Il direttore di Sicurezza Internazionale spiega come l’Europa abbia sottovalutato i rischi e commesso errori sul fronte russo
La Moldavia ha affrontato un referendum sull'ingresso nell'Unione Europea, in cui il "sì" ha ottenuto una vittoria risicata con il 50,3% dei voti, grazie soprattutto ai consensi dei moldavi residenti all'estero. All'interno del paese, tuttavia, l'opposizione è rimasta molto forte. Questo scenario è spesso attribuito dai media occidentali alla propaganda e alla disinformazione provenienti dalla Russia. Ma le cose stanno davvero così? La risposta arriva da Alessandro Orsini, docente di Sociologia del terrorismo e direttore di “Sicurezza Internazionale”, che invita a una lettura meno semplicistica della questione. Bisognerebbe, infatti, iniziare interrogandosi sugli errori commessi dalla classe dirigente europea, che, riguardo alla Russia, avrebbe fatto una serie di sbagli dovuti essenzialmente a un “cattivo uso dell’intelletto”. “Il primo errore (con Mario Draghi in testa) è stato sbagliare a stimare i rapporti di forza tra Mosca e Kiev, con la conseguente devastazione dell’Ucraina, che ha perso quasi tutto l’accesso al mare, metà della popolazione in fuga e le sue regioni più ricche. Richiedere ai moldavi o ai georgiani di giurare odio contro la Russia - ha sottolineato Orsini - per aderire all’Unione Europea non è una buona idea”. A questo si aggiunge l’incapacità di riconoscere “l’inadeguatezza di Zelensky, che ha commesso errori in tutte le decisioni più importanti”, finendo per distruggere l’esercito ucraino, oltre al fatto che l’Europa non ha compreso che il conflitto in Ucraina, per la Russia, è di natura “esistenziale”.
Un altro grave errore - ha spiegato Orsini - risiede nel non aver compreso la fragilità economica dell’Europa, con la Germania che sta affrontando una recessione. Inoltre, la classe dirigente europea ha sottostimato il rischio reale di un conflitto nucleare, come confermato anche da Bob Woodward, che nel suo libro ha rivelato che Putin è stato vicino a usare l’atomica nella battaglia di Kherson. “Un ulteriore errore è quello di non aver capito la capacità di resistenza dell’economia russa, che sta crescendo invece di andare in bancarotta”, ha aggiunto. Senza dimenticare la mancata comprensione della resilienza militare della Russia, che ha dimostrato non solo di poter resistere alle sanzioni, ma anche di possedere una superiorità bellica rispetto alla NATO. Infine, all’interno del lungo elenco di errori commessi dall’Europa, c’è anche quello di aver creduto che l’Ucraina sarebbe stata salvata dalla guerra piuttosto che dalla diplomazia, oltre a quello di aver dato fiducia a politiche che, invece di ridurre il rischio di guerra in Europa, lo hanno aumentato.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Foto © Roberto Pisana
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