Una strage brutale nel Penitenziario del Litoral, il più grande e pericoloso carcere dell’Ecuador, ha riacceso i riflettori sull’escalation di violenza che coinvolge le bande criminali del paese. L’attacco, avvenuto nelle prime ore del 12 novembre, ha lasciato dietro di sé almeno 17 morti e oltre una dozzina di feriti, segnando una nuova fase di conflitti interni che ora si estendono anche nelle strade. Secondo il Servizio Nazionale Penitenziario (SNAI), l’assalto è stato orchestrato dai "Duendes", che hanno attaccato i rivali "Freddy Kruegers" nel Blocco 3 della prigione. Le autorità, durante un’ispezione successiva, hanno rinvenuto sul tetto dell’edificio una granata e diverse armi da fuoco, testimoniando il livello di militarizzazione dei gruppi coinvolti. Le bande non si limitano al traffico di droga o alla violenza, ma gestiscono anche l’economia interna delle prigioni. Secondo fonti locali, l’ultima disputa sarebbe stata scatenata dal controllo sulla distribuzione alimentare. I detenuti spesso devono pagare fino a 20 dollari al giorno per accedere ai pasti forniti con fondi pubblici. Le tensioni erano già alte: il Blocco 3 era diventato un campo di battaglia tra alleanze rivali, con i "Duendes" che avevano trovato sostegno nei "Trébol Killer" e i "Freddy Kruegers" che si erano avvicinati alla "Mafia 18". Un detenuto, mantenendo l’anonimato, ha dichiarato: “La guerra è iniziata mesi fa. Si tratta di una lotta per il controllo del territorio”. Nei giorni successivi, la scia di sangue si è spostata fuori dal carcere. Almeno 12 omicidi sono stati registrati nel quartiere Portete di Guayaquil, ritenuto un bastione dei "Freddy Kruegers". Sui social media, un video ha rilanciato minacce contro presunti rivali, alimentando il timore che il conflitto possa degenerare ulteriormente.


Un sistema fuori controllo

Dal 2021, le prigioni ecuadoriane sono teatro di massacri, con oltre 450 morti registrati negli ultimi tre anni. L’intervento dell’esercito, avviato nel gennaio 2024 per riprendere il controllo, ha momentaneamente fermato le grandi mafie, come i Choneros e i Lobos, ma ha contribuito alla frammentazione del panorama criminale. Piccole bande come i "Duendes" e i "Freddy Kruegers" stanno emergendo con violenza inaudita, sfidando le autorità e riprendendo il controllo del sistema penitenziario. Il loro potere, però, non si ferma alle sbarre: la competizione per il dominio dei territori urbani e delle economie criminali locali sta trasformando città come Guayaquil in zone di guerra. La strategia del presidente Daniel Noboa di affidare all’esercito la gestione delle prigioni sembra ormai insufficiente. Con un sistema carcerario al collasso e bande sempre più frammentate, l’Ecuador rischia di seguire le orme di Colombia e Messico, dove la frammentazione delle organizzazioni criminali ha portato a violenza diffusa, instabilità politica e migrazioni di massa.
La domanda ora è: riuscirà il governo a fermare l’escalation, o il paese sprofonderà ulteriormente nel caos?

 

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