Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

In decine di migliaia tornati nel Nord: secondo l’Onu sono 376.000. Il tycoon annuncia un nuovo sistema Iron Drome per Israele

Le armi hanno cessato di uccidere, almeno momentaneamente, ma il popolo palestinese, dopo aver subito 47.354 morti dal 7 ottobre 2023 e un’immane distruzione dell’intera striscia di Gaza, potrebbe ora trovarsi forzatamente confinato lontano dalla propria terra.
È il piano di Donald Trump, che oggi ha riproposto l’idea di costringere gli sfollati a lasciare un luogo "associato alla violenza" per trasferirsi in Egitto e Giordania. "Vorrei che vivessero in un'area senza sconvolgimenti, rivoluzioni e violenza", ha dichiarato il presidente statunitense ai giornalisti a bordo dell’Air Force One. "Quando guardi la Striscia di Gaza, è un inferno da così tanti anni... Su quella striscia si sono succedute varie civiltà. Non è una questione recente, ma risale a migliaia di anni fa, ed è sempre stato un luogo associato alla violenza. Si potrebbe far vivere le persone in aree che sono molto più sicure e forse molto migliori e forse molto più comode".
Il tycoon ha evitato di rispondere direttamente alla domanda se questa posizione significhi che non creda più in una soluzione a due stati, ma ha detto che il presidente egiziano Abdel-Fattah el-Sisi ha accolto la sua idea sostenendo che "gli piacerebbe vedere la pace in Medio Oriente" e che sia lui che il sovrano giordano Abdallah "lo farebbero". "Vorrei che Al-Sisi prendesse un po' di palestinesi. Abbiamo aiutato molto gli egiziani e sono sicuro che lui aiuterebbe noi. E penso che lo farebbe anche il re di Giordania". Sia l’Egitto che la Giordania hanno respinto con fermezza l’idea di Trump, sostenendo che i palestinesi debbano poter rimanere a Gaza. 
I palestinesi, tuttavia, non prendono nemmeno in considerazione l’idea di abbandonare la propria terra. "Ci rifiutiamo di andarcene, non perché ci manchino alternative, ma perché questa è la nostra casa. Anche i miei figli comprendono il valore di rimanere nella nostra terra, nonostante la sofferenza”, ha dichiarato Israa Mansour, una madre di 35 anni che vive in una tenda improvvisata dopo che la sua casa è stata distrutta a Khan Younis, durante un’intervista con Al Jazeera.
Hani al-Aqqad, analista politico palestinese di Gaza, ritiene che il rifiuto dei palestinesi di abbandonare la propria terra sia una delle ragioni fondamentali per cui il piano di trasferimento proposto da Trump è destinato al fallimento. "Ogni tentativo passato di spostare i palestinesi è fallito perché per loro si tratta di una battaglia esistenziale", ha affermato, sottolineando come il ritorno in massa degli sfollati a Gaza settentrionale rappresenti un chiaro messaggio a Israele e ai sostenitori internazionali del trasferimento forzato. 




Donald Trump © Imagoeconomica


"Trump e altri non comprendono la profondità del legame dei palestinesi con la loro terra", ha aggiunto. "Non si tratta solo di abitare un luogo, ma di un legame indissolubile, radicato nella storia e nell’identità di un popolo". 
La risposta di altre nazioni del Medio Oriente non si è fatta attendere. Il Qatar ha ribadito la sua posizione chiara sulla necessità di una soluzione a due Stati e sul diritto del popolo palestinese a vedere riconosciuti i propri diritti, affermando che la soluzione dei due Stati è l’unica strada percorribile. Lo ha ribadito oggi durante un briefing con la stampa il portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majed al Ansari.
"Espellete gli israeliani e mandateli in Groenlandia: così risolvereste due problemi in una volta”, ha suggerito, nel merito, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, schernendo le recenti rivendicazioni del presidente Usa sull’Isola.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), oltre 376.000 palestinesi sono tornati a Gaza settentrionale. Secondo Al Jazeera, per il secondo giorno consecutivo le persone hanno continuato a dirigersi verso il Nord, attendendo per ore in lunghe file, pur sapendo delle distruzioni che li aspettavano. Il corrispondente ha evidenziato come coloro che avevano già attraversato il Nord avessero avvertito familiari e amici: stavano tornando in una terra ridotta in macerie, priva di tutto, comprese le risorse fondamentali per sopravvivere.
Il mondo arabo ormai mette sul piatto della bilancia delle trattative la questione palestinese. Se Trump vorrà riportare in auge gli accordi di Abramo in funzione anti-iraniana, non potrà spingersi troppo oltre per accontentare le brame imperialiste di Israele.

ARTICOLI CORRELATI

CasaDelSoleTG - Trump: ''ripulire'' Gaza

Dopo la tregua a Gaza, Israele lancia l'operazione ''Muro di ferro'' in West Bank

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos