L’apocalisse della striscia di Gaza sembra non avere fine. Nelle prime ore del 31 marzo, mentre l mondo musulmano celebrava l'Eid al-Fitr, nell’enclave risuonavano boati di bombardamenti anziché preghiere festive.
L’esercito israeliano ha iniziato la sua offensiva verso la città di Rafah, accompagnata da un ordine di evacuazione forzata per oltre 140.000 civili.
“A tutti i residenti della Striscia di Gaza che si trovano nelle zone di Rafah, nei comuni di Al-Nasr e Al-Shawka, nelle aree regionali orientali e occidentali e nei quartieri di Al-Salam, Al-Manara e Qizan Al-Najjar. Per la vostra sicurezza, dovete recarvi immediatamente nei rifugi di Al Mawasi”, ha scritto su X il portavoce dell’Idf in lingua araba, Avichay Adraee, avvertendo che le truppe israeliane “stanno tornando a combattere con grande forza per eliminare le capacità delle organizzazioni terroristiche in queste aree”.
L'area designata come "zona sicura", al-Mawasi, si è rivelata una trappola mortale: sovraffollata, priva di infrastrutture e già ripetutamente colpita da attacchi. Philippe Lazzarini, commissario generale dell'UNRWA, ha denunciato come i palestinesi siano "trattati come flipper", costretti a continui spostamenti sotto la minaccia delle armi.
L'operazione militare israeliana a Rafah non è un episodio isolato, ma il culmine di una strategia che, secondo fonti di Axios, mira a occupare stabilmente il 25% dei territori gazawi. Obiettivi dichiarati sono aumentare la pressione su Hamas per il rilascio degli ostaggi e creare le condizioni per un esodo forzato verso l'Egitto, ipotesi avallata dal primo ministro Benjamin Netanyahu.
Un piano diabolico con un costo umano è devastante: solo nelle prime ore dell'offensiva, due civili sono stati uccisi, mentre intere famiglie fuggivano a piedi, abbandonando ogni bene. "Abbiamo lasciato tutto: materassi, cibo, persino i soldi", ha raccontato Najah Dhahir, in fuga con il suo bambino di nove mesi.
A questo proposito, sempre Lazzarini, ha confermato che due dei 15 morti nell'attacco israeliano di una settimana fa contro un convoglio della Mezzaluna Rossa Palestinese erano dipendenti dell'agenzia umanitaria. "È devastante confermare la morte di altri due colleghi dell'Unrwa e di otto operatori della Mezzaluna Rossa Palestinese e tecnici di emergenza", ha scritto su X.
Solo ieri era stato recuperato Il corpo di uno dei dipendenti dell'Ong, insieme a quelli di altri operatori umanitari della Mezzaluna Rossa. "Tutti sono stati abbandonati semi-sepolti, una grave violazione della dignità umana. Erano lavoratori umanitari", ha denunciato il responsabile dell'agenzia Onu, ribadendo che i civili devono essere protetti "in ogni momento, sia in prima linea che nelle loro case con le loro famiglie".
Hamas ha condannato l'evacuazione forzata come "pulizia etnica", esortando i sostenitori globali a "imbracciare le armi". Sami Abu Zuhri, alto esponente del gruppo, ha incitato: "Non trattenete un esplosivo, un proiettile, un coltello. Di fronte a questo piano sinistro, che unisce massacri e carestia, chiunque possa portare armi, in qualsiasi parte del mondo, deve agire”. Intanto, le Brigate Qassam hanno rivendicato l'attacco a un carro armato israeliano a Khan Younis, dimostrando una resilienza militare nonostante l'assedio.
Solo il mese scorso Trump ha annunciato un piano per Gaza che prevede di trasferire l’intera popolazione e poi ricostruire l’enclave per trasformarla in un resort sul Mediterraneo. Successivamente ha ammorbidito la proposta, chiarendo che nessun palestinese verrà costretto a lasciare Gaza con la forza e negando che il suo piano equivalga a una pulizia etnica.
Nel frattempo il conflitto si espande a livello regionale. Gli Houthi yemeniti hanno annunciato attacchi a navi statunitensi nel Mar Rosso, dichiarandosi solidali con Gaza. Il tycoon ha replicato con minacce di "dolore reale" per il gruppo e i suoi sostenitori iraniani se continueranno le incursioni. Teheran, dal canto suo, ha avvertito che qualsiasi attacco diretto scatenerebbe una "violenta risposta".
La situazione è quanto mai tesa. Almeno 6 bombardieri strategici B-52A Spirit dell'aeronautica militare statunitense sono stati schierati presso la base aerea di Diego Garcia nell'Oceano Indiano per fare pressione sull’Iran. Un rapporto di Teheran Times segnala che "l'esercito iraniano ha preparato missili in grado di colpire posizioni collegate agli Stati Uniti, nonostante le ripetute minacce di azioni militari da parte di Trump. Un numero significativo di questi missili, pronti al lancio, sono ospitati in strutture sotterranee sparse in tutto il paese, progettate per resistere agli attacchi aerei.
“L’apertura del vaso di Pandora” costerà caro a Washington e ai suoi alleati, conclude il rapporto.
Foto © Imagoeconomica
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