All’alba della modifica di legge sulla richiesta di nazionalità tedesca* e del disegno di legge** proposta dal Ministro dell’Interno Nancy Faeser (SPD) sull’inasprimento della legge sull’espulsione, la maggior parte della popolazione tedesca si concentra sulla finale del campionato europeo di calcio che si svolge il 14 luglio nella capitale e ignora i tristi avvenimenti che accadono durante le manifestazioni a favore della Palestina e contro il genocidio ivi in corso.
Come ogni sabato, anche il 13 luglio si sono radunati numerosi i manifestanti a Berlino per la protesta intitolata “From Berlin to Gaza! Resistance Is Justified, When People Are Occupied!” (Da Berlino a Gaza! La resistenza è giustificata quando la gente è occupata!) con lo stesso intento come da mesi di mostrare il dissenso verso la politica estera tedesca che partecipa attivamente al genocidio in corso nei territori occupati da Israele e in primis a Gaza fornendo 47% di finanziamenti in armamenti agli occupanti e collocandosi così al secondo posto dopo gli Stati Uniti d’America tra i creditori della pulizia etnica. I manifestanti inoltre esigono la libertà per la Palestina, il rispetto e l’applicazione dei diritti fondamentali dell’uomo, la fine dello stato di apartheid e il diritto al ritorno sulla propria terra di tutti i palestinesi trovatisi in esilio forzato. Sono concetti questi che suscitano molto sgomento nelle stanze del Bundestag e di conseguenza hanno condotto i politici a esacerbare il trattamento verso i partecipanti da parte della Polizia di Berlino sul luogo di simili eventi. Ieri, come in altre occasioni, sono state tollerate anomalie e messe in atto brutalità ingiustificate da parte delle forze dell’ordine le quali sono state piuttosto creatori di disordine che protettori di attivisti inermi.
Dopo qualche centinaio di metri dal luogo di partenza (U Rathaus Steglitz - fermata della metro Rathaus Steglitz) del corteo si sono illegalmente aggregati in coda alla folla tre manifestanti pro Israele protetti da un muro costituito dalla polizia.
Gli organizzatori hanno contestato l’accaduto e al che un poliziotto ha giustificato la loro presenza nascondendosi dietro gli ordini del Capo della Polizia il quale ha voluto tollerarli senza alcun intervento. Tutto un altro trattamento ha riservato la polizia invece ai partecipanti a favore della Palestina i quali, tra cui anche la sottoscritta, si sono visti minacciati e in seguito imbottigliati su un tratto della strada stretta tra la recinzione a un lato e le macchine parcheggiate fitte dall’altro. In questo contesto la polizia antisommossa ha irrotto nella folla direttamente davanti a me, spingendomi fortemente indietro per farsi strada verso il manifestante adocchiato, ma non calcolando lo spazio ridotto, più di una decina di poliziotti sono rimasti intrappolati nella massa di persone che al contempo cercavano di sventare la presa e l’arresto del compagno di lotta. Tra spintoni e il disperato tentativo dei poliziotti di eseguire l’ordine, molti si sono sentiti letteralmente schiacciati dal peso delle persone presse una contro l’altra e il rischio di cadere e di rimanere feriti, soffocati era salito all’inverosimile. Non abbiamo certezza che questa manovra dissuasiva pericolosa sia riuscita oppure le forze dell’ordine abbiano avuto la meglio, ma da un video ripreso sul luogo si evince che un manifestante vestito con i colori della bandiera palestinese fugge abbassato tra le persone. Lo stesso giovane ragazzo non distante dall’accaduto viene trascinato fuori dalla folla per mano della polizia contro di lui accanita e lui essendosi opposto al suo arresto, è stato isolato da un gruppo di poliziotti e maltrattato da uno di essi il quale avendogli dato una testata con il casco, l’ha ferito gravemente in viso, sul naso. In conseguenza all’escalation della situazione da parte della polizia, otto manifestanti sono rimasti feriti e hanno dovuto essere curati dai medici. Uno di loro è stato ferito in modo così grave da non riuscire a sentire le gambe quando era sdraiato a terra (Kaveh Rostamkhani).
Questi episodi si ripetono a ritmi settimanali nella capitale tedesca. In questo contesto nemmeno una settimana fa esce il rapporto stilato da Amnesty International che esamina i modelli diffusi di uso eccessivo della forza da parte della polizia contro manifestanti pacifici in 21 Stati membri dell’UE. Gli incidenti analizzati dimostrano che durante questi interventi da parte della polizia sono state provocate lesioni gravi e talvolta permanenti, tra cui la rottura di ossa o denti, la perdita di una mano, di un testicolo e di ossa dislocate, danni agli occhi e gravi traumi cranici. In alcuni di questi Stati, tra cui la Germania, l'uso della forza è stato equiparato alla tortura o ad altri maltrattamenti. Oltre Amnesty International, anche CLAIM, un’alleanza fondata nel 2017 a Berlino e di cui esponenti della società civile lottano contro l'islamofobia e la musulmanofobia in Germania, rileva uno sviluppo preoccupante nel suo rapporto sulla situazione. Gli attacchi antisemiti e antimusulmani sono notevolmente aumentati, soprattutto dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023. “È particolarmente allarmante che gli autori adulti abbiano ripetutamente attaccato bambini e donne sia verbalmente che fisicamente.”Questo è il quadro che la Germania e Berlino dipingono nel 2024 sulla tela degli attivisti per la pace, per la libertà, contro l’apartheid e l’oppressione dei popoli e cancella così ogni credibilità di uno dei suoi slogan del passato che recita: “Germania, vacanze tra amici” o “Wir sind ein Berlin.” (Noi siamo una Berlino.)
Buona lotta a tutti!
* La legge obbliga chiunque voglia ottenere la cittadinanza di riconoscere il diritto all’esistenza dello Stato d’Israel e di rispondere alla domanda se si è di origine palestinese
** Un “Mi piace” e/o un commento che sostiene atti di terrorismo può ora essere presa in seria considerazione per l'espulsione di cittadini stranieri (il concetto dell’atto di terrorismo non viene specificato)
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