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Putin: “Attacco è una provocazione su larga scala”. New York Times: operativamente non ha alcun senso. Ipotesi diversivo per attaccare la centrale di Zaporizhzhia

Continua a svilupparsi la spinta ucraina nella regione russa di Kursk, forse con l'intento di creare un diversivo disperato in funzione del contenimento della soverchiante avanzata russa del Donbass, oppure di conseguire un improbabile successo tattico da sbandierare ai prossimi negoziati di Pace, nonché di rilanciare la guerra con la prospettiva di trascinare l’intero occidente nell’inferno assieme all’Ucraina.
La situazione al Cremlino è in ogni caso più tesa che mai.
"Come sapete, il regime di Kiev ha intrapreso un'altra provocazione su larga scala, sparando indiscriminatamente con vari tipi di armi, compresi i missili, contro edifici civili, edifici residenziali e ambulanze", ha affermato il presidente Vladimir Putin durante una riunione del governo russo sulla situazione. L’urgenza di una risposta militare decisa ha incalzato i “falchi” della linea dura: tre gruppi parlamentari stamane hanno chiesto al presidente russo di cambiare la strategia dell’operazione militare speciale in quella di una effettiva guerra e iniziare ad usare le armi nucleari tattiche.
Durante la scorsa notte, le formazioni ucraine hanno cercato di espandere il loro controllo in vari settori della regione, occupando diversi insediamenti. Nel settore nord-occidentale, l’esercito ucraino è avanzato lungo l'autostrada Rylsk-Sudzha, raggiungendo la periferia di Leonidovka, ma ha subito gravi perdite a causa del fuoco russo. Altri avanzamenti significativi si sono verificati nella zona di Nikolaevo-Daryino, con l’occupazione di diversi villaggi, e nel sud-est, dove è stata catturata la stazione di misurazione del gas Sudzha, un punto strategico per il transito del gas verso l’Europa. Stando ad alcuni canali Telegram filorussi, le forze di Mosca sono riuscite a riprendere il controllo di Goncharovka, un sobborgo di Sudzha, anche se la strada 38K-004 rimane sotto il controllo ucraino. La regione di Kursk rimane sotto pesanti bombardamenti ucraini che non risparmiano i civili. Si parla già di almeno cinque morti e 24 feriti, inclusi bambini.
Nel pomeriggio il leader del Cremlino ha tenuto anche una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza. Durante l’incontro Il capo di stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, ha riferito che almeno 1.000 militanti di varie formazioni ucraine sono stati coinvolti nell'attacco alla regione.


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Vladimir Putin © Imagoeconomica


"L'operazione nella regione di Kursk si completerà con la sconfitta del nemico e l'uscita sul confine di stato della Federazione Russa. L'avanzata del nemico nel territorio russo è stata fermata”, ha affermato Gerasimov, aggiungendo che le perdite delle forze armate ucraine durante il tentativo di offensiva ammontano a 315 persone, 54 veicoli blindati, inclusi sette carri armati.
Al di là delle rassicurazioni del capo di Stato maggiore, gli ultimi bollettini militari parlano di un deterioramento della situazione al fronte. Le truppe ucraine avrebbero raggiunto la periferia occidentale di Sudzha, mentre il centro del villaggio rimane conteso. Si registrano avanzamenti anche a sud, con l’occupazione dei villaggi di Gornal, Guevo e Kurilovka, e a nord-ovest, verso Leonidovo e Lyubimovka. Un gruppo corazzato dell’AFU ha effettuato una ricognizione sulla strada Rylsk-Sudzha, raggiungendo Korenevo, a 30 km da Rylsk. Le forze russe stanno cercando di respingere l'avanzata, ma con difficoltà, poiché gli ucraini stanno fortificando le posizioni occupate, ma mantenere il controllo dei territori sarà una sfida che non saranno in grado di portare a termine per lungo tempo.
Come spiega il New York Times, citando esperti militari, in quella che rappresenta una delle più grandi incursioni delle truppe ucraine in territorio russo in più di due anni di guerra, l'esercito russo dispone di sufficienti riserve di truppe per prendere parte alla battaglia e l'attacco rischia di mettere ulteriormente a dura prova le già piccole truppe dell’AFU.
"Da un punto di vista operativo e strategico questo attacco non ha assolutamente senso ", afferma l’analista presso il Black Bird Group, Pasi Paroinen, aggiungendo che “ciò sembra un enorme spreco di persone e risorse di cui c’è tanto bisogno altrove”.
Non è ancora chiaro quale piano si celi dietro l’attacco. Si discute attivamente del fatto che uno degli obiettivi potrebbe essere la distruzione del gasdotto e la stazione di pompaggio del gas a Sudzha, ma la centrale nucleare di Kurchatov dista solo 90 km: abbastanza vicina affinché Kiev possa sognare di catturarla.
Il canale ucraino “Residente”, citando fonti di intelligence ha affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostenuto la proposta di Syrsky di trasferire altre due brigate in direzione di Kursk e di spostarsi ulteriormente nei territori russi con un piano ben preciso: “costringere il nemico a fermare l'attacco a Pokrovsk e trasferire le riserve dall'Ucraina alla direzione di Kursk, per poi iniziare la fase principale dell'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia”.
Secondo un’analisi di Ria Novosti da Zelensky è possibile in sostanza anche lo “scenario Netanyahu”: intensificare il conflitto per annullare tutte le “iniziative di pace” degli americani, costringendoli a continuare a sostenere l’Ucraina. “Se il primo ministro israeliano riesce a fare un simile scherzo con Biden, perché Zelensky è peggio?”, afferma la pubblicazione.

 
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Volodymyr Zelensky


Nel merito, il Wall Street Journal riferisce che Kiev non ha informato in anticipo Washington dei preparativi per l'attacco mentre, allo stesso tempo, risorse ucraine specializzate sostengono che sia stato coordinato in anticipo con l’amministrazione Biden e che il capo dell’ufficio di Zelensky, Andriy Yermak, era responsabile della questione.
In ogni caso, a dispetto delle varie ipotesi, un dato rimane inequivocabile: al leader ucraino mancano pochi mesi per rilanciare la partita con una pericolosa provocazione prima che si prospetti l’inevitabile disfatta. Una proiezione emersa dal quotidiano tedesco Die Welt che, citando fonti di Bruxelles, parlava di una capitolazione inevitabile entro 6-8 mesi.


The Economist: i russi avanzano di un chilometro al giorno nel Donbass

Nel frattempo l’avanzata russa non si ferma verso la città di Pokrovsk dove, secondo l’Economist, gli ucraini si stanno ritirando ad una velocità massima di un chilometro al giorno.
Un tracollo determinato, a detta di una fonte delle forze di sicurezza ucraine a Pokrovsk, dal ritardo “disastroso” dell'assistenza militare da parte del Congresso americano all'inizio dell'anno, ma anche da fallimento del programma di mobilitazione. “La Russia ha semplicemente più persone”, afferma la fonte.
Le spietate ondate di attacchi contro le armi ucraine si stanno dunque verificando, secondo la pubblicazione, esclusivamente a causa della superiorità numerica delle truppe russe. “Le bombe plananti e una superiorità di 4 a 1 nell'artiglieria distruggono le posizioni ucraine. Infine, i droni minacciano le principali linee di rifornimento lontane dal fronte”.
L’insediamento di Pokrovsk funge da hub chiave per l'esercito grazie al facile accesso a Konstantinovka, un altro centro militare. La strada che collega le due zone viene utilizzata dagli ucraini per rifornire le truppe in prima linea ed evacuare i feriti verso il Dnepr. Konstantinovka, in sostanza, costituisce la parte meridionale di una cintura di quattro città ucraine che comprende anche Druzhkovka, Kramatorsk e Slavyansk, formanti la spina dorsale della difesa ucraina della regione.

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