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La reazione del Cremlino: sarebbe inevitabile lo scontro con la NATO. I leader europei si smarcano

Voci di corridoio sinistre descrivono uno scenario apocalittico per il futuro della guerra in Ucraina. A lanciare nuove scottanti rivelazioni sul tema è stato il premier slovacco Robert Fico, secondo cui diversi Paesi della Nato e dell’Ue starebbero “riflettendo sulla possibilità di inviare dei soldati in Ucraina” sulla base di accordi bilaterali.
Una simile decisione rappresenterebbe un’enorme escalation di tensione”, ha aggiunto Fico a margine del summit per l’Ucraina organizzato ieri a Parigi.
La prima conferma non è tardata ad arrivare: il presidente francese, Emmanuel Macron, sempre dopo il vertice dei leader europei tenutosi nella capitale francese, ha dichiarato che “non c’è consenso” sull’invio di truppe di terra occidentali in Ucraina, ma ha aggiunto che “nulla deve essere escluso per raggiungere il nostro obiettivo. La Russia non può vincere questa guerra”.
Gli ha fatto subito eco anche il primo ministro francese Gabriel Attal che non ha respinto le ipotesi sull’invio di personale militare, sottolineando che Parigi “non sarà in grado di scendere a patti” con la vittoria della Russia. "Non si può escludere nulla nella guerra che si svolge alle porte dell'Unione europea", ha detto il capo del governo alla radio RTL.
Nel merito del sostegno bellico, il capo dell’Eliseo ha dichiarato che i leader europei hanno concordato di creare una coalizione per fornire all’Ucraina missili e bombe a medio e lungo raggio.
Abbiamo anche deciso di dare nuovo impulso alla coalizione di difesa antimissile, richiesta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di creare questa sera una nona coalizione di questo tipo, una coalizione per missili e bombe a medio e lungo raggio per effettuare attacchi in profondità”, ha dichiarato Macron alla conferenza stampa.
I commenti belligeranti del presidente francese arrivano nel contesto delle crescenti difficoltà di Kiev a mantenere le posizioni sul fronte orientale, con la Russia che ha recentemente conquistato Avdiivka ed è entrata a Rabotino. Il ministero della Difesa russo ha inoltre annunciato martedì che le sue forze hanno preso il controllo del villaggio di Severne, (sempre nei pressi di Avdiivka), occupando “linee e posizioni più vantaggiose”, colpendo le concentrazioni di manodopera e attrezzature ucraine vicino ad altri tre insediamenti. L'ex ministro della Difesa ceco Jiri Shedivy prevede addirittura il crollo del fronte ucraino alla fine della primavera.
I nuovi venti di guerra sollevati da Parigi hanno immediatamente innescato dure reazioni a Mosca, con il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che parlato dell’inevitabilità di uno scontro diretto tra Russia e Nato nel caso si realizzi concretamente l’invio di truppe occidentali.
"In questo caso non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità. Ecco come valuteremo. E questi paesi dovrebbero valutare questi paesi allo stesso modo ed esserne consapevoli. E chiedersi se ciò corrisponde ai loro interessi, e, soprattutto, agli interessi dei cittadini dei loro paesi", ha detto l'addetto stampa del presidente russo, che ha definito un importante elemento nuovo il fatto stesso di discutere una tale possibilità.
Nel frattempo gli altri leader europei per il momento si smarcano. Germania, Gran Bretagna e altri paesi europei hanno dichiarato martedì di non avere intenzione di inviare truppe di terra in Ucraina. "...Non ci saranno truppe di terra, né soldati inviati sul suolo ucraino dai paesi europei o dagli stati della NATO", ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius è stato altrettanto irremovibile.
"Gli stivali a terra non sono un'opzione per... la Germania", ha affermato ai giornalisti durante una visita a Vienna.
"Sono felice che la Francia stia valutando come sostenere più fortemente l'Ucraina, ma se posso dare un suggerimento, allora invierò più armi", ha commentato nel merito il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck.
Totalmente contraria la Casa Bianca che per bocca di un funzionario statunitense ha comunicato a Reuters che un coinvolgimento diretto della Nato sia da evitare. Una posizione espressa anche dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg: “Gli alleati della Nato stanno fornendo un sostegno senza precedenti all’Ucraina. Lo abbiamo fatto dal 2014 e lo abbiamo intensificato dopo l’invasione su vasta scala. Ma non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”.
Contrario anche il governo italiano che al momento parla di sostegno incondizionato a Kiev, ma senza uomini da inviare al fronte. In una nota di Palazzo Chigi si spiega che “la Conferenza organizzata ieri a Parigi dal Presidente Macron ha costituito l’occasione per riaffermare, con la partecipazione del Vice Ministro Cirielli, il pieno impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale. Fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev” ma “Questo supporto non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato”.

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