Un presidio che rompe con le spensierate marce natalizie e apre uno squarcio sulla grave situazione internazionale che sta mettendo a rischio il nostro futuro. Il 7 dicembre 2024, sotto i portici di Via Cavour a Udine, si è svolta la manifestazione intitolata "Fermiamo le guerre, il tempo della pace è ora", organizzata in occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani, che si celebrerà il 10 dicembre. L'evento ha visto la partecipazione di cittadini e rappresentanti di associazioni e movimenti, tutti uniti per lanciare un grido di sensibilizzazione contro le politiche di guerra e per la promozione della pace. Dalle 10:30 alle 12:00, i portici di fronte al Caffè Contarena sono diventati il punto d'incontro di un’ampia coalizione di associazioni locali e nazionali, come Donne in Nero Udine, ANPI, Comitato per la Palestina Udine, Legambiente FVG APS, Casa Giovani del Sole e molte altre.
La manifestazione si è aperta con la denuncia nei confronti della crescente militarizzazione di un Occidente oramai succube delle politiche di guerra, svincolate da ogni iniziativa diplomatica.
“Parliamo di "regime di guerra" perché l'uso della violenza armata è diventato strutturale e investe ogni ambito della vita…. La produzione di armi è diventata il perno delle politiche industriali europee e lo sviluppo economico nel suo complesso è sempre più condizionato da logiche di sicurezza”, ha denunciato la portavoce di Donne in Nero, Annalisa Comuzzi, spiegando come i Paesi NATO abbiano speso per la guerra 1341 miliardi di euro, pari al 55% delle spese militari mondiali, mentre l’Europa ha raggiunto i 588 miliardi.
“Anche l'Italia – ha proseguito la Comuzzi - si è adeguata da tempo a queste politiche. Lo ha fatto con determinazione e pieno convincimento. Nel 2025 il nostro paese investirà 32,5 miliardi nel settore bellico, contro i 28,1 del 2024”.
Nel quadro drammatico della guerra in Ucraina e del genocidio israeliano a Gaza, la portavoce ha accusato i paesi occidentali, storicamente alleati di Israele, di applicare un doppio standard che permette al governo Netanyahu di agire con impunità. D’altro canto, l'Unione Europea, nonostante le lezioni della storia, ha mostrato un'incapacità politica e diplomatica di mediare i conflitti, preferendo sostenere militarmente l'Ucraina (con oltre 144 miliardi di euro stanziati) e alimentando una cultura bellicista sempre più aggressiva.
Prova ne è l’ultimo report sulla Difesa europea, commissionato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e redatto dall'ex primo ministro finlandese Sauli Niinistö, che chiede di destinare almeno il 20% del bilancio complessivo dell’UE alla Difesa ed evoca la necessità di avviare campagne informative per preparare i cittadini a situazioni di emergenza, puntando a garantire un’autosufficienza minima di 72 ore.
Sul fronte palestinese si è denunciato la gravissima situazione umanitaria che continua a vivere la popolazione di Gaza.
“La guerra di Israele contro la popolazione palestinese va ormai avanti da più di un anno. Gli effetti di questa operazione militare sono sotto gli occhi del mondo: lo sterminio di almeno 43 000 persone, di cui buona parte donne e bambini (il 70 % secondo l'ONU), la distruzione completa degli edifici e delle infrastrutture, compresi ospedali, scuole, centri sportivi e sedi delle Nazioni Unite… Le persone che hanno riportato ferite gravi o molto gravi ammontano ad almeno 100 000. La totalità della popolazione di Gaza vive in condizioni igieniche, alimentari e sanitarie disperate, con scarso accesso all'acqua potabile e costretta a spostarsi da una zona all'altra della Striscia, senza che vi sia alcun luogo sicuro.”, ha affermato Stefano Marangoni, del Comitato per la Palestina Udine, denunciando come le politiche imperialiste e violente vanno avanti da ben prima del 7 ottobre 2023. “Basti pensare che nel periodo che va dal gennaio 2008 all'ottobre 2023 le forze armate israeliane hanno ucciso direttamente 6400 palestinesi (dati OCHA})”, ha aggiunto.
Sul tema palestinese è intervenuto anche il redattore di Antimafiaduemila e membro di Casa Giovani del Sole, Francesco Ciotti, denunciando le complicità del nostro Paese con le azioni genocidarie di Israele, decretate anche dal recente pronunciamento della Corte Penale Internazionale, che ha chiesto l'arresto di Netanyahu e Gallant.
“Pensate che la maggior parte dei sistemi d’arma usati a Gaza sono israeliani, tranne i cannoni da 76 mm prodotti dall’italiana OTO Melara, appartenente al gruppo Leonardo…. Sia mai che non difendiamo gli interessi del nostro complesso militare industriale in quanto terzo fornitori di armi ad Israele dopo Germania e Stati Uniti. Leonardo, ha annunciato che quest'anno prevede di investire 7 milioni di euro per le attività di supporto logistico dei caccia addestratori Aermacchi M-346”. Tutti i piloti che hanno bombardato Gaza indiscriminatamente con bombe da 500 kg si sono addestrati su quei caccia”, ha affermato l’attivista, ponendo l’accento anche sulla complicità delle istituzioni europee nell’alimentare il prolungamento del conflitto ucraino a tempo indeterminato per favorire il complesso militare industriale.
“Abbiamo un'Unione Europea che ha prodotto un documento che vieta ogni forma di dialogo con Putin e acconsente agli attacchi a lungo raggio in territorio russo. Ancora una volta l'industria militare ringrazia e ringraziano i grandi fondi d'investimento come Blackrock, Vanguard e State Street che hanno partecipazione nell'industria delle armi”, ha concluso.
Tutti i partecipanti hanno rivendicato l'importanza di difendere l'Articolo 11 della Costituzione italiana - che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. L’invito finale è rivolto a tutti i cittadini, affinché si mobilitino attivamente per la pace, manifestandola in un impegno civile quotidiano, poiché “solo mobilitandoci in massa possiamo mettere alle corde i governi sempre più complici dei guerrafondai”.
Foto © Francesco Ciotti
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