative per la lavorazione delle risorse naturali.
Secondo il piano, nei primi dieci anni di attività, gli utili del fondo non saranno distribuiti, ma reinvestiti in Ucraina per sostenere ulteriori progetti e interventi di ricostruzione. Le condizioni esatte per questi reinvestimenti saranno oggetto di trattative future.
In un’intervista a Newsnation il tycoon ha poi raccontato di aver convinto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante l’incontro che ha preceduto i funerali di Papa Francesco.
"Gli ho detto che sarebbe stato molto positivo se avessimo firmato l'accordo. Perché la Russia è molto più grande e forte", ha detto il capo della Casa Bianca, precisando che, una volta ricostruito il suo esercito, Mosca non sarebbe stata comunque superiore agli Stati Uniti.
Il fondo sarà sostenuto dal governo statunitense attraverso la DFC, l’agenzia americana per lo sviluppo finanziario, che si occuperà di attrarre investimenti privati e tecnologie statunitensi. Gli Stati Uniti contribuiranno inoltre con nuovi aiuti, anche di tipo militare, come sistemi di difesa aerea. Nel merito Kyiv Post specifica che la Casa Bianca ha informato il Congresso della sua intenzione di consentire l'esportazione di prodotti per la difesa in Ucraina attraverso vendite commerciali dirette (programma DCS) per un importo di 50 milioni di dollari.
In ogni caso, come rivelato dal New York Times, l'accordo non include le garanzie di sicurezza americane a cui Kiev aveva in più occasioni aspirato. "Secondo una fonte vicina ai negoziati, che ne ha parlato a condizione di mantenere l'anonimato, la versione finale dell'accordo non include esplicite garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti", afferma la pubblicazione.
Dal punto di vista statunitense, Donald Trump ha spiegato che questa intesa rappresenta anche un modo per garantire un ritorno economico agli Stati Uniti, dopo aver investito circa 350 miliardi di dollari in sostegno all’Ucraina, a fronte di un impegno europeo molto più contenuto.
“L'Ucraina dovrà pagare gli Stati Uniti per i loro aiuti militari con la propria ricchezza nazionale: il presidente degli Usa Donald Trump ha "tormentato" le autorità di Kiev sul tema”, commenta il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, spiegando che il tycoon “ha costretto il regime di Kiev a pagare gli aiuti americani con i minerali. Ora dovranno pagare le forniture militari con la ricchezza nazionale di un Paese che sta scomparendo".
Keith Kellog: ricevuto 22 condizioni specifiche come parte della risoluzione del conflitto
Nel frattempo, sul fronte dei negoziati per porre fine alla guerra, l'inviato speciale del presidente statunitense Keith Kellogg, parlando a Fox News, ha rivelato che Washington è pronta ad accettare parzialmente le richieste territoriali della Russia come parte della risoluzione del conflitto ucraino.
"In parte sì. Perché quello che state facendo è (condurre – ndr) delle trattative", ha osservato, spiegando che, dopo i colloqui di Londra, Washington ha ricevuto 22 condizioni specifiche, concordate dai rappresentanti di Kiev e dagli alleati europei come parte della risoluzione del conflitto.
Kellogg ha aggiunto che i funzionari ucraini e dell'UE sono principalmente interessati a un cessate il fuoco completo che potrebbe portare a un accordo di pace e durare almeno 30 giorni.
Rassicurazioni postume alla frattura incorsa a Londra la scorsa settimana, quando il presidente Donald Trump si è scagliato contro Zelensky, affermando che le sue dichiarazioni in cui si rifiutava di riconoscere la Crimea come nazione russa stavano danneggiando i negoziati con Mosca.
Capo dell’ufficio di Zelensky contro la tregua temporanea: porterà nuove aggressioni
Ma i malumori perdurano ancora oggi all’interno della leadership ucraina, con dichiarazioni che contraddicono apertamente tutte le precedenti parole e gli "impegni" per un cessate il fuoco.
“Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato una "tregua" di tre giorni a maggio. Tuttavia, l'aggressore non ha alcuna intenzione di porre fine alla guerra, ma vuole guadagnare tempo e riorganizzare le truppe”, ha affermato il capo dell'ufficio presidenziale, di Zelensky, Andriy Yermak in un articolo del The Guardian, spiegando che "le richieste di cessate il fuoco in Ucraina giocano attualmente esclusivamente a favore del Cremlino".
Il capo dell’ufficio presidenziale è arrivato a sostenere che siano i russi ad essere in difficoltà e sta utilizzando i colloqui diplomatici per prendere tempo, riorganizzarsi, aggirare le sanzioni e continuare la guerra quando lo desidera.
“Oggi Putin scommette sulla stanchezza dell'Occidente. Vuole "congelare" la guerra, non porvi fine. Ed è per questo che qualsiasi "tregua" senza garanzie e giustizia non farà altro che aprire la porta a nuove aggressioni. Allentare le sanzioni, fare concessioni o negoziare alle condizioni del Cremlino è una trappola. "Non si può parlare di pace e prepararsi per un nuovo attacco allo stesso tempo", ha aggiunto.
Yermak ha sottolineato che l'unica via per la pace è la sconfitta delle ambizioni imperiali della Russia, non la loro legalizzazione attraverso un'altra "tregua temporanea".
Nel mentre, è proprio Mosca a trarre vantaggi territoriali dalla prosecuzione della guerra. Secondo il canale DeepState che lavora per la direzione principale d’intelligence dell’Ucraina, solo nel mese di aprile i russi hanno conquistato 175 chilometri quadrati di territorio ucraino.
"Il nemico è stato particolarmente attivo tra la fine di marzo e l'inizio di aprile. Di conseguenza, la maggior parte degli avanzamenti è avvenuta nella prima metà di aprile o è il risultato di quelle azioni", hanno osservato gli analisti del progetto, specificando che l'avanzata maggiore si è verificata nei pressi di Sukhaya Balka e Kalinovoye, per un'area di circa 50 chilometri quadrati, pari a quasi un terzo di tutte le perdite del mese.
Fonte © Imagoeconomica
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