Il sogno megalomane di Yoon Suk Yeol (in foto) si è infine vergognosamente infranto con un maldestro dietrofront che ora lo vede direttamente dietro le sbarre.
Le autorità sudcoreane hanno arrestato l’ex presidente sudcoreano la mattina del 15 gennaio. L’esecuzione di un mandato che segue la dichiarazione di legge marziale da parte di Yoon il 3 dicembre 2024.
L’ex presidente che si trovava rinchiuso nella sua residenza, protetto da un ampio dispositivo di sicurezza, ha accettato di essere interrogato dall’Ufficio Investigativo sulla Corruzione per gli Alti Funzionari (CIO). “Ho deciso di rispondere all’indagine del CIO, anche se considero l’inchiesta illegittima, per evitare che si arrivi a uno spiacevole spargimento di sangue”, ha dichiarato in un comunicato. A partire dalle prime ore del 15 gennaio, oltre 3.000 agenti di polizia hanno circondato la sua residenza, situata nella lussuosa area di Seoul conosciuta come "Beverly Hills". Dopo ore di tensione, Yoon è stato trasferito presso la sede degli investigatori, evitando i media grazie a un ingresso secondario.
Secondo la legislazione sudcoreana, le autorità hanno 48 ore per completare l'interrogatorio di Yoon. Al termine di questo termine, sarà necessario richiedere un mandato di detenzione, che potrà durare fino a 20 giorni, oppure procedere al suo rilascio. Gli avvocati del presidente hanno contestato la legittimità del mandato di arresto, sostenendo che fosse stato emesso da un tribunale privo di giurisdizione e che gli investigatori non avessero l’autorità legale per intraprendere l'azione.
Sul piano internazionale, gli Stati Uniti, tramite un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, hanno ribadito la loro disponibilità a collaborare con il governo di Seul, sottolineando l’importanza di agire nel rispetto della Costituzione. Dal Giappone, il ministro degli Esteri, Yoshimasa Hayashi, ha dichiarato che Tokyo sta seguendo gli sviluppi in Corea del Sud con "particolare e serio interesse".
Il 31 dicembre, la Corte distrettuale occidentale di Seul aveva già approvato il mandato di arresto per Yoon nell’ambito dell’indagine penale relativa alla sua decisione di dichiarare temporaneamente la legge marziale. Un atto che, secondo l’ex presidente, era volto a "sradicare le forze filo-nordcoreane e mantenere l'ordine costituzionale".
Un atto folle, forse legato al tentativo di innescare un’escalation incontrollata sotto l’egida statunitense, per colpire direttamente Pyongyang, entrato in prima linea nel conflitto ucraino con ingenti forniture militari alla Russia.
In Corea del Sud, l’opinione pubblica appare divisa: migliaia di manifestanti si sono radunati davanti alla residenza presidenziale nelle ore precedenti l’arresto, sfidando le rigide temperature sotto lo zero. I sostenitori di Yoon hanno denunciato presunti “brogli elettorali” e tracciato parallelismi con le affermazioni di Donald Trump riguardo alle elezioni americane del 2020. Tuttavia, la dichiarazione di legge marziale da parte di Yoon, seguita dal suo impeachment, è stata ampiamente criticata dalla maggior parte della popolazione. Un sondaggio di Realmeter pubblicato il 12 gennaio mostra che il Partito Democratico (opposizione) ha ottenuto il 42,2% dei consensi, mentre il partito di Yoon, il People Power Party (PPP), è sceso al 40,8%, riducendo notevolmente il divario di popolarità, che la settimana precedente superava i 10 punti percentuali.
Foto © Imagoeconomica
ARTICOLI CORRELATI
Corea del Sud: impeachment per Yoon Suk-yeol, sospeso dopo il tentativo di legge marziale
Sud Corea: opposizioni presentano mozione di impeachment contro il presidente
Corea del Sud, il presidente dichiara legge marziale, ''minaccia comunista''

Arrestato il presidente sud coreano che ha tentato il golpe
- Dettagli
- AMDuemila