Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Due anni sono passati da quando in Sudan ha avuto inizio il brutale conflitto tra le Forze armate sudanesi (Saf) e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf). Un conflitto passato in secondo piano rispetto gli altrettanto drammatici scenari dell'Ucraina e di Gaza, nonostante i numeri dimostrano come sia una delle più gravi crisi umanitarie al mondo. 
La situazione è drammatica in termini di sfollamento, cibo, acqua e sanità e rischia di precipitare ulteriormente, investendo buona parte dell'Africa orientale e mettendo a rischio milioni di vite. 
Sul versante delle ostilità, l'esercito sudanese ha ripreso il controllo di diverse zone chiave di Khartoum, ma la capitale e' stata in gran parte distrutta e la popolazione civile vive intrappolata tra le macerie, senza accesso a cibo o cure. 
Nel Darfur settentrionale, la situazione appare ancor più critica: le Rsf hanno preso il controllo del campo profughi di Zamzam, dove secondo fonti umanitarie oltre 100 persone sarebbero state uccise in poche ore. Ad Umm Kadada, nel fine settimana, almeno 56 civili sono stati giustiziati su base etnica. 
A peggiorare la situazione anche l'imminente inizio della stagione delle piogge che potrebbe isolare intere regioni. 
Intanto, il Sudan resta spaccato in due: le Saf controllano il nord e gran parte della capitale, mentre i paramilitari dominano il Darfur e alcune aree del sud. Secondo dati concordanti di diverse agenzie Onu, dallo scoppio della guerra due anni fa, in Sudan oltre 12 milioni di persone risultano sfollate e tra queste quasi 4 milioni hanno cercato rifugio oltre confine, in paesi come Egitto, Ciad e Sud Sudan, che già affrontano forti pressioni umanitarie. Quasi un terzo della popolazione sudanese è sfollato e la metà di loro sono bambini. Il conflitto ha causato 29.600 morti, di cui 7.500 civili, secondo Armed Conflict Location and Event Data (Acled). Ha generato, inoltre, un'escalation drammatica di violenze contro i minori, con un aumento del 480% delle gravi violazioni sui bambini. 
Ad aggravare il quadro, si aggiungono la crisi alimentare, che colpisce 24 milioni di persone, e l'emergenza idrica, che costringe 270mila persone, inclusi 130mila bambini, ad avere difficoltà a reperire acqua potabile. Anche i servizi di base sono compromessi: nelle zone più colpite dal conflitto, solo il 25% delle strutture sanitarie sono rimaste operative, mentre la mancanza di acqua e le condizioni igieniche precarie stanno favorendo la diffusione di malattie come colera, dengue e malaria.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos