Financial Times: il Cremlino prevede di discutere accordi di sicurezza che implicheranno un arretramento della NATO
Ormai la notizia è ufficiale. Donald Trump è pronto ad incontrare Vladimir Putin, alimentando la speranza di una soluzione diplomatica del conflitto ucraino.
"Vuole incontrarsi e stiamo organizzando la cosa… Il presidente Putin vuole incontrarci. Lo ha detto anche pubblicamente e dobbiamo porre fine a quella guerra. È un pasticcio sanguinoso", ha dichiarato il neo-eletto presidente Usa, prima dell'incontro con i governatori repubblicani a Mara-Lago a Palm Beach, in Florida.
D’altra parte, nei futuri negoziati con Trump, il Cremlino intende trattare nuovi accordi di sicurezza che potrebbero comportare un "ritiro" della NATO dai suoi confini orientali, secondo quanto riportato dal Financial Times, citando fonti russe. Un ex alto funzionario che ha avuto colloqui con Vladimir Putin ha spiegato che l'obiettivo principale del presidente russo è ottenere intese che impediscano l'ingresso dell'Ucraina nella NATO e che limitino alcune delle sue operazioni militari nell'Europa orientale.
La pubblicazione sottolinea che, secondo le stesse fonti, Putin mira a modificare l'ordine internazionale per eliminare le minacce alla Russia, preoccupandosi molto del futuro assetto geopolitico post-bellico. "Putin vuole cambiare le regole del gioco per garantire che non ci siano più minacce alla Russia", ha dichiarato un ex funzionario del Cremlino. "E' molto ansioso di come sarà il mondo dopo la fine del conflitto", ha aggiunto.
Inoltre, Trump avrebbe dichiarato di voler indebolire la NATO, ritenendo che i cambiamenti geopolitici attuali possano determinare sviluppi imprevedibili. In precedenti dichiarazioni, il tycoon aveva espresso comprensione per le preoccupazioni del leader del Cremlino riguardo l'avanzamento dell’alleanza verso i suoi confini.
Durante una conferenza stampa del 7 gennaio, ha infatti affermato di “comprendere la posizione russa secondo cui l’Ucraina non dovrebbe (farne parte -ndr)”, accusando il presidente uscente Joe Biden di aver contribuito all’escalation che ha portato all’invasione su larga scala della Russia nel febbraio 2022, supportando l'ingresso di Kiev nell'alleanza atlantica.
Che fosse il crescente espansionismo dell’Organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord a spingere Putin ad attaccare l’Ucraina, lo ammise persino l’ex segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, alla Commissione affari esteri del Parlamento europeo del 7 settembre 2023.
“Il contesto era che nell'autunno del 2021 il presidente Putin aveva dichiarato, e inviato di fatto, una bozza di trattato che voleva che la Nato firmasse, promettendo di non espandere la Nato ulteriormente. Questo è ciò che ci ha inviato. Ed era una precondizione per non invadere l'Ucraina. Ovviamente non l'abbiamo firmato… L'abbiamo rifiutato. Quindi è andato in guerra per impedire che la Nato, ancora la Nato, si avvicinasse ai suoi confini", dichiarò in quel frangente.
Ma per il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky, la priorità continua ad essere l’ottenimento di garanzie di Sicurezza all’interno dell’ombrello militare dell’Alleanza.
Lo ha ribadito al recente vertice di Ramstein, evidenziando i rischi legati a un possibile ridimensionamento dell’impegno degli Stati Uniti all’interno della NATO, un tema spesso sollevato da Trump durante la sua campagna elettorale.
“Per noi è molto importante che la pace arrivi, ma prima di mettersi d’accordo noi dobbiamo definire garanzie serie di sicurezza per l’Ucraina e per l’Europa”, ha insistito Zelensky, anche durante un’intervista tenuta ieri a RaiNews24.
Nel frattempo, la tensione tra Mosca e i paesi alleati si sta infuocando anche nella regione del Baltico, dopo che presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha definito Kaliningrad come "originariamente lituana".
