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Rand Corporation: un conflitto lungo comporterebbe conseguenze negative per gli interessi statunitensi

Non si alzano voci solo tra i repubblicani negli Stati Uniti, per chiedere la conclusione del sostegno militare a Kiev. Ad esprimersi a favore di un congelamento del conflitto nel più breve tempo possibile è questa volta uno dei più importanti centri di ricerca americani: la Rand Corporation. Il think tank, considerato la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica per i governanti degli Stati uniti e i loro alleati, aveva elaborato nel 2019 il piano atto ad "estendere eccessivamente per sbilanciare e abbattere la Russia", armando l'Ucraina e sfruttando dunque il suo "punto di maggiore vulnerabilità esterna".
Ora le recenti analisi dell'istituto giungono alla conclusione diametralmente opposta: bisogna porre rapidamente fine alla guerra, altrimenti Kiev potrebbe perdere ancora più territorio e aumentare il rischio di una guerra aperta tra Russia e NATO.
Secondo il documento, sebbene sia diventato difficile per i politici statunitensi andare oltre le soluzioni militari, essi dovrebbero abbandonare il concetto di una guerra “lunga e brutale” tra Ucraina e Federazione Russa, poiché ciò "avrà conseguenze negative a lungo termine e probabilmente irreversibili per gli Stati Uniti".
Ad esempio, una guerra più lunga potrebbe minare significativamente la ripresa dell’Ucraina del dopoguerra”, afferma il rapporto, di concerto con uno studio dell’università di Kiel, secondo cui entro il 2026 Kiev perderebbe circa 120 miliardi di dollari di produzione economica (PIL) e quasi trilioni di dollari di capitale fisso, a causa della guerra. L'UE nel suo complesso perderebbe altri 70 miliardi e tutti i paesi terzi non belligeranti complessivamente 250 miliardi.
Inoltre - continua il think thank americano - una guerra di logoramento prolungata aumenta il rischio che la Cina inizi a fornire armi e munizioni alla Russia, il che causerà un forte deterioramento delle relazioni tra Pechino e gli Stati Uniti, e quindi aumenterà il rischio di guerra a Taiwan”.
Come nuovo approccio operativo, secondo lo studio, gli Stati Uniti potrebbero “promuovere un cessate il fuoco più forte, in grado di ridurre il rischio di un’escalation e di una nuova guerra. Washington potrebbe anche incoraggiare Kiev ad adottare una posizione militare difensiva piuttosto che concentrarsi sulla riconquista del territorio controllato dalla Russia. Ciò potrebbe limitare la capacità di Kiev di liberare i territori occupati, ma renderà più difficile per la Russia conquistare nuovi territori”.
La Rand mette inoltre in guardia gli Stati Uniti contro una “dura” strategia postbellica. “Il conflitto tra Stati Uniti e Russia potrebbe sorgere a seguito della risposta assertiva di Mosca alle politiche intransigenti (dell’Occidente, ndr)”.
I punti evidenziati da questo documento entrano in diretta risonanza con le posizioni repubblicane contrarie all’approvazione di ulteriore pacchetto di 60 miliardi di dollari di aiuti a Kiev.
Trump sa anche che, se tutto precipitasse, l’Europa non sarebbe in grado di difendersi e allora spetterebbe agli Stati Uniti decuplicare gli investimenti in Ucraina per fronteggiare la Russia. In alternativa, Trump potrebbe rimanere a guardare, ma allora dovrebbe accettare che Putin sottragga agli Stati Uniti il predominio sull’Europa dell’est. In entrambi i casi, alla Casa Bianca non conviene”, scrive il professor Alessandro Orsini su Sicurezza internazionale, precisando che a Washington non conviene erodere altre risorse finanziarie per finanziare una guerra già persa.
Il meglio che possa capitare all’Ucraina è che la guerra si fermi sulle posizioni attuali perché, con il tempo, la Russia rischia di conquistare nuove regioni, inclusa Kharkiv e Odessa”, continua l’esperto, aggiungendo che, “Tra le altre cose, gli Stati Uniti hanno già “spremuto” tutto dalla guerra in Ucraina. Hanno ottenuto l’allargamento della Nato e pure la separazione della Russia dall’Europa”.

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