L'ex consigliere presidenziale Arestovych: i negoziati bilaterali erano l’accordo più redditizio che potevamo fare. Avanzamenti russi Avdiivka
Emergono nuove indiscrezioni sul clamoroso dietrofront ucraino negli accordi di pace pronti per essere ratificati nell’aprile del 2022 a Istanbul. Il quotidiano The American Conservative, citando un’intervista del 15 gennaio dell'ex consigliere dell'ufficio presidenziale Oleksiy Arestovych, riconosce che la fine del conflitto era a portata di mano 2 anni fa, quando ancora si potevano risparmiare centinaia di migliaia di morti.
“Ero un membro del processo di Istanbul, ed è stato l’accordo più redditizio che avremmo potuto fare”, ha affermato Arestovych, interpellato da Unherd, spiegando di essere tornato da Instanbul con la certezza che le trattative avessero avuto successo.
"Abbiamo aperto la bottiglia di champagne. Avevamo discusso di smilitarizzazione, denazificazione, questioni riguardanti la lingua russa, la Chiesa russa e molto altro. E quel mese si trattava della questione del numero delle forze armate ucraine in tempo di pace e il presidente Zelensky disse: potrei decidere indirettamente questa questione con Putin”, ha continuato, precisando in seguito di non essere a conoscenza della sequenza esatta che ha fatto deragliare gli accordi, a seguito della presunta strage di Bucha.
"I russi si sono mostrati pronti a proseguire i negoziati e noi abbiamo rifiutato. Ma ora, dopo due anni, penso che sarebbe irreale siglare un accordo questa volta. Putin ha trasformato questa guerra russo-ucraina in una guerra anticoloniale, del Sud globale contro l’Occidente globale", ha concluso l'ex funzionario.
In precedenza anche Davyd Arakhamiia, capo del Partito Servitore del Popolo di Zelensky, a guida della squadra negoziale a Istanbul, aveva negato che l'accordo sia stato effettivamente siglato, ma confermando, in un’intervista del 24 novembre 2023, che la Russia era “pronta a porre fine alla guerra se avessimo accettato, come fece una volta la Finlandia, la neutralità e ci fossimo impegnati a non aderire alla NATO”. Secondo lui il “punto chiave” per Mosca era la garanzia che l’Ucraina non avrebbe aderito alla NATO.
Una linea che venne confermata dallo stesso Zelensky il 27 marzo 2022, nel pieno delle trattative. "Garanzie di sicurezza e neutralità, lo status di paese libero dal nucleare. Siamo pronti ad accettarlo. Questo è il punto più importante. Questo è stato il primo punto fondamentale per la Federazione Russa, per quanto ricordo", affermò allora.
Nel merito, Oleksandr Chalyi, ex viceministro degli affari esteri, un terzo membro della squadra negoziale dell'Ucraina a Istanbul, aveva riferito che si era “molto vicini a concludere la nostra guerra con una soluzione pacifica” e che Putin “ha dimostrato uno sforzo genuino per trovare un compromesso realistico e raggiungere la pace”.
Nonostante la pace fosse a portata di mano, tutto è deragliato in un nulla di fatto.
“Quando siamo tornati dai [dai negoziati] a Istanbul, Boris Johnson è venuto a Kiev e ha detto che non avremmo firmato nulla con loro, e litighiamo e basta”, ha affermato Arakhamiia, in linea con la versione dell’ex primo ministro israeliano Naftali Bennet, che aveva ammesso in un’intervista come le trattative fossero state sabotate da Washington, nonostante si fosse arrivati ad un accordo per la neutralità di Kiev.
“C’era una buona possibilità di raggiungere un cessate il fuoco (ma l’Occidente, ndr) lo ha bloccato”, ha affermato Bennet.
Parole corroborate dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, che ha svolto un ruolo di mediazione nei colloqui su richiesta dell'Ucraina.
“Gli unici che potrebbero risolvere la guerra contro l’Ucraina sono gli americani. Ai negoziati di pace del marzo 2022 a Istanbul con Rustem Umjerov, gli ucraini non hanno accettato la pace perché non gli era stato permesso. Per prima cosa dovevano chiedere agli americani tutto ciò di cui avevano discusso”, sostenne Schröder.
Anche l’ex segretario generale aggiunto nelle missioni di pace delle Nazioni Unite Michael von der Schulenburg ha ribadito questa linea affermando che “la NATO aveva già deciso in un vertice speciale del 24 marzo 2022 di non sostenere questi negoziati di pace”.
Elementi che provano come la linea strategica del Pentagono avesse già programmato una guerra per procura che avrebbe dovuto logorare la Russia e destabilizzarla, usando il popolo ucraino come carne da macello.
Mosca lancia un attacco missilistico contro il complesso militare industriale ucraino
Il cielo è terso a Kiev mentre un missile da crociera russo fende velocemente l’aria e, lanciando "trappole di calore", si abbatte su un edificio, subito invaso da un inferno di fuoco. È ciò che mostra uno dei tanti filmati pubblicati sui canali Telegram dei blogger russi.
Il Ministero della Difesa di Mosca riferisce che le Forze Armate RF hanno lanciato un attacco missilistico contro obiettivi dell’industria bellica ucraina.
"L'obiettivo dell'attacco è stato raggiunto. Tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti", ha sottolineato il Dipartimento Militare, precisando che l'attacco ha preso di mira impianti che producono missili e loro componenti, munizioni ed esplosivi.
Secondo il portavoce dell'Aeronautica delle Forze Armate dell'Ucraina, Yuriy Ignat, durante l'attacco, Mosca ha utilizzato principalmente missili balistici, in particolare Iskander-M, S-300, S-400, Kh-22, Kh-59, Kh-101 e Kh-555. In totale, secondo Ignat, su 41 missili lanciati, 21 furono abbattuti.
Avanzamenti russi Avdiivka
L’Institute for the Study of the War riferisce che le forze russe hanno recentemente ottenuto guadagni confermati a sud di Avdiivka e, secondo quanto riferito, hanno continuato ad avanzare nel sud della città il 22 gennaio. I miblogger russi hanno affermato che il 21 e 22 gennaio le forze russe hanno ulteriormente consolidato le posizioni nell'area dei ristoranti “Tsarska Okhota” e lungo le strade Sportyvna, Soborna e Cherenyshevskoho nella periferia meridionale di Avdiivka.
Altri blogger militari di Mosca affermano che un colonnello della 110° brigata meccanizzata dell’esercito ucraino Nikolai Chumak ha abbandonato 230 persone nelle aree fortificate delle forze armate ucraine vicino alla ex unità antiaerea e al complesso “Cheburashka”, ordinando loro di resistere e tenere le loro posizioni "fino alla fine". Dopo lo sfondamento da parte dell’esercito russo delle linee ucraine nelle strade Sportivnaya e Sobornaya, questa zona si è trovata chiusa nel semicerchio.
In foto di copertina: i primi negoziati in Turchia tra Ucraina e Russia © Imagoeconomica
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