In risposta, il Cremlino ha subito alzato i toni accusando Vilnius di mantenere un atteggiamento "ostile" e di avanzare rivendicazioni territoriali ingiustificate. Secondo il portavoce russo, Dmitry Peskov, tale posizione giustifica le misure adottate dalla Russia per proteggere la propria sicurezza nazionale.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato pesantemente Nauseda sul piano storico, ricordando che l'exclave russa di Kaliningrad, un tempo parte della Prussia, fu conquistata dall'Armata Rossa nel 1945. Un atto che, secondo la portavoce, garantì alla Lituania anche la città di Klaipeda.
Zakharova ha inoltre sottolineato che fu grazie a Josef Stalin se Vilnius è diventata la capitale della Lituania, anziché Kaunas, evidenziando il ruolo cruciale dell'Armata Rossa nel definire i confini moderni del paese baltico. Ha anche criticato la Lituania per la rimozione dei monumenti in onore dei soldati sovietici, considerandola una gravissima offesa alla memoria storica.
Washington Post: la perdita della regione di Kursk determina un grave rischio per l’Ucraina
Dal punto di vista militare, la situazione nella regione di Kursk sta diventando sempre più tesa. Mosca potrebbe lanciare un'offensiva su larga scala che minaccerebbe direttamente la regione di Sumy. Ad evocare questo scenario è il Washington Post, che ha sottolineato come la perdita del Kursk da parte di Kiev potrebbe spingere la Russia a estendere ulteriormente i suoi territori conquistati.
Secondo le recenti pubblicazioni le forze ucraine hanno lanciato un contrattacco nella regione nel tentativo di riconquistare parte del territorio conquistato la scorsa estate e poi perso. Ma a quasi una settimana dall’inizio della nuova operazione vicino a Kursk, non sembra essere stato fatto alcun progresso, mentre la Federazione Russa è passata di nuovo all’offensiva.
"Quelli furono giorni difficili. I russi attaccarono da diverse direzioni allo stesso tempo. In alcuni di essi ci riuscirono...Hanno attraversato il confine con l'Ucraina in diversi punti, ma siamo riusciti a riprendere le posizioni", ha detto un militare ucraino di stanza nella regione, descrivendo i contrattacchi dei primi giorni in condizione di anonimato a causa della delicatezza dell'operazione.
Secondo i funzionari ucraini che hanno parlato al WP se le truppe ucraine dovessero ritirarsi oltre il confine di Kursk, le forze russe, che includono circa 60.000 uomini, potrebbero sorprenderle durante l’arretramento, occupando più territorio, compresa la regione di Sumy. Questo scenario rappresenterebbe una minaccia diretta alla sicurezza dell'Ucraina, con la possibilità che Mosca riesca a guadagnare terreno anche in altre aree strategiche del paese.
La continua attenzione dell'Ucraina alla regione è anche legata alla necessità di mantenere una posizione forte nei futuri negoziati, ma è ben chiaro che Mosca non sarà mai disposta a barattare parte del suo territorio per ottenere la pace, ora che è in netto vantaggio sul campo di battaglia.
Più a sud, anche la città di Kurakhovo è diventata un altro obiettivo strategico per le forze russe. Secondo analisti ucraini dal canale Deep State, le truppe di Mosca hanno preso il pieno controllo della città, e ora stanno circondando le posizioni ucraine nei dintorni, avanzando verso il villaggio di Shevchenko, che potrebbe diventare un nuovo punto critico per le difese di Kiev.
Gli ufficiali ucraini hanno riconosciuto la difficoltà della situazione, avvertendo che se le forze russe riusciranno a prevalere in quest'area, l'Ucraina si troverà di fronte a una grave minaccia, poiché le truppe AFU dovranno affrontare attacchi massicci in un'area particolarmente difficile, situata tra due fiumi.
Foto © Imagoeconomica
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