Da oggi, i criminali di guerra possono circolare a piede libero nel bel Paese, che non aveva fatto sconti a Vladimir Putin per l’aggressione illegale dell’Ucraina.
Per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu – su cui pende un mandato di arresto della corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità – l’accoglienza sarà invece quanto mai calorosa e non sarà previsto alcun arresto. Una vergogna istituzionale per una nazione che pure ha ratificato i trattati istitutivi della CPI.
La notizia, inizialmente rivelata dai media israeliani dopo la visita a Roma del ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, è stata confermata dallo stesso esponente del governo israeliano.
"Ho parlato con i ministri Tajani e Nordio e non mi piace riferire cose private, ma non c'è alcun problema per chiunque venga a Roma, nemmeno per Netanyahu", ha dichiarato durante un incontro con la comunità ebraica nella sinagoga di Roma.
L’Italia, evidentemente, non intende rinunciare ad un partner strategico per l’export degli armamenti. Basti pensare che la maggior parte dei sistemi d’arma usati a Gaza sono israeliani, tranne i cannoni da 76 mm prodotti dall’italiana OTO Melara, appartenente al gruppo Leonardo. La stessa società italiana che, solo quest’anno, ha annunciato di investire 7 milioni di euro per le attività di supporto logistico dei caccia addestratori Aermacchi M-346, adoperati nel training di tutti i piloti israeliani che in questi mesi hanno bombardato scuole ospedali e campi profughi con bombe da 500 kg.
Ma non finisce qui: due anni fa la RWM Italia ha firmato un accordo strategico con la società israeliana UVision Air per la commercializzazione, produzione e sviluppo in esclusiva per l’Europa dei “droni kamikaze”. Ufficialmente, gli accordi tra Italia e Israele ammontano a 90 milioni di euro in realtà sono molti di più, in quanto gran parte di questi sono stati firmati da società controllate dalla Leonardo che hanno sede negli USA.
Il nostro Paese ora non vuole nemmeno perdersi l’opportunità di avere un ruolo nel futuro dei Territori palestinesi, anche con “una presenza militare in occasione di un’eventuale scelta delle Nazioni Unite di dar vita a una sorta di amministrazione modello Unifil in Palestina per unificare Striscia di Gaza e West Bank”, ha detto ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
“Ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate”, ha aggiunto, commentando la futura visita del premier israeliano, seguendo una linea concordata a fine novembre al G7 di Fiuggi presieduto dal governo italiano.
In precedenza era stato il leader della Lega, Matteo Salvini, a salutare Netanyahu come “benvenuto in Italia”. Solo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, pur definendo la sentenza della Cpi "sbagliata", aveva sostenuto che l’arresto fosse necessario per il rispetto del diritto internazionale.
La compagine di governo, in sostanza, salvo poche voci fuori dal coro, è più compatta che mai nel mantenere legami con la politica genocidaria del governo israeliano che, stando ad un recente studio, pubblicato dalla rivista scientifica Lancet, ha provocato oltre 70.000 morti, il 40% in più delle stime ufficiali.
Foto © Imagoeconomica
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- Francesco Ciotti